Il
fermo tecnico è una particolare tipologia di danno conseguente a un
sinistro stradale, il quale interessa i veicoli privati e i mezzi utilizzati per motivi di servizio, come ad esempio i taxi. In questi casi l’inabilità della vettura causa un
danno patrimoniale al proprietario, in quanto non può usare il mezzo per svolgere l’attività lavorativa.
Il danno da fermo tecnico è
differente rispetto al danno materiale, quest’ultimo relativo al valore del danneggiamento dell’auto provocato dal sinistro. I due tipi di danni possono essere sommati insieme per il calcolo del risarcimento, con un indennizzo per il fermo tecnico quantificato in base ai giorni necessari per la riparazione del veicolo.
Che cos’è il fermo tecnico
Con il fermo tecnico si intende il
danno derivato dal mancato utilizzo del veicolo, durante il tempo trascorso in officina per il ripristino della vettura, una circostanza che si riferisce ai danni dovuti ai
mancati guadagni provocati dal fermo della vettura. Ciò include anche i costi sostenuti dal proprietario della macchina durante l’inutilizzo dell’automobile, ad esempio le spese per l’
assicurazione auto e il bollo relative al periodo della riparazione.
Questa condizione è differente rispetto al
fermo amministrativo, il quale è un
impedimento di natura legale all’uso del veicolo, i cui motivi possono essere una violazione del Codice della Strada oppure il mancato pagamento di un debito. In alcune situazioni l’Agenzia delle Entrate può decidere il fermo amministrativo dell’auto, fino a quando il debitore non avrà corrisposto quanto dovuto.
Il
danno da fermo tecnico prevede la quantificazione della perdita patrimoniale del proprietario della vettura, in merito alle spese e ai guadagni persi a causa del blocco forzato della macchina. Gli svantaggi economici possono essere di vario tipo, ad esempio le
spese per il noleggio di un veicolo sostitutivo durante la riparazione del mezzo, oppure i costi sostenuti per delle soluzioni di trasporto alternative in assenza del proprio veicolo.
Tuttavia,
i danni da fermo tecnico devono essere provati, come stabilito da diverse sentenze della Cassazione, altrimenti non è possibile richiedere l’indennizzo alla
compagnia assicurativa della controparte. Delle prove accettate possono essere le ricevute delle spese affrontate a causa del danneggiamento al veicolo, oppure la documentazione relativa alle giornate di lavoro perse.
Come si calcola il danno da fermo tecnico
Il
calcolo del danno dal fermo tecnico è un’operazione piuttosto complessa, in quanto entrano in gioco una serie di circostanze difficili da provare e danni che non è facile quantificare, come quelli relativi al
lucro cessante. Tra gli aspetti che possono influire sul conteggio dell’eventuale indennizzo ci sono i
giorni di permanenza del mezzo in officina per la riparazione, tenendo conto del numero complessivo di giornate di fermo.
Possono essere considerate anche le
spese documentate sostenute a causa del mancato impiego del veicolo, come il noleggio dell’auto sostitutiva, i costi per i mezzi pubblici e la perdita per il mancato godimento della tassa automobilistica e della polizza assicurativa. Il calcolo dell’
indennizzo giornaliero per fermo tecnico prende in condizionare diversi fattori, come le ore totali richieste per la riparazione, i giorni e il costo giornaliero delle spese accessorie.
Di solito per ricevere il pagamento del danno da fermo tecnico è
necessario rivolgersi a un giudice, il quale deciderà l’ammontare del danno in base alle prove portate dal danneggiato. In alcuni casi il giudice potrebbe anche
negare il risarcimento, ad esempio quando le prove non sono sufficienti ad accertare l’effettivo danno patrimoniale subito, oppure accettare solo in parte la richiesta.