RC Auto: abolito il tacito rinnovo è boom dei comparatori online

Abolito il tacito rinnovo, gli italiani si sono rivolti in massa ai comparatori online. Che in questo periodo stanno facendo registrare un vero e proprio boom di richieste di preventivo RC Auto, un +14%, secondo dati ufficiali.

Che la nota pigrizia dell’automobilista medio sia stata finalmente scalfita? Fioccheranno le disdette? Forse è presto per dirlo: tuttavia il dato interessante è il seguente.

Finora pochissimi assicurati, alla vigilia della scadenza della polizza, si sono mossi alla ricerca di un’offerta più adatta o, semplicemente, diversa. Segno questo che il Governo ha fatto centro, abolendo la clausola del tacito rinnovo e stimolando quindi gli italiani a una maggiore attenzione al mercato e alle sue offerte.

Il Nord Italia sembra aver risposto in massa all’implicito appello dell’Esecutivo. E (notizia nella notizia) parliamo di un’area tradizionalmente “conservatrice”, in cui si è sempre preferito rinnovare la propria assicurazione RC Auto con la stessa compagnia, senza prendersi la briga di controllare le condizioni praticate dalla concorrenza.

Veneto, Trentino, Toscana e Lombardia guidano questa speciale classifica, forti del fatto che l’utilizzo dei comparatori online è aumentato rispettivamente del 31, 27,9, 26 e 24,5% rispetto a un anno fa. In queste regioni imprenditori, artigiani e impiegati sono i soggetti più attivi. Quanto alla sfida tra sessi, le donne sembrano più attente degli uomini alle novità: le “quote rosa” sono cresciute del 18%, mentre gli uomini solo del 12%, che comunque è un ottimo risultato.

Se guardiamo alla classe di merito, sono aumentati in modo più significativo i preventivi online fatti da chi si trova in una classe di merito svantaggiata, e quindi paga di più. Prendendo in esame solo la coda della classifica (quindi dalla dodicesima classe in poi) la crescita è arrivata al 20%.

Dati regione per regione:

  • Veneto +31%
  • Trentino Alto-Adige +27,9%
  • Toscana +26%
  • Lombardia +24,6%
  • Umbria +23,9%
  • Friuli – Venezia Giulia +23,8%
  • Abruzzo +23,6%
  • Sardegna +23,4%
  • Marche +20,9%
  • Emilia-Romagna +20,1%
  • Piemonte +15,6%
  • Lazio +10,6%
  • Liguria +7,1%
  • Puglia +5,9%
  • Sicilia +3,1%
  • Basilicata +1,3%
  • Campania -0,1%
  • Valle d’Aosta -0,8%
  • Calabria -2%
  • Molise -6,2%