scatola nera

Installare una “scatola nera” a bordo della propria vettura è sicuramente il metodo più efficace per pagare meno la polizza Rc Auto, ma di dubbi sul prodotto ce ne sono ancora tanti.

La questione principale è quella che riguarda la privacy dei guidatori monitorati dall'enorme quantità di apparecchiature disponibili sul mercato, ancora non regolamentato e che permette ai diversi produttori di raccogliere dati e informazioni differenti sugli assicurati e sul loro modo di guidare. Siamo la nazione con le polizze assicurative più costose d’Europa, la “scatola nera” può essere la soluzione ma necessita di una regolamentazione.

Sulle tematiche è intervenuto il Garante della Privacy, che ha riscritto la bozza di regolamento dell’Isvap, affermando che i dati sullo stile di guida degli automobilisti a disposizione delle compagnie assicurative sono troppi e gestiti in modo superficiale. I dati immagazzinati dalla “scatola nera” sono davvero tanti, si va dalla velocità media al tempo di frenata, passano per il numero di km percorsi senza soste. Ogni apparecchiatura può immagazzinare informazioni differenti da un’altra, dati spesso ignorati dal guidatore che sceglie di installare il dispositivo solo per abbattere i costi.

A oggi sono più di un milioni i veicoli che montano questo tipo di rilevatore, per questo il Garante ha proposto una serie di regole atte a tutelare la privacy degli automobilisti che accettano di dotare il proprio veicolo di una “scatola nera”. Sono stati imposti dei limiti di trattamento dei dati, che potranno essere analizzati dalla imprese sono il caso di sinistro o in occasione delle scadenze contrattuali, deve essere palese la presenza del dispositivo a bordo e dare la possibile al conducente di disinserire attraverso telefono o internet l’invio dei dati. Infine, tutti i dati si potranno conservare per un massimo di 7 giorni dopo di che dovranno essere cancellati o resi anonimi.

Non si tratta di un mettere in cattiva luce questa “nuova” tecnologia, ma solo di regolamentare un flusso informativo che potrebbe andare a ledere gli utilizzatori. Infatti la TSP Association (Telamatic Services Providers), ovvero l’associazione che riunisce tutti i fornitori nazionali e internazionali di servizi di tipo LSB (Location Based Service), subito dopo l’intervento del Garante ha tenuto a precisare che i consumatori non vengono obbligati dalla compagnie a installare la “scatola nere” e soprattutto che i contratti delle società aderenti alla TPS sono chiarissimi riguardo alla raccolta e utilizzo dei dati.

Le informazioni riguardanti l’utilizzo dei veicolo vengono rilevate, elaborate e raccolte da società controllate che provvedono ad inoltrarti alla compagnie assicurative in formato analitico solo in caso di sinistro stradale. In tutti gli altri casi i dati vengono inoltrati alle compagnie in formato aggregato idonei a svolgere solo analisi statistiche (durata medio di un viaggio, chilometri percorsi in un determinato periodo, le fasce orarie in cui si è guidato di più, etc.).

Tutti i dati sono accessibili in formato sintetico anche ai clienti, si possono monitorare via web in aree riservate dei portali accessibili solo tramite credenziali fornite dell’agenzia assicuratrice, che potranno chiedere di renderli anonimi, bloccarli o eliminarli definitivamente se trattati in modo non corretto.

Nuovi servizi, che sempre più spesso integrano nuove tecnologie, necessitano di essere regolamentate e descritte in modo accurato ai potenziali clienti.