La normativa Euro 7 è un nuovo standard a cui il settore automobilistico deve adattarsi per limitare l’impatto ambientale e che segnerà il superamento delle attuali norme Euro 6, in vigore da oltre un decennio.
Con decorrenza da luglio 2025, le auto immatricolate dovranno rispettare questi nuovi standard, mentre si dovrà attendere fino al luglio 2027 per i veicoli commerciali.
Questo nuovo regolamento introduce dei limiti più severi sugli agenti inquinanti prodotti dalle automobili, in ottemperanza alle richieste dell’Unione Europea che è sempre più attenta a migliorare la qualità dell’aria dei Paesi membri.
Tra le novità, gli standard Euro 7 si applicano sia ai veicoli leggeri sia a quelli pesanti, per cui si andrà a semplificare la normativa attuale, Euro 6, che prevede una distinzione tra questi segmenti.
La nuova normativa non si applicherà soltanto ai gas di scarico: per la prima volta, saranno regolate anche le emissioni dei freni. Inoltre, i veicoli verranno controllati in condizioni reali e verrà imposto l’obbligo di montare dei sistemi per il monitoraggio dei consumi.
Cosa prevede la normativa Euro 7
La normativa Euro 7 introduce una revisione completa degli standard ambientali. Innanzitutto, amplia la finestra temporale in cui si monitorano le emissioni, con l’obiettivo mantenere lo stesso livello di emissioni per tutto il ciclo di vita del veicolo.
L’Euro 7 stabilisce nuove soglie per ciò che riguarda la durata utile del veicolo e il chilometraggio massimo entro cui deve essere rispettata la conformità ambientale. Le auto e i furgoni devono avere una durata massima di 10 anni o un chilometraggio non superiore ai 200.000 km.
Altra novità riguarda l’introduzione del passaporto ambientale (EVP), un documento che certifica l’impatto ambientale dell’auto al momento dell’immatricolazione. Deve contenere informazioni su:
- livelli di emissioni, compresi i livelli di CO2;
- consumo di carburante o di energia in caso di auto elettrica;
- durata della batteria.
Grazie a sensori montati sul veicolo, gli automobilisti possono conoscere le prestazioni dell’auto e della batteria in tempo reale.
Per quanto riguarda le automobili e i furgoni, i limiti alle emissioni restano in linea con quanto previsto dall’Euro 6, ma con un aggiornamento tecnico sostanziale: viene considerata una gamma più ampia di particelle inquinanti, grazie a un nuovo parametro che consente di intercettare quelle più piccole (da PN10 a PN23).
Nel caso di autobus e mezzi pesanti, le nuove regole si fanno più stringenti. Tra le novità più significative c’è l’introduzione di soglie precise per sostanze inquinanti che in precedenza non venivano regolamentate in modo diretto, come il protossido di azoto. I valori ammessi variano a seconda che si tratti di condizioni di laboratorio (200 mg/kWh) oppure di guida reale (260 mg/kWh), in modo da garantire una maggiore attenzione verso le emissioni effettive durante l’utilizzo quotidiano dei veicoli.
Un’altra area interessata dalla normativa riguarda le emissioni che si generano durante la frenata. Si tratta di una fonte di inquinamento spesso trascurata in passato, ma ora al centro dell’attenzione regolamentare. Il limite è:
- 3 mg/km per le automobili e i furgoni elettrici;
- 5 mg/km per i veicoli pesanti elettrici;
- 7 mg/km per le auto e i furgoni con motorizzazione tradizionale;
- 11 mg/km per i furgoni pesanti non elettrici.
In più, anche le batterie dei veicoli elettrici e ibridi dovranno rispettare criteri più rigidi: le auto dovranno conservare almeno l’80% della capacità dopo 100.000 km o 5 anni, mentre per i veicoli commerciali l’energia dovrà mantenersi al 75% fino a otto anni.
Quali veicoli sono coinvolti e da quando entra in vigore
La normativa entra in vigore il 1° luglio 2025 per le auto e i furgoni leggeri (categorie M1 e N1). Dal luglio 2027 sarà poi estesa anche ai veicoli pesanti come autobus e camion (categorie M2, M3, N2 e N3).
Le case automobilistiche dovranno adattare le nuove automobili allo standard Euro 7 entro 30-42 mesi dall’entrata in vigore. Tra i 48 e i 60 mesi è il periodo concesso ai produttori per i veicoli più pesanti.
La normativa riguarda tutti i tipi di motorizzazione grazie all’eliminazione di ogni distinzione e all’armonizzazione della regolamentazione per ogni veicolo immesso sul mercato a partire dalla data stabilita.
Gli standard Euro 7 non hanno un valore retroattivo e non impongono un divieto di utilizzo dei veicoli omologati per normative precedenti.
Chi possiede veicoli fino a Euro 6 può comunque continuare a utilizzarli e circolare nelle città, fermo restando le eventuali restrizioni locali, come le ZTL o i blocchi del traffico per ridurre i livelli di smog.
Come adeguarsi alla normativa Euro 7
La normativa Euro 7 impone un significativo adeguamento dei veicoli con motori a benzina e diesel e impone ai costruttori l’adozione di tecnologie più avanzate per rispettare parametri ambientali più severi.
I sistemi di abbattimento delle emissioni richiesti, molto più sofisticati rispetto al passato, prevedono l’integrazione di componenti come i filtri GPF, ovvero i filtri anti-particolato per motori a benzina, e altre soluzioni per la riduzione dei gas nocivi nei motori diesel.
Questi dispositivi dovranno essere posizionati in prossimità del motore, dove le temperature più elevate favoriscono l’efficacia della filtrazione degli inquinanti. Tuttavia, tale configurazione impatta sul comportamento del motore, rendendolo meno efficiente dal punto di vista delle prestazioni.
Per compensare la riduzione delle performance, i produttori saranno costretti a sviluppare propulsori più potenti, talvolta con cilindrate superiori, che possano sostenere la perdita di efficienza causata dai nuovi sistemi di trattamento dei gas di scarico.
L’intervento combinato di filtri, catalizzatori evoluti e, in alcuni casi, turbine elettriche, rischia però di generare un effetto collaterale rilevante: l’aumento delle emissioni di CO2. Questo perché, per mantenere le prestazioni del veicolo entro limiti accettabili, il motore potrebbe consumare più carburante.
La sfida tecnologica non consiste solo nel ridurre gli inquinanti più pericolosi per la salute, ma anche nel farlo senza compromettere l’efficienza complessiva del veicolo e l’equilibrio delle emissioni.