Digitale terrestre, Sky, Netflix, Amazon Prime Video… insomma, hai l’imbarazzo della scelta. Per scegliere il prossimo film che guarderai comincia da qui, dai migliori film del 2019. Dopo aver scritto una raccolta de I migliori film su Netflix nel 2019 e Le migliori serie TV del 2019, qui ti suggerisco quali sono i film usciti nel 2019 che devi assolutamente vedere. Ti condurrò in un viaggio che attraversa differenti generi cinematografici e che racconta storie affascinanti e appassionanti.
Il 2019 è stato un anno ricco e intenso per la cinematografia italiana e straniera, che ha proposto alcuni tra i migliori film dell’ultimo decennio.
Tra drammi, sequel, commedie, rivisitazioni di cult, action movie e blockbuster di supereroi, non sono mancate le grandiose interpretazioni e le intricate introspezioni psicologiche, nelle quali tutti ci siamo sorpresi a riconoscere una piccola parte di noi stessi.
Tante anche le storie per bambini, le animazioni principalmente Disney, che hanno visto le sale riempirsi di giovanissimi.
Ma perché il cinema ci attrae ancora così tanto, nell’era dei migliori schermi domestici, quando con un semplice telecomando possiamo scegliere di vedere il nostro film comodamente dal divano? Alcuni assidui dei cinema sono veri intenditori, che amano la critica letta e fatta da se stessi, che difficilmente perdono una nuova uscita e la vivono come arte.
Ci sono poi gli amanti di questa passione alla portata di tutti, che trasforma l’esperienza artistica in un’occasione sociale attraverso cui trarre spunti di conversazione o più semplicemente un diversivo per passare la serata. I motivi che ci spingono fino al grande schermo sono tanti, semplici o complessi, ci regalano un paio d’ore di assoluto stacco dalla realtà, senza distrazioni: il cinema è uno dei rari luoghi in cui ci concediamo ancora di spegnere il telefono, o almeno di non guardarlo.
Questo nostro anno ha visto grandi flussi alle biglietterie e si è aperto con importanti titoli già pluri-premiati come La favorita di Lanthimos e molti altri che segneranno la storia cinematografica, come l’ultimo capitolo della saga di Star Wars diretto da J.J. Abrams o il Pinocchio di Matteo Garrone.
Numerose sono state anche le avvincenti trame per i piccoli, da Dumbo ad Aladdin fino Il re leone e Frozen.
Molti sono già stati premiati, altri lo saranno presto.
E se il tempo per vedere i vostri preferiti non ti fosse bastato? Abbiamo preparato per te una carrellata dei migliori film, perché tu possa almeno attendere, anche se con un po’ di emozione in meno, di vederli sul piccolo schermo.
L’Ufficiale e la spia
Tra i migliori e imperdibili, L’Ufficiale e la spia, diretto da Roman Polanski: film drammatico ambientato nella Francia repubblicana di fine 800, in cui si consumò un caso giudiziario rimasto nella memoria collettiva e ancor oggi oggetto di molti dibattiti, per la sua purtroppo continua attualità. Si tratta del caso Dreyfus, capitano dell’esercito francese, sacrificato e dichiarato ingiustamente reo, nonostante la sua unica colpa fosse quella di non professare la fede cattolica, bensì quella ebraica. È la storia di un uomo accusato, denigrato e umiliato davanti a un popolo furioso e cieco, esiliato e distrutto, solo per essere stato scelto come facile pedina per una strategia che voleva un colpevole. L’antisemitismo diffuso fu sufficiente per accettare un’ingiusta sentenza di colpevolezza, che scagionava il prestigio dell’esercito di fronte ai cittadini ben consci dell’instabilità politica nazionale.
Il film storico di Polanski porta alla luce un tema attuale più che mai. L’antigiudaismo è solo una delle tante possibili sfaccettature di un’Europa che incoraggia il razzismo e vede nascere nuovi fan del Nazismo. Con deciso distacco emotivo e professionalità, il regista influenza la nostra percezione, mostrandoci una lampante realtà grigia e ottusa, contrapposta al virtuosismo scenografico in cui rappresenta un mondo ideale che spesso è stato riprodotto sulle tele di grandi pittori come Monet o Henri de Toulouse-Lautrec.
Parasite di Bong Joon-Ho
Uno dei migliori film del 2019 è stato sicuramente Parasite di Bong Joon-Ho. Lo stile moderno del regista, sempre estremamente rispettoso del linguaggio classico, ci descrive uno spaccato sociale incredibilmente attuale e forse eterno in cui il superfluo si contrappone al necessario: una famiglia di poveri inganna una di ricchi. Con un espediente, il giovane Ki-Woo si fa assumere come tutor d’Inglese nella villa di una ricca famiglia alto borghese. Con un piano cinico e una serie di menzogne, riesce ad inserire tutti i membri della sua famiglia con diverse mansioni: governante, autista del capofamiglia e insegnante d’arte del piccolo di casa. Quando, però, tutta la loro vita sembra aver raggiunto un equilibrio, un evento inaspettato, come sempre in agguato, ribalta tutti i suoi piani…
L’esilarante Boon Joon-Ho non lesina le sferzate alla società contemporanea, le metafore taglienti e aggressive. Due blocchi contrapposti caratterizzano il mondo rappresentato: gli “scarafaggi” pronti a tutto pur di soddisfare i propri bisogni primari e gli alto-borghesi con la loro educazione snob e la cortesia che maschera un meschino egoismo, malcelato dietro i loro rituali fatti di vuota apparenza. Ma sopra a tutti aleggia l’ineluttabile verità universale affermata da un Kang-ho Song, presenza irrinunciabile per il cineasta: “Se fai un piano, la vita non funziona così… senza un piano niente può finire male”. Così i personaggi si trovano di fronte al solito caso, alla combinazione di coincidenze incontrollate, che cambiano le nostre vite a dispetto delle trame perfette che abbiamo tessuto.
St. Pauli di Fatih Akin
Tra i film migliori dell’anno non può mancare Il mostro di St. Pauli di Fatih Akin. Una pellicola destinata a spettatori corazzati e non troppo sensibili, capaci di sostenere la terribile realtà di fatti truci realmente accaduti. È un excursus nella vita e nella psiche disturbata di un assassino seriale, con cui il regista ci spinge a riconoscere un forte grado di empatia. Ci fa entrare a stretto contatto col pensiero del più infimo livello umano. Senza sangue, horror o efferatezze palesi, Akin, ci catapulta in un mondo di bassifondi imbruttiti, nel ritrovo malfamato in cui l’assassino incontrava le sue vittime, le faceva bere e le conduceva a casa per obbligarle al sesso, picchiarle e strangolarle, fino a farle a pezzi e nasconderle in uno stanzino del suo repellente attico. Non sono le scene a farci rabbrividire, ma i suoni, il trucco e l’abilità della regia. Non fa appello a scene scioccanti, ma a quelle sfumature che la nostra percezione riesce a cogliere camminando sul filo di una psicologia perversa. Così, ad un certo punto arrestiamo il giudizio e ci mettiamo in parallelo con quest’anima lurida e malata, per osservarla e comprenderla e, per poco, non vediamo più il mostro, ma l’essere umano.
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Dalla quarta alla decima posizione, ecco i migliori film del 2019:
4. Storia di un matrimonio di Noah Baumbach:
la storia di Charlie (Adam Driver) e Nicole (Scarlett Johansson), una coppia sposata, con un bambino, la cui reale perfezione, fatta dei magici equilibri familiari, improvvisamente si incrina. Scontri dettati da tenacia e orgoglio raccontano la storia del divorzio e i vani tentativi del figlio di contrastare l’inevitabile.
Mentre le due figure adulte e mature dipendono ormai dalle accanite guerre legali, scoprono che l’unica soluzione alla loro infelicità risiede in loro e nella capacità di ragionare nuovamente insieme e di muoversi secondo l’unico sentimento che li unirà per sempre, che non è l’amore, ma è comunque talmente potente da trasformare la fine in un nuovo inizio.
5. C’era una volta… a Hollywood di Quentin Tarantino:
ambientato ovviamente nella “Mecca del cinema”, la sua essenza non risiede nella trama, ma nei luoghi e nei personaggi che lo animano. Siamo nella Hollywood del 1969, subito dopo la rivoluzione sociale della “Summer of Love” e appena prima del brusco cambiamento in seguito agli omicidi di Charles Manson. Rick Dalton, attore televisivo di telefilm western in declino, e la sua controfigura Cliff Booth sono in costante caccia ingaggi in uno dei momenti di crisi della grande patria della cinematografia.
In perfetto “stile Tarantino” ci sono momenti divertenti, nei quali non si può trattenere la risata, citazioni, riferimenti e situazioni che solo il regista sa creare. O lo si ama o lo si odia, ma chi ne apprezza l’indubbio talento, qui ha l’occasione per scoprire un autore più maturo, in cui il personale prevale sullo scenografico. Inutile dire che alla maestria del cineasta si aggiungono le impareggiabili interpretazioni di Pitt e Di Caprio.
6. Star Wars: L’ascesa di Skywalker, di J.J. Abrams:
è il nono capitolo e il finale epico dell’epopea su Skywalker. Quel che rimane della Resistenza affronta ancora una volta il Primo Ordine, da cui esce decimata. Così si tentano nuove alleanze: Finn, Poe e Rey combattono uniti contro minacce che arrivano dal passato, in un’atmosfera ostile e stellare.
Nel frattempo, l’antica battaglia tra Jedi e Sith tocca i livelli più alti, ponendo, aggiungiamo purtroppo, fine alla saga di Skywalker. Il film si addentra con i consueti spaccati nel passato di Rey, ormai pienamente convinta di voler essere parte del Lato Chiaro della Resistenza. Ne rivela l’identità dei genitori, la fa vedere scontrarsi con Kylo Ren e ci prepara ad un’insolita, ma tanto attesa alleanza.
7. Joker di Todd Phillips:
è la storia di una sofferenza che si trasforma in follia.
Arthur Fleck è un aspirante attore, fallito in partenza, figlio di una donna malata. Per campare indossa una maschera con un sorriso posticcio, evidente metafora del suo stato interiore. Solo una serie di eventi lo trasformeranno in Jocker, nell’antieroe tragico dall’intricato peso psicologico.
Il protagonista e la sua risata inquietante entrano nella testa dello spettatore con tutto il malessere, la malattia e l’incapacità d’ integrazione in una società colpevole. Phoenix racchiude l’essenza del personaggio, sempre più lontano dal criminale da cartoon spogliato di umanità. Ne fa un uomo, un reietto che in una Gotham City trasformata in luogo dell’anima, lotta per la sopravvivenza, perdendo il concetto di bene e male.
8. Non ci resta che il crimine, di Massimiliano Bruno:
Moreno e Sebastiano, due sfaccendati, o come li definisce l’amico Gianfranco, due “poracci”. Sono cresciuti insieme e con loro c’era anche Giuseppe, oggi commercialista precario, che subisce le vessazioni del suocero e di una ex moglie esigente. Nel tentativo di sfuggire alle difficoltà, i tre amici attraversano una porta spaziotemporale che li catapulta all’epoca in cui erano bambini: il giugno 1982, durante i Mondiali di Calcio di Spagna, nella Roma governata dalla Banda della Magliana. In un primo momento i tre intravedono l’occasione per fare un sacco di soldi, sfruttando le conoscenze calcistiche a proprio vantaggio, ma finiscono invece per indebitarsi col capo della Banda, che gestisce le scommesse clandestine
Tra piani strampalati, rapine e qualche idea geniale, il trio riuscirà, non senza fatica e con l’aiuto di una vecchia conoscenza, a tornare nel 2018, dove però li attende la vendetta della Banda.
Come si suggerisce il titolo, è un “Non ci resta che piangere” rivisitato, fatto di azione, in cui si ride del contrasto fra passato e presente, mentre si afferma sempre più l’idea che ieri si stava meglio.
9. Downton Abbey, di Michael Engler:
in una selezione dei 10 migliori film, non potevamo non pensare agli amanti delle serie, così, dopo 52 episodi e sei stagioni televisive, Downton Abbey si presenta sul grande schermo, con tutta quella sofisticata eleganza delle aristocratiche famiglie inglesi.
I personaggi della versione cinematografica restano fedeli alle rispettive caratterizzazioni e alle aspettative degli affezionati. Tutto scorre senza una trama troppo coinvolgente, ma stabile e rassicurante, tra tazze di tè e cappellini signorili.
2 ore e 3 minuti di perfezione e ordine, un antidoto ben riuscito al mondo anarchico e sovversivo governato dal caos di Gotham City. Siamo così proiettati in un tempo in cui il conflitto sociale era solo un flebile sentimento e il divario non si pagava a caro prezzo. Si percepisce comunque come il film sia il preludio al declino dell’aristocrazia e come il sovvertimento dell’ordine sia dietro l’angolo.
10. Maleficent- La Signora del Male di Joachim Ronning prodotto da Disney:
a metà tra il mondo infantile e quello adulto, il film ha attratto nelle sale un pubblico misto.
La trama è quasi mitologica: Aurora e Filippo annunciano il loro fidanzamento. Con loro si uniranno non soltanto due terre, l’Ulstead e la Brughiera, ma anche il regno degli umani con quello delle creature magiche. I genitori del principe ne sembrano entusiasti, mentre Malefica, che ha cresciuto Aurora come una figlia, è diffidente, memore della sofferenza tremenda che l’amore può causare. Alla cena di fidanzamento iniziano i guai, che si susseguiranno in un incalzare continuo fino a sfociare in un acceso conflitto, che vedrà alla fine il trionfo del bene sul male.
Pellicola dibattuta, resta comunque inconfutabile prova di un sapiente mix di elementi scenografici e emozionali che hanno saputo coinvolgere grandi e piccini
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