L'identificazione "low-cost" dei veicoli senza assicurazione Numerose sono le idee che rivoluzionerebbero il settore assicurativo avvantaggiando gli automobilisti, ma che dopo essere state analizzate, elaborate e pianificate non vengono sviluppate. Alcune di queste sono così semplici che, sostenendo un piccolo investimento economico, possono anche essere “fatte in casa”.

Il sistema “fatto in casa” per bloccare i veicoli fantasmi

È il caso del sistema di identificazione dei veicoli non assicurati creato dal piccolo Comune di Bellusco (prov. Monza-Brianza). Poca tecnologia, tanta furbizia. Sfruttando delle telecamere capaci di rilevare automaticamente la targa di un veicolo, già installate per monitorare l’abbandono dei rifiuti in strada, un software (dal valore di mille euro) e la banca dati di Ania (contenente l’elenco di tutti i mezzi scoperti da copertura assicurativa) il Comune riesce a bloccare tempestivamente i veicoli fuorilegge. Infatti, rilevato il mezzo fantasma il sistema invia automaticamente un SMS alla Polizia locale che procede al fermo. Un progetto pilota che, suscitando l’interesse già di altri cinque piccoli centri, punta ad estendersi a tutti i Comuni aderenti al Cem (Consorzio Smaltimento Rifiuti est Milanese) e quindi già dotati di telecamere e software per il riconoscimento delle targhe dei veicoli.
L'identificazione dei veicoli fantasmi low-cost

Un sistema difficile da svecchiare

La dematerializzazione del tagliando assicurativo, oltre a semplificare il rapporto tra compagni assicurativa e assicurato, avrebbe permesso di monitorare velocemente la situazione di ogni veicolo circolante. Un sistema che interfacciandosi con una banca dati contenente tutte le informazioni assicurative dei mezzi immatricolati, anch’essa tanto pianificata ma mai realizzata, avrebbe concesso l’identificazione dei 4 milioni e passa di automobilisti che circolano senza aver sottoscritto una regolare polizza assicurativa del loro mezzo. Visto che il decreto Destinazione Italia ha bloccato gli aggiornamenti pianificati, l'idea dei comuni brianzoli di elaborare un sistema “artigianale” per arginare una problematica sembra funzionale.

Tutto regolare per il sistema brianzolo?

Pur trattandosi di una sperimentazioni, i dati raccolti ed elaborati del sistema sono reali e quindi soggetti alla normativa nazionale relativa alla privacy. Chi può accedere ai dati? Come vengono immagazzinati?  Dopo quanto tempo vengono cancellati? Il sistema homemade potrebbe essere irregolare. A questo va aggiunto il fatto che essendo le telecamere dei dispositivi installati per monitorare il territorio e l’eventuale abbandono dei rifiuti, bisognerebbe interpellare il regolamento per accertare se un utilizzo alternativo sia previsto e regolamentato.