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6sicuro » Blog » Il tuo Garage » Multe e Codice Stradale » Tutor fuorilegge: le multe vanno pagate comunque?

Tutor fuorilegge: le multe vanno pagate comunque?

La Corte d’Appello di Roma impone ad Autostrade per l’Italia di rimuovere e distruggere i tutor. Mentre la società si prepara a ricorrere in Cassazione, bisognerà pagare comunque le multe?

Ultimo aggiornamento: 3 Giugno 2021

Sommario

  • Tutor fuorilegge: la sentenza della Corte d'Appello
  • Autostrade per l'Italia pronta a usare un nuovo sistema
  • Tutor autostradale: chi ha inventato il sistema?
  • Multe tutor: non cambia nulla e vanno pagate

tutor fuorilegge

I tutor sono fuorilegge. A dirlo è una sentenza della Corte di Appello di Roma che ha ordinato ad Autostrade per l’Italia di rimuovere e distruggere gli apparecchi usati per la rilevazione della velocità.

Cosa cambia per gli automobilisti? Le multe andranno ancora pagate?

Tutor fuorilegge: la sentenza della Corte d’Appello

Con la sentenza n. 2275/2018, la Corte d’Appello di Roma conferma che Autostrade per l’Italia non può continuare a usare i tutor sulla propria rete stradale. Il tutor è un sistema sicuro ed efficace per controllare la velocità di percorrenza delle auto e, da quando è stato introdotto, ha permesso di ridurre notevolmente il numero di incidenti stradali.

C’è un problema però: il sistema usato dalla società Autostrade era già stato brevettato dall’azienda Craft srl di Greve in Chianti. La battaglia legale tra la società toscana e la concessionaria autostradale va avanti da anni. Già nel 2015 la Corte di Cassazione aveva dato ragione alla Craft srl, rilevando che il brevetto depositato dal titolare della Craft, Romolo Donnini, era valido.

La sentenza d’appello stabilisce che il brevetto è stato copiato e che Autostrade non può continuare a usare i tutor. La sentenza del 10 aprile è chiara: Autostrade per l’Italia deve rimuovere e distruggere immediatamente i tutor. Per ogni giorno di ritardo, la società deve versare 500 euro alla Craft srl.

I giudici non hanno ritenuto che Autostrade abbia ottenuto un arricchimento economico dall’utilizzo dei tutor, quindi non hanno previsto alcun risarcimento a favore della società toscana. Questa nel frattempo può proporre ad Autostrade l’acquisto del brevetto.

Autostrade per l’Italia pronta a usare un nuovo sistema

Autostrade per l’Italia continua a ritenere di non aver violato il brevetto depositato da Donnini. In risposta alla sentenza della Corte d’Appello, ha già annunciato di essere pronta a sostituire gli attuali tutor con un sistema alternativo, ma che garantirà gli stessi risultati.

In un comunicato stampa pubblicato il 10 aprile, società Autostrade ha annunciato il debutto dei nuovi tutor entro tre settimane:

Per evitare che vengano annullati i benefici del Tutor che ha ridotto del 70% il numero di morti sulla rete autostradale, Autostrade per l’Italia si farà carico della sanzione pecuniaria prevista per mantenere attivo il sistema attuale fino alla sostituzione integrale degli apparati con altro sistema di rilevazione della velocità media, che avverrà entro tre settimane.

Quindi Autostrade pagherà la sanzione a Craft e non acquisterà il brevetto. Nel frattempo, i legali si preparano a impugnare la sentenza della Corte d’Appello e a presentare il ricorso in Cassazione.

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Tutor autostradale: chi ha inventato il sistema?

La battaglia legale tra Craft srl e Autostrade va avanti dal 2006. La società toscana ha brevettato un sistema di rilevazione della velocità stradale nel 1999. Come ha raccontato a Corriere. it, l’inventore Donnini aveva presentato il suo brevetto ad Autostrade, che però non aveva mostrato particolare interesse.

Sempre secondo Donnini, nel 2004 Autostrade ha annunciato la sua volontà di introdurre dei tutor nei tratti autostradali più pericolosi. Le due società non hanno trovato un accordo economico sull’utilizzo del sistema brevettato da Craft e Autostrade ha elaborato i tutor SICVE che utilizza tuttora.

Secondo i giudici, anche se i due sistemi utilizzano strumenti diversi per la rilevazione dei passaggi (telecamere in un caso e spire induttive inserite nell’asfalto e rilevatori radar nell’altro caso), nel sistema adottato da Autostrade per l’Italia non ci sono elementi di novità che lo rendono sufficientemente diverso da quello protetto da brevetto.

Nel 2006 Craft ha avviato una causa nei confronti di Autostrade per l’Italia, ritenendo che il sistema SICVE violava il proprio brevetto. Anche la società che ha sviluppato il software che elabora i dati registrati dal tutor ha citato in giudizio Autostrade per l’Italia perché ritiene che manchi un contratto d’appalto necessario per trasferire la proprietà intellettuale del software tra le parti.

Nel 2015 è arrivata la sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato la validità del brevetto depositato da Craft, rinviando alla Corte d’Appello di Roma per le valutazioni relative alla contraffazione dello stesso brevetto. I giudici d’appello hanno vietato a Autostrade per l’Italia di fabbricare, commercializzate e usare i tutor.

Multe tutor: non cambia nulla e vanno pagate

Alla notizia che i tutor sono fuorilegge gli automobilisti multati probabilmente hanno gioito. Purtroppo per loro, la sentenza della Corte d’Appello non ha conseguenze sulle multe.

Le multe prese in autostrada per eccesso di velocità rilevato dal tutor sono valide e vanno pagate entro i normali termini.

Autostrade per l’Italia ha precisato che i tutor in uso sulla rete autostradale sono controllati dalla Polizia dello Stato e le multe vengono incassate interamente dallo Stato, secondo quanto previsto dall’articolo 208 del Codice della Strada.

Nonostante le questioni legali che li riguardano, i tutor rappresentano un sistema estremamente efficace per controllare il rispetto dei limiti di velocità. I varchi registrano in automatico il passaggio delle auto in ingresso e in uscita, registrando la targa, la data e l’ora.

Considerando i tempi di percorrenza, il tutor calcola la velocità media e compila in automatico la multa per le auto che hanno superato i limiti imposti su quel tratto di strada.

Il sistema è completamente automatizzato e non richiede la presenza di agenti. Inoltre, mentre i normali autovelox permettono di rilevare la velocità solo nel punto in cui sono installati, i tutor permettono di controllare il rispetto dei limiti di velocità anche su tratti lunghi, fino a 25 chilometri.

I tutor vengono utilizzati nei tratti autostradali nei quali si è registrato un numero di incidenti mortali superiori alla media. Da quando sono in funzione, i tutor hanno permesso una riduzione degli incidenti mortali di oltre il 70%.

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Autore: Luana Galanti

Ho una laurea specialistica in Consulenza e direzione aziendale e, da sempre, un legame indissolubile con le parole scritte. Le mie due anime – quella creativa e quella pragmatica – si confondono nel mio lavoro di web writer e business writer freelance.

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  1. avatarAndrea

    6 Maggio 2018 a 10:16 am

    La Craft srl ha sede in Greve in Chianti (non in Chienti).

    Rispondi
    • avatarGiovanni Bizzaro

      8 Maggio 2018 a 2:43 pm

      Ciao Andrea,
      grazie della segnalazione, abbiamo corretto l’errore.

      Rispondi
  2. avatarjonny

    6 Maggio 2018 a 1:23 pm

    si seguita a far cassa anche questo è un mestiere…..troppo facile e sicuro per fare soldi.non si rischia la galera.

    Rispondi
  3. avatarMarco Tripoli

    6 Maggio 2018 a 3:36 pm

    Mi sembra che il presupposto ideologico sia diminuire gli incidenti nei tratti autosradali pericolosi, ora mi spega qualcuno perchè i tutor sono installati su autostrade in piano, con 3 -4-5 corsie rettilinee e parallele, con spartitraffico in cemento etc.?
    Manca invece totalmente controllo su veicoli che usciti dal casello d’ingresso percorrono tutta l’autostrada in corsia centrale a bassa velocità costituendo un rischo alla circolazione (4 punti in -) mai visto la stradale fermare e sanzionare tali automobilisti, che non si schiodano nemmeno al sopraggiungere di una autovettura impossibilitata al sorpasso perchè già un’altra occupa la corsia di sinistra o sta sopraggiungendo. Il sorpasso a destra diventa allora inevitabile o si è costretti a brusche frenate.
    Ultima considerazione, elevare il limite di 20 km/h nei tratti che lo consentono non cambierebbe nulla le auto attuali sono puù performanti in frenata e nella sicurezza passiva, teniamo in considerazione che in altri paesi, Germania ad esempio, non esiste limite se non dove c’è un cartello che lo specifica e non mi sembra che gli ospedali tedeschi trabocchino di traumatizzati da incidenti ne i cimiteri di morti stradali. La differenza sta nell’effittivo controllo delle forze dell’ordine sulle strade, da noi poco presente, pare non ci sia nemmeno bezina sufficiente per le pattuglie, però ci sono soldi per mettere telecamere anche nei gabinetti degli autogrill, e dal fatto che in germania la patente non te la compri e quando la fai vieni adeguatamente istruito per tutte le condizioni di traffico, tempo, strade, autostrade etc. Mai visto un’auto con scritto scuola giuda su un’autostrada o in giro sotto un’acquazzone o su una strada innevata. Un viaggiatore di professione, anche all’estero.

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