Netflix: quanti sono gli abbonati?
Un fenomeno che si è sviluppato a partire dal decennio scorso e che, anno dopo anno, ha raccolto sempre più consensi. Nel 2014 si raggiunse il numero di 50 milioni di abbonati in tutto il mondo e sembrava che la rivoluzione avesse raggiunto vette epocali. Dato, in realtà , puntualmente polverizzato: tenendo conto delle stime che si riferiscono all’ultimo trimestre del 2015, il numero di abbonati a Netflix adesso sfiora i 75 milioni: 74,8 per la precisione. Queste cifre sembrano destinate a crescere ulteriormente.
L’idea, com’è noto, nasce e cresce negli Stati Uniti, dove da servizio di noleggio Netflix si tramuta man mano in piattaforma virtuale per la fruizione di serie TV e show televisivi. In questo momento, il numero di abbonamenti sottoscritti negli Usa è di circa 44 milioni mentre, nel vicino Canada, la cifra si aggira intorno ai 4 milioni.
Un successo senza paragoni, quello ottenuto da Netflix. Anche in termini di introiti. Nell’ultimo trimestre del 2015, la piattaforma ha potuto contare su ricavi pari a 1,82 miliardi di dollari, ovvero il 23% in più rispetto a quanto ottenuto nel medesimo periodo un anno prima. Una scommessa vinta, anzi stravinta. Quello che sembrava futuro è già divenuto presente.
Netflix in Sudamerica
Con il trascorrere del tempo, Netflix punta a raggiungere e ad accaparrarsi fette di mercato inesplorate. Se nel Nord America il successo è conclamato, sembra quasi un’eresia non provare a vincere la sfida anche sul versante meridionale del continente. Neanche a dirlo, la scommessa viene vinta: attualmente nel Sudamerica gli abbonamenti sfiorano gli 8 milioni, con i seguenti Paesi ad agire da traino:
- Brasile: 3,3 milioni;
- Messico: 2 milioni;
- Argentina: 800 mila;
- Colombia: 800 mila;
- Cile: 400 mila:
Netflix in Europa
La risposta dell’Europa non si fa attendere e Netflix riesce a fare breccia anche nei cuori degli internauti al di qua dell’Oceano. La Gran Bretagna risponde presente, ma non sono da meno i Paesi scandinavi. Tra le altre forze del Vecchio Continente, spicca l’Olanda, seguita a ruota dalla Germania e dalla Francia. All’Italia dedicheremo parentesi a parte.
- UK: 5 milioni;
- Olanda: 1,6 milioni;
- Svezia: 1,5 milioni;
- Germania: 1,2 milioni;
- Francia: 1,2 milioni;
- Danimarca: 700 mila,
- Finlandia: 700 mila;
- Norvegia: 700 mila;
- Irlanda: 300 mila;
- Belgio: 300 mila;
Netflix in Italia
A ottobre 2015 Netflix inizia a trasmettere anche in Italia. Obiettivo: coprire il 30% del mercato nazionale entro il 2022.
L’inizio è di quelli incoraggianti. Pur non essendovi conferme in merito, nei primi tre mesi il numero di abbonamenti sottoscritti avrebbe raggiunto quota 120mila. Condizionale d’obbligo, ribadiamo, eppure un dato di questo tipo sarebbe davvero confortante, tenendo conto che in Italia il numero di persone che fruisce assiduamente di servizi streaming a pagamento è ben al di sotto del milione. Il catalogo all’inizio non proprio ricchissimo, viene continuamente integrato e al momento sono disponibili migliaia di film, documentari e serie TV. Più contenuti e più abbonamenti: una combo che può rivelarsi vincente.
Nuove frontiere per Netflix
Come si diceva in precedenza, gli Usa come punto di partenza sino a giungere ovunque o quasi. Netflix è riuscita a imporsi anche nella zona del Pacifico, in particolar modo in Australia (350mila abbonamenti), Giappone (250mila) e Nuova Zelanda (circa 150mila). Ma la vera scommessa sono i nuovi mercati. Da qui la scelta di sbarcare in 130 Paesi, tra le new entry figurano India, Russia e Corea del Sud.
Al momento fuori la Cina, anche se l’ingresso potrebbe avvenire in un futuro non troppo lontano. Non raggiungibili, per limitazioni imposte dal governo Usa: Crimea, Corea del Nord e Siria. Dato significativo è quello che riguarda le lingue in cui è fruibile il servizio: ben 21, tra cui coreano, cinese semplice e tradizionale, arabo.
Posso vedere il catalogo di un altro stato?
La possibilità di fruire del catalogo Netflix di un altro Paese non sarà prevista. La piattaforma ha già manifestato l’intenzione e compiuto i primi passi per adottare provvedimenti restrittivi nei confronti di chi cercherà di non rendere visibile la posizione geografica di riferimento per usare il servizio al di là della propria zona di residenza. A ciascuno il suo catalogo, insomma.
Ricordiamo che Netflix non trasmette tutto dappertutto e con gli stessi tempi. Possiamo considerare il catalogo USA come fonte principale per tutti gli altri Paesi, ma con le dovute tempistiche. Per quanto concerne l’Italia, ma non solo, si sta provando a colmare il gap con continui aggiornamenti. La speranza di un unico catalogo su scala mondiale al momento è destinata a rimanere tale.
Gli avversari di Netflix: Amazon e Apple
Il successo riscosso da Netflix ha spinto tante aziende del campo a tentare l’impresa, come Apple, che da pochi giorni ha annunciato la produzione di una nuova serie TV lanciando, di fatto, una nuova sfida al mondo del video streaming. Anche Amazon si è posto sulla stessa linea, annunciando il nuovo servizio Prime Video, una rivoluzionaria piattaforma on-demand, simile a Reed Hastings, che parte con un abbonamento di 8,99 dollari al mese, mentre il servizio precedente era annuale, pari a 99 dollari.
Il servizio Prime Video non è noto come Netflix, e d’altronde in passato non si proponeva come piattaforma streaming, ma ha comunque un vasto numero di clienti garantiti dal fatto che ha scalzato Microsoft ed è leader indiscussa nel commercio in internet, con 73,3 miliardi di euro di fatturato. Non sono, purtroppo previste delle fasce di abbonamento, a differenza di Netflix, ma il prezzo è stato abbassato a 8,99 dollari per invogliare a sottoscrivere il contratto. Un dollaro in meno destinato a fare la differenza, o almeno questo sperano i dirigenti Amazon.
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