Pagamento multe: tra errori postali e ricorsi

Codice della Strada nuovo, regole nuove, multe nuove. Spesso le sanzioni amministrativi sono facilmente evitabili, basta tenere uno stile di guida rispettoso nei confronti degli altri automobilisti e dei pedoni. In alcuni casi gli automobilisti sono vittime degli errori del “sistema” o di amministrazioni “poco professionali”.

Non sono pochi i casi segnalati in cui forse i Comuni hanno abusato dei rilevatori di velocità per fare cassa. Lo Stato ha cercato di ammorbidire questo comportamento: i Comuni devono devolvere metà dei proventi delle multe per eccesso di velocità agli enti proprietari delle strade, ma pesa l’assenza di un decreto attuativo. Un “far west” dove al più forte è sempre più difficile dimostrare la non colpevolezza.

Nella Provincia di Brescia molti automobilisti si sono trovati con la multa per eccesso di velocità raddoppiata, per aver lasciato scadere il termine massimo di pagamento in misura ridotta. Un incremento lecito, ma solo se fosse stata notificata la sanzione originaria.

Si accusano le Poste per la mancata notifica e gli sportelli provinciali sono stati presi d’assalto dagli automobilisti, per trovare una soluzione a una contravvenzione di circa 500€. Una situazione critica che riguarda circa il 5% dei 100 mila verbali, emessi in un anno dalla Polizia Provinciale, ma che non sono mai arrivati ai diretti interessati. Automobilisti multati inconsapevolmente, costretti a pagare una mora per un errore altrui.

Però ci sono situazioni in cui l’automobilista riesca a far valere, attraverso la legge, la propria posizione e ad ottenere il rimborso delle spese. È accaduto qualche giorno fa a Pisa, dove il Comune è stato costretto a rimborsare a un automobilista a cui era stata rimossa la vettura in modo illegittimo.

Alla donna che aveva parcheggiato davanti al palazzo dei Congressi, in una zona non soggetta a divieto di sosta e senza intralciare traffico o pedoni, la Polizia Municipale aveva notificato una sanzione per divieto di sosta su marciapiede e rimossa la vettura. La donna, avvocato di professione, convinta di non aver violato nessuna regola è intervenuta legalmente contestando sia la rimozione che la sanzione amministrativa.

La Prefettura, dopo l’istruttoria del caso, ha archiviato il caso dichiarando nulla la sanzione per il divieto di sosta e facendo rimborsare dal Comune le spese sostenute per la restituzione del veicolo.

Un netto riconoscimento dell’errore commesso dalla Polizia Municipale, ma che ha richiesto un ricorso e un tenacia che forse solo un avvocato potrebbe mettere in campo.

Chi controlla il controllore?