Fondi a prestazione definita

I fondi a prestazione definita sono dei fondi pensioni con i quali è possibile integrare il trattamento previdenziale dell’INPS, completando la pensione pubblica con un reddito aggiuntivo al raggiungimento dell’età pensionabile. Si tratta di strumenti finanziari con carattere di risparmio, con cui è possibile maturare una prestazione pensionistica accessoria rispetto a quella obbligatoria. La caratteristica dei fondi a prestazione definita è la certezza dell’ammontare del capitale che si otterrà alla scadenza, infatti tale valore viene stabilito al momento della sottoscrizione del fondo. Dopodiché nel corso del tempo vengono realizzati aggiustamenti periodici, ad esempio adeguando i versamenti corrisposti dai lavoratori in base al rendimento del fondo per assicurare il raggiungimento della meta prefissata.

Che cosa sono i fondi a prestazione definita

Un fondo pensione è uno strumento di investimento di tipo collettivo con finalità di risparmio, al quale i lavoratori possono partecipare attraverso contributi periodici. Il capitale viene investito da società specializzate in prodotti a basso rischio, secondo quanto stabilito dalle normative di legge, per garantire la protezione del capitale e fornire anche un rendimento per rivalutare le somme corrisposte nel corso degli anni. I fondi pensione possono essere di due tipologie principali. I fondi a contribuzione definita prevedono versamenti di importo fisso per tutta la durata dell’investimento, quindi in base ai risultati del fondo il lavoratore otterrà un certo ritorno di capitale. I fondi a prestazione definita, invece, non richiedono un versamento fisso ma variabile, per mantenere invariata la prestazione pensionistica a prescindere dalle performance del fondo. Questi fondi pensionistici sono riservati ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti, infatti le normative di legge italiane vietano l’adesione da parte dei lavoratori dipendenti, i quali possono investire i risparmi appena nei fondi a contribuzione definita. Quest’ultimo è infatti uno strumento ritenuto meno rischioso, in quanto l’ammontare dei contributi periodici non cambia nel corso del tempo e assicura maggiore stabilità ai lavoratori dipendenti. Al contrario, i fondi a prestazione definita sono considerati più rischiosi, poiché a seconda dei risultati della gestione l’apporto richiesto può subire variazioni considerevoli. Tuttavia, questi fondi offrono delle garanzie maggiori alla scadenza dell’investimento, mettendo a disposizione un capitale certo predefinito all’inizio della contribuzione al fondo pensione.

Come funziona un fondo a prestazione definita

Nei fondi a prestazione definita il contributo versato dal lavoratore varia durante gli anni, poiché è calcolato annualmente per mantenere l’obiettivo prefissato legato alla prestazione certa alla scadenza. Ad esempio, se nell’ultimo anno il patrimonio e le performance del fondo sono cresciute il gestore potrebbe applicare una riduzione dell’importo dei versamenti, oppure sospenderli per un certo periodo. In questo caso si ottiene un risparmio rispetto al pagamento preventivato grazie alle buone prestazioni del fondo pensione. Allo stesso modo può succedere anche il contrario, ovvero l’aumento del contributo da parte dei lavoratori per bilanciare la perdita di patrimonio del fondo e i risultati negativi degli investimenti, una condizione che rende necessario incrementare gli apporti per mantenere inalterata la prestazione definita del fondo. Questa forma pensionistica complementare è dunque più rischiosa nel breve e medio termine, ma più sicura per i risultati di lungo periodo, mentre per un fondo a contribuzione definita vale esattamente l’opposto. Oggi i fondi pensione a prestazione definita attivi rimangono operativi ma non si possono più commercializzare, infatti gli unici strumenti accessibili sono rimasti i fondi a contribuzione definita.