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Guida responsabile: meglio l’ironia o la campagna shock? [Parte 1]

Guida responsabile

La sensibilizzazione di un pubblico riguardo una tematica non è mai cosa semplice. Prima dell’elaborazione della campagna bisogna prendere in considerazione numerosi elementi: il mezzo che si adopera, la fascia di età che si vuole raggiungere, il linguaggio da usare, il coinvolgimento da generare e tanto altro.

Esistono differenti campagne di sensibilizzazione sul tema della guida responsabile, ma possiamo fare una netta distinzione tra quelle che usano un linguaggio più “morbido” da quelle più cruenti. Se le prime mettono in risalto un giusto comportamento da tenere alla guida, le seconde mostrano senza censure la crudeltà che c’è dietro al cattivo comportamento degli automobilisti/motociclisti. Abbia trattato più volte le singole campagne di sensibilizzazione o la creatività che c’è dietro  esse ma, da oggi e in due parti, proveremo a contrapporre due linguaggi differenti di narrazione.

Capita che il linguaggio ironico chieda “rinforzi” al carisma di un personaggio noto, come Mandrake di Febbre da Cavallo, nella campagna istituzionale “Sulla buona strada”. Il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti, puntando sulla trasposizione filmica nella vita quotidiana, chiarisce l’importanza della cintura di sicurezza quando si è in auto. Richiamando alla memoria dello spettatore una scena cult degli anni ’70, Proietti con un ottimo gioco di parole mette in chiaro che mettere la cintura è “un gesto da maschio, senza rischio”.

Un messaggio che ruota intorno al concetto che “la vita non è un film”, già presentato l’anno precedente dalla stessa campagna con l’ausilio di personaggi del cinema/tv. Strappare un sorriso, ma in pochi secondi richiamare alla consapevolezza lo spettatore riguardo tematiche importanti come l’uso del caso o dell’auricolare quando si è alla guida di un veicolo.

I neozelandesi usano l’animazione grafica per mettere l’accetto sulle distrazioni a cui, volontariamente o involontariamente, è soggetto un automobilista. Colori, luci, suoni, autoradio, bambini, navigatore, basta un attimo per perdere il controllo della situazione.

La Repubblica Ceca punta sull’ironia all’inglese, con un “godetevi la vostra velocità fino alla fine”, per realizzazione uno spot istituzionale che ha fatto il giro del mondo in pochissimo tempo. Vengo messe in scena, nell’ultima tappa della vita, le problematiche che quotidianamente si incontrano sulla strada. C’è chi rispetta le norme, avendo  cura e ponendo attenzione, e chi invece punta esclusivamente sulla velocità, non avendo cura degli altri e mettendo in pericolo sé stessi e gli altri. Godetevi la vostra velocità fino alla fine, appunto…

Tutte campagne che si servono dello stesso linguaggio ironico ma, puntando ad un pubblico differente, con un risultato completamente differente.

Voi pensate che “ironia” e sensibilizzazione possano viaggiare insieme?

 

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