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6sicuro » Blog » Auto e Moto » Pratiche Auto » Rimborso chilometrico: calcolo e tassazione

Rimborso chilometrico: calcolo e tassazione

Rimborso chilometrico, come si calcola e come è tassato. Tra costi proporzionali e fringe benefit, ecco il modello per calcolare l'indennizzo che spetta a chi usa la propria auto nelle trasferte di lavoro.

Ultimo aggiornamento: 30 Marzo 2021

Sommario

  • Che cos'è il rimborso chilometrico
  • Il rimborso in busta paga
  • Il rimborso del tragitto casa/lavoro
  • Costi rimborsabili
  • Modello di calcolo del rimborso

rimborso chilometrico

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Che cos’è il rimborso chilometrico

Rimborso chilometrico: ovvero una indennità che il lavoratore percepisce per i costi di cui si fa carico utilizzando la propria auto a fini lavorativi, in particolare in occasione di trasferte professionali. Una valida alternativa all’acquisto di un mezzo aziendale, che da un punto di vista fiscale è diventato meno conveniente per i datori di lavoro.

Il calcolo del rimborso che spetta al dipendente deve essere effettuato utilizzando le tabelle ACI, annualmente aggiornate e pubblicate in Gazzetta Ufficiale. Per capire invece come viene trattato fiscalmente e quanto viene tassato il rimborso chilometrico, è necessario rifarsi al Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), in particolare agli articoli 95 e 51, oltre che alla recente risoluzione dell’Agenzia delle Entrate 92/E del 2015.

Il rimborso in busta paga

L’azienda che deve mandare il proprio lavoratore in continue trasferte può dunque scegliere, piuttosto che acquistare un’auto aziendale, di autorizzare il dipendente ad utilizzare la propria auto, corrispondendogli i costi relativi. Non è necessario che l’auto sia di proprietà del lavoratore, è sufficiente che sia nella sua disponibilità, come accade anche in caso di noleggio intestato al lavoratore stesso. Di norma, per quanto riguarda il dipendente, il rimborso chilometrico, se relativo ai costi proporzionali all’uso, non viene tassato, non essendo considerato una forma di remunerazione, ma un semplice indennizzo di spesa. Diverso il caso di costi non proporzionali (considerati fringe benefit), di cui vedremo meglio il significato più avanti, che vengono tassati come reddito.

Non è però sempre così, come ha chiarito l’Agenzia delle Entrate: se la trasferta avviene al di fuori del comune in cui normalmente il lavoratore svolge la propria attività (ad esempio, al di fuori del comune in cui ha sede l’azienda o in cui si trova l’unità a cui il lavoratore è adibito) e vengono applicate le tabelle ACI, facendo ricorso a parametri precisi quali i chilometri di percorrenza, il rimborso chilometrico è esente da tassazione. Viceversa, verrà tassato come reddito il rimborso per trasferte all’interno del medesimo comune di sede lavorativa. Da precisare che queste indicazioni valgono anche per i dipendenti pubblici e per i collaboratori.

Il rimborso del tragitto casa/lavoro

Capita di frequente che il lavoratore non parta per la propria trasferta lavorativa dalla sede dell’azienda, ma direttamente da casa propria. Si può avere il rimborso chilometrico anche in questo caso?

Senz’altro sì, ma il regime fiscale di quell’indennizzo è differente. Lo ha chiarito proprio l’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione del 30 ottobre 2015: se la distanza casa/lavoro è maggiore della distanza azienda/lavoro, l’indennizzo che l’azienda corrisponde per quel pezzo di tragitto in più entra a far parte del reddito imponibile del dipendente e viene quindi normalmente tassato, come imposto dagli articoli 49 e 51 del TUIR. Se invece la distanza è inferiore, viene considerato un semplice rimborso e dunque va esente da tassazione.

Costi rimborsabili

L’indennizzo chilometrico corrisposto al dipendente viene calcolato utilizzando le tabelle ACI pubblicate in Gazzetta Ufficiale. Le tabelle, come anticipato, considerano due tipi di costi annuali per l’impiego dell’auto: i costi proporzionali all’utilizzo, che dipendono da quanto il mezzo viene effettivamente usato (ad esempio: costo pneumatici, rifornimento carburante, costo di manutenzione e riparazioni), e i costi non proporzionali (ad esempio: assicurazione RCA, bollo auto) che sono svincolati dall’effettivo utilizzo del mezzo.

Abbiamo già visto le differenze fiscali per il lavoratore. Ma ci sono differenze anche per l’azienda: i costi proporzionali indennizzati al lavoratore, purché l’auto appartenga alle categorie dei 17 cavalli fiscali, se benzina, o dei 20 cavalli fiscali, se diesel,  sono interamente deducibili per l’azienda. L’azienda può anche scegliere di rimborsare una parte dei costi non proporzionali, eventualmente avendo prima avuto cura di individuare un criterio di calcolo che tenga conto dell’uso misto (lavoro/privato) del mezzo.

Modello di calcolo del rimborso

Calcolare il rimborso chilometrico, dunque, non è difficile. Prendiamo ad esempio il caso di un lavoratore che utilizzi una Ford Focus 1.0 125 cv Ecoboost: secondo le ultime tabelle ACI il costo chilometrico annuale per questa auto è € 0,4649, mentre i costi non proporzionali annuali (definiti come fringe benefit) sono pari a € 2.092,03. Ipotizzando che i chilometri percorsi nelle trasferte siano 20.000 e i giorni di trasferta 160, questi i calcoli da fare:

  • rimborso dei costi proporzionali → 0,4649*20.000=9.298,00
  • rimborso dei costi non proporzionali → 2.092,03*160/365=917,05

Nell’esempio fatto il rimborso chilometrico spettante sarà complessivamente pari a € 10.215,05. Il regime fiscale delle parti che compongono il rimborso sarà quello spiegato sopra. Naturalmente, possono essere rimborsate anche eventuali spese connesse alla trasferta ma non direttamente all’utilizzo del mezzo (quali pernottamenti, cene), a condizione che vengano documentate e scrupolosamente annotate per data, luogo e tipologia.

Questi i segreti del rimborso chilometrico. Se però la matematica non è il tuo forte o vuoi essere sicuro di aver fatto i conteggi e le valutazioni giuste, puoi utilizzare il servizio che ACI mette gratuitamente a disposizione degli utenti del web.

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Autore: Sara Bolzani

Avvocato civilista a Bologna, gestisco uno studio legale e un blog, entrambi con passione e parecchia ironia. Nel lavoro mi occupo soprattutto di RCA, condominio, eredità e contratti. Nel tempo libero scrivo di tutto (quello che mi capita) e di tutti (quelli che incontro).

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Commenti

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  1. avatarDomenico Cutrignelli

    14 Agosto 2016 a 8:57 am

    Salve
    Sono un lavoratore dipendente e utilizzo la mia auto per gli spostamenti di lavoro.
    Vorrei sapere se il rimborso km che percepisco in busta paga sono tassabili oppure no.
    Grazie
    Domenico

    Rispondi
    • avatarSara Bolzani

      23 Agosto 2016 a 2:58 pm

      Ciao Domenico,
      come ho detto nell’articolo, dipende da che rimborso percepisci. Se è un rimborso proporzionale ai costi che effettivamente supporti e all’uso effettivo del mezzo non hai tassazione. Diversamente ricadiamo nei così detti fringe benefit, di cui trovi spiegazione nel testo. Grazie del tuo commento e buona gironata.

      Rispondi
  2. avatarmoni

    5 Ottobre 2016 a 3:46 pm

    Buongiorno,
    non mi chiaro il discorso dei costi non proporzionali.
    è sufficiente tenere in considerazione il calcolo ACI, con i loro dati delle tasse, assicurazioni, interessi o inserire i propri?
    Grazie

    Rispondi
  3. avatarClaudia

    8 Novembre 2016 a 9:41 am

    Buongiorno, sono un lavoratore dipendente e la mia azienda vuole pagarmi il rimborso chilometrico permettendomi di utilizzare la carta benzina di proprietà dell’azienda fino al raggiungimento della cifra, io non gradisco questa modalità, posso pretendere che il pagamento avvenga in euro o sono obbligato ad accettare il pagamento proposto dall’azienda?

    Rispondi
  4. avatarMaria

    20 Dicembre 2016 a 6:51 pm

    Salve io lavoro per. Una cooperativa e mi sposto tutti giorni 52 km andata e ritorno ho il diritto di rimborso delle spese?grazie

    Rispondi
  5. avatarGiuseppe

    28 Luglio 2017 a 12:40 pm

    Salve io ne faccio 600 e poi 60 chilometri al giorno ma ci vuole 20 minuti alla data e 2o al ritorno vorrei sapere se ce un rimborso

    Rispondi
    • avatarSara Bolzani

      2 Agosto 2017 a 3:23 pm

      Ciao Giuseppe,
      me lo devi dire tu, il tuo datore di lavoro ti riconosce un rimborso chilometrico?

      Rispondi
  6. avatarLavoratore

    24 Novembre 2017 a 9:29 am

    Buongiorno Sara,
    io da anni percorro ogni qualvolta vado dal cliente circa 70 km..
    L’azienda mi aveva fatto firmare un foglio nel quale si stabiliva un forfettario di soli 15 euro comprensivi di buono pasto..
    Ora l’accordo è scaduto e mi hanno chiesto di firmare il rinnovo..
    Io sto temporeggiando perchè vorrei sapere se posso impormi e rifiutarmi di firmare il forfettario per chiedere invece l’applicazione delle tabelle ACI!
    L’azienda è obbligata a corrispondermi il rimborso o può in autonomia continuare ad applicare un forfettario senza la mia autorizzazione?

    Rispondi
  7. avatarRoberto

    21 Aprile 2018 a 5:29 pm

    Buongiorno avvocato,
    Lavoro con contratto a chiamata e qualche volta vadoper lavoro in trasferta sulle nostre meravigliose isole -Sardegna e Sicilia -dove l azienda mi affitta la auto ed io mi trovo a percorrere anche 500 600 kilometri in un paio di giorni..
    Vorrei sapere se l azienda mi dovrebbe pagare questi kilometri percorsi? Loro dicono di no visto che l auto e’ affittata..
    Grazie e buon lavoro

    Rispondi
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