Spread fiscale: i dati di Confartigianato
Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato, ha affermato nel corso del suo intervento all’assemblea annuale dell’associazione che presiede:
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“Le misure adottate nell’ultimo anno per attenuare il carico tributario sulle imprese sono un segnale positivo. Ma non bastano. Perché lo spread fiscale tra Italia ed Europa è sempre troppo elevato: 28 miliardi nel 2015“
E poi entra nel dettaglio dei dati rilevati dall’Ufficio Studi di Confartigianato:
“In pratica i cittadini italiani pagano 461 euro di tasse in più all’anno rispetto alla media europea. E il total tax rate, cioè la somma di tutte le imposte e tasse pagate dall’impresa al lordo dei profitti, è pari al 64,8%, il più alto in Europa! Ci aspettiamo che nella prossima Legge di Stabilità siano attuate quelle misure di semplificazione e riduzione degli oneri previste nella delega fiscale e finora rimaste inattuate”.
Spread fiscale: i costi nascosti
Ma nel nostro Paese c’è una voce di costo, soprattutto per le imprese, che non va a finire direttamente in imposte e tasse, ma che si traduce in oneri e/o minori guadagni. Parliamo del tempo che le aziende in primis, ma anche i privati sono spesso coinvolti, sprecano per gli adempimenti fiscali, distogliendolo dalle proprie attività primarie.
Sono 269 ore l’anno quelle dedicate alla burocrazia, al Fisco. E anche in questo caso si tratta di un record negativo rispetto agli standard internazionali, dal momento che la media OCSE è pari a 177 ore, in Germania le ore sono 218, in Spagna 158, in Francia 137 e nel Regno Unito 110.
Tradotte in giornate lavorative da 8 ore, le 269 ore diventano 33 giorni interamente dedicati agli adempimenti fiscali, troppi soprattutto per le aziende più piccole, che non sono strutturate per assorbire tale impegno (si pensi alle ditte individuali con meno di 10 dipendenti).
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