Il medico di base viene definito anche medico di famiglia ed è quel professionista che ognuno ha a disposizione in Italia per visite mediche, prescrizioni di medicinali, certificazioni, terapie o accertamenti specialistici.
Come si fa a scegliere o cambiare il medico di base? E quanto costa la sua consulenza?
Medico di base: dove scegliere e come cambiare
Una volta iscritti al Servizio Sanitario Nazionale e ricevuta la relativa tessera si ha diritto a scegliere un medico di base. La scelta va effettuata presso gli sportelli del Distretto dell’Azienda USL di residenza, facendo riferimento agli elenchi dei medici di base disponibili per territorio, reperibili anche sui siti delle relative Asl.
Al momento della scelta bisogna avere con sé un documento identificativo e, a seconda degli uffici, anche una dichiarazione di residenza, oltre alla tessera sanitaria già citata.
Il medico può essere scelto liberamente tra quelli disponibili in quel territorio, a patto che non abbia già raggiunto il numero massimo di pazienti assegnati che è pari a 1.500 residenti per medico.
Allo stesso modo è possibile cambiare la propria scelta, individuando un altro medico di base tra quelli disponibili in zona. La scelta può essere fatta anche tramite un familiare munito di delega, documento di identità e copia del documento di identità del delegante.
Casi straordinari
In alcuni casi la regola della disponibilità territoriale può essere derogata: ad esempio nei distretti in cui medici di base siano pochissimi e sia sorto un problema di fiducia con l’unico disponibile o nei casi in cui il medico di un altro distretto sia più vicino o più facilmente raggiungibile per il paziente.
A valutare la gravità della situazione sarà  l’Asl, ma il medico che si vuole sostituire dovrà essere informato della richiesta di cambiamento, essendo necessaria la sua accettazione.
Medico di base per i non residenti
Quando ci si trova ad abitare in un luogo diverso da quello di residenza, ad esempio per motivi di studio o di lavoro, è possibile ottenere un medico di base nel nuovo domicilio. Anche in questo caso è necessario recarsi agli sportelli dell’Azienda Usl con un documento che dimostri le ragioni per cui ci si trova a vivere altrove: si potrà portare, ad esempio, il contratto di lavoro che costringe a vivere lontani dalla propria residenza.
Attenzione però: prima ancora della scelta del nuovo medico è necessario recarsi agli uffici dell’Azienda Usl di residenza e cancellarsi, temporaneamente, dalla lista del medico di base.
Il medico di base nel luogo di domicilio può essere chiesto per un periodo minimo di 3 mesi fino ad un massimo di 1 anno, rinnovabile sulla base di esigenze che vanno documentate.
Il medico di base per i cittadini stranieri
I cittadini stranieri extracomunitari, che sono in Italia sulla base di un permesso di soggiorno, hanno diritto a scegliere un medico di base. Ovviamente la durata della validità della scelta sarà commisurata alla durata del permesso di soggiorno.
Assistenza medica per i turisti
Se ci si trova al di fuori della propria residenza per vacanza occorrerà rivolgersi, in caso di necessità di assistenza medica, all’ospedale di zona oppure alla guardia medica turistica, che dovrebbe essere operante presso le località di villeggiatura.
Compiti e costi del medico di base
La funzione del medico di famiglia è importante: egli deve assicurare l’assistenza medica di base, valutando la situazione del paziente e indirizzandolo eventualmente verso le successive cure od accertamenti. Dunque non solo fornisce la prima diagnosi e le prime cure, ma fa anche da filtro tra i pazienti e il resto del Sistema Sanitario Nazionale. Ecco cosa fa gratuitamente un medico di base:
- visita in ambulatorio e a domicilio;
- prescrive farmaci;
- richiede visite specialistiche ed accertamenti diagnostici sia strumentali che di laboratorio (attraverso la cosiddetta impegnativa o ricetta rossa);
- richiede il ricovero ospedaliero;
- propone cure domiciliari alternative al ricovero;
- rilascia i certificati medici previsti dagli Accordi nazionali: certificati di riammissione a scuola, certificazione di idoneità allo svolgimento di attività sportiva non agonistica solo in ambito scolastico e certificati di malattia per i lavoratori. Per quanto riguarda i certificati di malattia, dal 2011 il medico è tenuto ad inviare il certificato di malattia online direttamente all’INPS, entro 24 ore dalla visita, dando poi al lavoratore il numero di protocollo dell’invio, che può essere indicato a richiesta al datore di lavoro;
- a discrezione, esegue alcune prestazioni come la sutura di ferite superficiali, la rimozione di punti di sutura e medicazioni, vaccini desensibilizzanti, fleboclisi ecc.;
- le visite ambulatoriali e domiciliari occasionali a persone affette da particolari patologie;
- partecipa a campagne programmate di educazione sanitaria (ad es. educazione alimentare), di prevenzione primaria (ad es. vaccinazioni e screening oncologici) e di prevenzione secondaria (ad es. diagnosi precoce di alcuni tumori);
- partecipa all’assistenza domiciliare integrata (ADI); all’assistenza domiciliare programmata nei confronti dei pazienti non ambulabili (ADP); all’assistenza domiciliare nei confronti di pazienti ospiti in residenze protette e collettività (ADR).
Prestazioni e certificati a pagamento
I certificati per cui il medico di base ha invece diritto ad essere pagato direttamente dal paziente sono:
- certificato di invalidità civile;
- certificato di infortunio sul lavoro;
- certificato di idoneità all’attività sportiva non agonistica.
Il medico di famiglia ha poi diritto ad essere pagato quando svolge attività da libero professionista, in orari notturni e in giorni festivi o prefestivi.
In generale, sono a pagamento tutte quelle attività che svolge su richiesta del paziente e che non sono comprese nell’accordo collettivo nazionale che regola le attività dei medici di base. A pagamento è anche la visita ambulatoriale (15,50 euro) o domiciliare (25,82 euro) richiesta ad un medico di famiglia che non è il proprio.
In ambulatorio o a domicilio: come funzionano le visite?
Il medico di base, nell’organizzare i propri orari di ambulatorio e le visite a domicilio, deve attenersi ai principi che vengono fissati per contrattazione nell’Accordo nazionale collettivo concluso dai sindacati di rappresentanza della categoria.
È tenuto a garantire la propria presenza in ambulatorio per almeno 5 giorni alla settimana, in un arco di tempo che va dalle 8 alle 20 nei giorni feriali e delle 8 alle 14 nei giorni prefestivi, con apertura obbligatoria al lunedì. Deve garantire, nel corso della settimana, l’apertura per le due fasce di orario, mattutina e pomeridiana.
Nello stabilire il proprio orario, che deve poi comunicare all’Azienda Usl e ai pazienti mediante affissione fuori dallo studio, il medico di famiglia deve tenere conto del numero di pazienti a lui assegnati, in modo che la presenza in ambulatorio sia congrua ed efficace rispetto all’attività medica necessaria in quella zona.
Le ore di ambulatorio devono comunque essere almeno 5 alla settimana, se gli assistiti non sono più di 500, almeno 10 ore settimanali se gli assistiti sono da 500 a 1000 e almeno 15 ore settimanali se gli assistiti vanno da 1.000 a 1.500. Ovviamente se un paziente arriva all’ambulatorio entro l’orario stabilito ha diritto ad essere visitato anche oltre tale orario, in caso di attesa.
Visite a domicilio: dovere o scelta?
Le visite a domicilio fanno parte dei doveri del medico di famiglia, ma soltanto se sono giustificate dall’impossibilità per il paziente di muoversi e di essere trasportato in ambulatorio o da una gravità delle condizioni che giustifichi l’urgenza.
Sono quindi un valore aggiunto e la responsabilità di decidere se un caso abbia le caratteristiche dell’eccezione è lasciata tutta al medico, che deve giudicare in base a quanto gli viene riferito del paziente stesso o dai parenti. Le conseguenze di una valutazione sbagliata sono pesanti: il medico che si rifiuti di visitare a domicilio in una situazione che lo richiedeva può essere accusato del reato di rifiuto di atti d’ufficio.
Le visite a domicilio devono essere eseguite il giorno stesso, se richieste entro le ore 10, oppure il giorno dopo entro le 12 se richieste oltre il limite di orario detto.
Visita a domicilio a pagamento
Posso insistere per essere visitata a domicilio anche se non sono in condizioni che mi impediscono di andare o essere accompagnata in ambulatorio? Certamente sì, ma deve essere chiaro che in questo caso, laddove il medico accetti di venire, sarò tenuta a pagare la visita come se fosse una prestazione professionale autonoma, non ricompresa nelle attività gratuite svolte dal medico di base.
paolo
se , (a quanto ho avuto modo di apprendere in relazione all’argomento ), che, per cambiare il proprio medico curante l’unica regola sia quella di rispettare il decorso di almeno 30 gg., nel caso in cui un paziente volesse cambiarne uno al mese per motivi suoi, l’ufficio deputato a certificare gli spostamenti potrebbe opporsi per qualche ragionevole e legittimo motivo?
Enzo
Salve, vorrei sapere se il medico di base può imporre ai suoi assistiti di prenotarsi per essere visitati in ambulatorio.
Grazie.