21 dicembre 2012: tra le varie ricorrenze previste c’è l’abolizione delle “quote rosa” nelle assicurazioni. Parliamo dell’entrata in vigore del divieto, introdotto con la direttiva europea sulla parità dei generi del 2004, che ha messo al bando polizze Rc Auto e assicurazioni sulla Vita pensate espressamente per le donne.

Finora il diktat di Bruxelles non era mai stato applicato nel nostro paese perché il testo prevedeva eccezioni, ma ora il tempo delle deroghe è finito. Lo si deve al ricorso presentato da un’associazione di consumatori belga e dal parere favorevole della Corte di giustizia europea, che ha deliberato in modo favorevole per un prezzario unisex.

Stando alle nuove norme, le compagnie di assicurazioni potranno continuare a raccogliere dati differenziati per sesso, ma esclusivamente per finalità di marketing. Niente da fare invece per le tariffe, che dovranno essere uguali per tutti. Uguali per tutti, ma forse più alte per qualcuno. Sì perché le “quote rosa” valgono circa il 20% del totale polizze, percentuale che sta aumentando dal 2009 in qua, soprattutto nel segmento Vita.

Le associazioni di consumatori temono già qualche aumento per le donne al volante. In realtà la posta in gioco è più ampia: finora si è ragionato in termini generici (uomo, donna, anziano, neopatentato), ma dal 2013 si potranno mettere sul mercato polizze Rc Auto personalizzate, come già accade negli Stati Uniti, oppure contenere i prezzi grazie all’installazione delle famigerate scatole nere, finora poco più che un fantasma.

In ogni caso, è troppo presto per fare pronostici. Oggi la differenza tra uomo e donna vale tra il 20 e il 40% del prezzo finale della polizza Rc Auto, mentre per quanto riguarda le polizze Vita la forbice, in caso di morte, sale al 50%. Probabilmente, le nuove norme andranno a penalizzare le giovani donne neopatentate, che di solito pagano un 15-20% in meno rispetto a un coetaneo maschio. È anche vero che l’applicazione del decreto Bersani potrà consentire di contenere eventuali aumenti in rosa.