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Pratiche Auto: l’autocertificazione

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Noi italiani siamo i primi a voler sconfiggere la burocrazia, ma siamo anche gli ultimi a conoscere gli strumenti che abbiamo a disposizione. Per andare alla guerra contro la burocrazia, prendiamo esempio dal leggendario Sun Tzu e dal suo testo “L’arte della Guerra”. Vediamo insieme come funziona l’autocertficazione e come si applica in ambito di pratiche automobilistiche.

Cos’è l’autocertificazione?

“Conosci il tuo nemico”.

“L’autocertificazione è uno strumento di semplificazione amministrativa”. Questa è la frase che troverete ripetuta in cento link diversi che troverete online, ma cosa semplifica?
Ogni qual volta un ente o una società di gestione di un pubblico servizio abbia bisogno, nell’ambito di una pratica, di una nostra situazione anagrafica (certificato di residenza, stato civile, ecc…) o notoria (un qualsiasi fatto di cui siamo a conoscenza, che ci coinvolge o la cui messa “nero su bianco” è utile alla situazione che stiamo affrontando), sarà sufficiente produrre un’autocertificazione al posto di certificati bollati o prodotti da professionisti o altri enti dietro pagamento. L’obbligo di accettare le autocertificazioni da parte di questi enti e da parte delle PA, è sancito dal Decreto del Presidente della Repubblica n° 445/2000.

L’autocertificazione è regolata da due articoli:

Autocertificazione a un ente privato

In caso presentiamo un’autocertificazione di atto notorio a un ente privato, come una banca o un’assicurazione, è necessario avere anche un’autentica della propria firma.
L’autentica della propria firma può essere richiesta ai pubblici ufficiali come notai, segretari comunali, funzionari incaricati dal sindaco, cancellieri, ma in genere ogni comune ha sportelli dedicati all’emissione di questo come di altri servizi.
Attenzione: tutte le autocertificazioni sono esenti da bollo, ma l’atto di autentica della firma no, quindi in caso vi serva autenticare la firma, sappiate che, a prescindere da quale sia il funzionario o il pubblico ufficiale che l’autentica, dovrete poi applicare la marca da bollo.

Altri esempi utili di autocertificazioni di atto notorio:

 Cosa non è autocertificabile?

“Se sai quando combattere e quando non farlo, sarai vittorioso”.

Non è possibile produrre certificati medici, sanitari, di conformità CE di un prodotto o di proprietà di un marchio o di un brevetto, così come non è possibile autocertificare la proprietà intellettuale di tutta la discografia dei Beatles, o informazioni che non conosciamo direttamente e delle quali non siamo assolutamente certi.
Attenzione, quello che non è mai sufficientemente spiegato negli articoli che trovate online e offline è che dovrete sempre sentirvi assolutamente scoraggiati dall’autocertificare informazioni false, perché stareste commettendo un falso in atto pubblico, che è un reato.

Gli enti, così come sono obbligati per legge ad accettare la vostra autocertificazione, allo stesso modo possono in ogni momento accertare se quello che avete dichiarato corrisponda al vero.
Per fare un esempio molto pratico: se aprite un pub e dichiarate che l’impianto di diffusione della musica e le caratteristiche strutturali del vostro locale rispettano le norme sull’impatto e l’inquinamento acustico e in seguito a una misurazione audiometrica salta fuori che avete dichiarato il falso, sono dolori.

Cosa si può autocertificare al PRA?

“Lo stratega vittorioso trionfa prima della battaglia”.

Per carità, se volete stampare e firmare un’autocertificazione nella quale dichiarate di essere Batman, potete farlo, ma dubito che vi sarà utile. Io ho pronta un’autocertificazione nella quale dichiaro di non essere uno zombie, in caso di apocalisse di non-morti, ma la tengo ben nascosta nel mio cassetto, perché in assenza della predetta apocalisse potrebbe essermi più dannosa che utile.
Quindi, cosa potrebbe interessarci autocertificare al PRA in ambito automobilistico?

Cosa fare se un’autocertificazione non viene accettata?

“Il leone usa tutta la sua forza anche per uccidere un coniglio”.

Il funzionario o il dipendente pubblico che non accetta la vostra autocertificazione, nei casi di legge in cui è obbligato a farlo, sta commettendo una violazione dei suoi doveri d’ufficio, ed è quindi sanzionabile.
In caso di rifiuto, dovrete richiederne per iscritto i motivi e l’amministrazione o l’ente dovranno rispondervi entro 30 giorni.
In caso non riceviate risposta entro i termini previsti, ci saranno i presupposti per le sanzioni previste dall’articolo 328 del Codice Penale.

In conclusione

Quella contro la burocrazia, è vero, è una guerra, ma ogni stratega sa che la guerra può anche non essere combattuta, se si usa un po’ di intelligenza.
Chiedete sempre ai funzionari e agli impiegati: un’autocertificazione fatta a dovere fa risparmiare tempo anche a loro, quindi abbiate sempre l’umiltà di informarvi e imparare.

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