Pensione anticipata e flessibilitÃ
L’idea del presidente INPS è quella di rendere flessibile l’età del pensionamento consentendo, a chi lo desidera o ne ha necessità , di lasciare in anticipo il proprio lavoro. Tutto ha un prezzo però.
Il prezzo in questo caso consiste nell’accettare una pensione calcolata interamente con il sistema contributivo, considerando che chi ha contributi precedenti il 31 dicembre 1995 ha ancora diritto ad una quota di pensione determinata con il più vantaggioso sistema retributivo.
Il lavoratore che decidesse di andare in pensione anticipata dovrebbe inoltre scontare delle penalizzazioni economiche sull’assegno, commisurate alla data di uscita dal mercato del lavoro: prima andrai in pensione più elevato sarà lo sconto che si farà l’INPS sul tuo assegno.
Pensione anticipata di tre anni: la proposta
Nel dettaglio la proposta consiste nella possibilità di andare in pensione tre anni prima, rinunciando però al 3% per ogni anno di anticipo, quindi al 9% in totale. Boeri insiste sempre di più nei confronti del Governo affinché metta mano sulla questione della flessibilità in uscita e sul blocco delle pensioni creato dalla legge Fornero, emanata dal Governo tecnico Monti.
Quest’ultima, secondo Boeri, avrebbe bloccato nelle imprese un certo numero di lavoratori che altrimenti avrebbero deciso di andare in pensione. Ciò ha causato un grave freno nell’assunzione dei giovani.
Che problemi sorgono?
Dando questa flessibilità , un maggior numero di lavoratori deciderà di andare in pensione anticipata causando, almeno inizialmente, un aumento della spesa, che verrà recuperato con le pensioni più basse.
Il problema più grande è costituito però dall’Unione Europea e dalla sua approvazione. Basterebbe, secondo Boeri, far certificare da autorità indipendenti che sul lungo termine questo provvedimento non avrebbe effetti negativi sui conti pubblici italiani. Solo in questo modo la proposta potrà essere esposta alle istituzioni europee.
Come finanziare la pensione anticipata?
Ma oltre alla rinuncia al sistema retributivo e alle penalizzazioni, come può lo Stato finanziare l’accesso anticipato al pensionamento? È dimostrato che le sole penalizzazioni non basterebbero a coprire la voragine nel bilancio dello Stato che si andrebbe a creare in caso di prepensionamento.
La proposta è allora quella di andare a toccare vitalizi e pensioni d’oro che superano gli 80-85 mila euro annui, e passare progressivamente al sistema contributivo per tutti, anche per coloro che ad oggi percepiscono già una pensione determinata col vecchio sistema retributivo.
Le risorse così recuperate andrebbero a finanziare non solo le pensioni anticipate, ma anche un fondo da istituire per garantire un sussidio a tutti coloro che passati i 55 anni si ritrovano senza lavoro.
Il nodo è probabilmente questo: difficile andare a toccare diritti acquisiti da tempo senza imbattersi in resistenze e malumori, per non parlare di un vero e proprio conflitto generazionale.
In arrivo le buste arancioni
Fin dai primissimi giorni di aprile arriveranno, nelle case di 7 milioni di lavoratori, le famose buste arancioni da parte dell’Inps. Queste contengono una simulazione della pensione e un prospetto dell’estratto conto dei contributi. Verranno inviate solo ai dipendenti privati, mentre quelli pubblici la troveranno nel cedolino di paga. L’obiettivo di questa iniziativa è quello di permettere ai lavoratori di conoscere orientativamente la pensione che spetterà loro, per averne maggiore consapevolezza e poter pianificare meglio il futuro.
claudio
a 62 avri avro’ pagato 42 anni di contributi…perché’ penalizzarmi (42-35=7)
a chi vanno quei 7 anni?,mi vengono resi? perché penalizzarmi?
giorgio vecchi
Caro dott.Boeri
cominciamo a predisporre sul sito INPS la possibilità di simulare ANCHE il calcolo con metodo INTERAMENTE contributivo, e magari permettendo di ipotizzare anche una crescita ZERO dei vari indicatori economici.
Senza queste opzioni di simulazione la funzione chiamata “La mia pensione” non serve a nulla