I due consigli di amministrazione di FCA e PSA hanno dato il via libera alla fusione delle due case automobilistiche. Ecco un estratto del comunicato congiunto:
Le discussioni in corso aprono la strada alla creazione di un nuovo gruppo di dimensioni e risorse globali, detenuto al 50% dagli azionisti di Groupe PSA e al 50% dagli azionisti di FCA. In un settore in rapida evoluzione, con nuove sfide in termini di mobilità connessa, elettrificata, condivisa e autonoma, la società risultante dalla fusione farà leva sulla sua forza nella ricerca e sviluppo e sul suo ecosistema globale per accelerare l’innovazione e affrontare queste sfide con agilità ed efficienza negli investimenti.
Quali sono le motivazioni di questa fusione?
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- Costituzione del quarto gruppo mondiale nel settore, con una produzione di quasi 9 milioni di veicoli.
- Presenza consolidata di FCA in Nord America ed America Latina e di Group PSA (Peugeot) in Europa.
- Integrazione di segmenti presidiati dai due gruppi con la copertura di: luxury, premium, veicoli passeggeri mainstream, SUV, truck e veicoli commerciali leggeri.
- Focus su mobilità sostenibile, propulsione elettrificata, guida autonoma e connettività digitale, che beneficerebbe della fusione delle competenze.
Che fine fanno gli stabilimenti Fiat Chrysler e PSA?
Nel comunicato congiunto si sottolinea che sono stimati risparmi annuali pari a 3,7 miliardi di euro ma che non sono previste chiusure di stabilimenti.
Gli stabilimenti sono un nodo fondamentale e la preoccupazione dei sindacati è espressa nelle parole di Francesca Re David, segretario generale Fiom Cgil:
“In Italia c’è una capacità produttiva installata di 1,5 mln di auto ma ne vengono prodotte meno della metà. I nostri stabilimenti sono pieni di cassintegrati, la fusione è molto rischiosa”.
Chi ha comprato chi?
All’annuncio dell’approvazione della fusione, i titoli azionari di FCA sono volati al +9% in Piazza Affari. Reazione diametralmente opposta alla borsa di Parigi per Group PSA, che in mattinata crolla al -11% per poi assestarsi a -7,4%. Alla chiusura di martedì, valevano rispettivamente 18,5 e 22,6 miliardi.
La fusione è alla pari, il nuovo consiglio di amministrazione del nuovissimo quarto produttore automobilistico al mondo sarà di undici componenti, cinque PSA, cinque FCA e un amministratore delegato “indipendente”. In realtà l’ago della bilancia sembrerebbe pendere molto dalla parte dei francesi che si sono riservati l’incarico operativo per l’attuale numero uno di Peugeot, Carlos Tavares, a John Elkann toccherà la presidenza.
Inoltre, secondo i calcoli di Kepler Cheuvreux, PSA riconosce ai soci FCA un premio da 6,7 miliardi rispetto alle quotazioni di Borsa antecedenti l’inizio delle voci sulla fusione. Secondo la società di consulenza Equita, i francesi hanno pagato “un buon premio” e si sono assicurati la “maggioranza” per il controllo del nuovo gruppo.
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