L’agricoltura in Italia, dati ISTAT2015, sembra essere in ripresa con il suo 2,3% del valore aggiunto nazionale. È proprio in questo momento, molti pensano a differenziare la propria offerta per evitare l’aumento della concorrenza sulle colture tradizionali.
Un esempio è data dalla coltivazione del bambù, un’opportunità le cui caratteristiche principali sono:
- molteplicità d’uso del bambù (food, tessile, design, etc);
- alta sostenibilità ambientale;
- ottima redditività.
Fabrizio Pecci, Presidente del CBI (Consorzio Bambù Italia srl) ha creduto così tanto nel mercato del bambù che ha aperto i “Vivai Onlymoso” nei quali vengono preparate le piante madri certificate, stringe accordi per la raccolta di canne, germogli e rizomi e assiste i coltivatori in questo “nuovo” business.
Per scoprire quali sono i vantaggi e le opportunità offerte dalla coltivazione del bamboo, ho partecipato alla conferenza del 9 dicembre 2016, a Bussero presso l’Azienda Agricola F.lli Manzoni che ha destinato un ettaro dei propri terreni alla coltivazione del bambù.
Cos’è il bambù o bamboo
È una graminacea gigante sempreverde. Questo implica che avrà sempre foglie anche questo fonte di business) e geneticamente programmata per resistere e propagarsi. I ciclo di vita è di 80-100 anni, ma ci sono bambuseti in Cina anche di 600 anni. Nella foto le caratteristiche principali della selezione OnlyMoso del Consorzio Bambù Italia.
Redditività agricoltura a Bambù
Il bambù cresce molto velocemente e non ha bisogno di cure particolari. I primi tre anni dopo l’impianto sono quelli più delicati, in cui le piante sono improduttive e devono essere concimate e idratate con impianti a goccia o a spruzzo. In compenso però un bambuseto adulto provvede ad una autopacciamatura con le foglie secche e riesce a mantenere l’umidità nel terreno.
Ecco come si presenta il campo di proprietà dell’Azienda Agricola F.lli Manzoni. Le piante sono distanziate una dall’altra di circa 2,5 metri, sembra tantissimo, ma Andrea Menini, Area Manager del Consorzio, spiega agli oltre 60 imprenditori, agricoltori e investitori riuniti per avere informazioni, che quello spazio sarà totalmente occupato una volta che il bambuseto avrà raggiunto la maturità (4/5 anni).
L’impianto è stato fatto ad aprile 2016, quindi le piante sono giovanissime ma hanno già iniziato a fare il loro lavoro, infatti dalla pianta madre sono nati nuovi fusti più robusti, questo processo non si arresterà mai.
Ho chiesto ad Agostino Manzoni, uno dei proprietari dell’azienda agricola che ci ospitava, per quale motivo ha deciso di abbandonare le coltivazioni tradizionali e passare alla coltivazione di bambù. Questa la sua risposta:
Noi agricoltori abbiamo sempre combattuto le piante graminacee infestanti e per assurdo ora è una fonte di business. Abbiamo deciso di dismettere definitivamente la produzione di mais e per svariate ragioni. I costi di produzione e le risorse necessarie (una su tutte l’acqua) sono troppo elevati e i guadagni per ettaro ormai ridicoli. Anche se dovessimo decidere di non venderlo non potremmo certo usarlo per alimentare le nostre mucche, ormai il mais ha un’altissima probabilità di contenere micotossine.
Il bambù non ha bisogno di cure e pochissima acqua (se paragonata a quella necessaria per il mais) inoltre gli usi sono molteplici, dal cibo ai mobili, bevande e vestiti. Mia moglie non riesce più a pulire i vetri se non con il panno di fibra di bamboo! Quindi da imprenditore mi rendo conto che avrò la possibilità di piazzarlo molto più facilmente che il mais.
Allianz Bank crede in questo progetto e ho avuto modo di parlare anche con Marco Maria Davide Ferrara, Financial Advisor. “Il nostro compito è quello di supportare chi vuole entrare in questo business è a bisogno di farsi finanziare”
Mercato del bambù: usi e destinazioni
Il mercato del bambù è veramente ampio. Parliamo di 1.500 usi differenti. Per darti un’idea: vele, carta, tessuti, farmaci, canne da pesca, tubi per irrigazione, filtri, telai per le biciclette, arredi, intere costruzioni. E non solo, ha ottime proprietà nutritive e i germogli di bambù potranno soddisfare la crescente richiesta di proteine differenti da quelle di provenienza animale.
Coltivazione a bambù e sostenibilità ambientale
Altra fondamentale caratteristica della coltivazione a bambù e la sostenibilità ambientale. Le foreste di bambù assorbono anidride carbonica ben 5 volte di più della foresta tradizionale con conseguente rilascio superiore di ossigeno (+35%). Le foglie sono caduche, questo significa che il terreno viene sempre alimentato dalla loro decomposizione. Non richiede l’uso di prodotti chimici antiparassitari, il bambù ha forti proprietà antimicotiche e antibatteriche.
Le sue capacità fitodepurative aiutano nella riqualificazione delle aree adibite a discarica. In fase di bonifica, dopo la messa a riposo per conclusione di attività, il capping può essere composto di una percentuale di piante di bambù, in sostituzione della classica copertura vegetale prevista.
Grazie al suo apparato radicale, inoltre, aiuta in caso di smottamento o dissesto. I pendii e i terrazzamenti possono essere rinforzati con coltivazione a bambù.
Facciamo due conti. Qual è la redditività?
I costi indicati si riferiscono a un ettaro di terreno in cui sono stati piantati 1.200 bambù il cui costo complessivo è di 31.000 euro. A questi vanno aggiunti 6.300 euro di costi di lavorazione (messa a dimora, pacciamatura, realizzazione fossi perimetrali, etc) e circa 1.000 euro l’anno di mantenimento fino all’inizio della produzione. Quindi il Consorzio Bambù Italia stima un costo complessivo di 34.800 euro a cui va aggiunta l’iva.
Guadagni
- Prezzo minimo stimato di vendita dei germogli: 2€ – 5€ al Kg.
- Prezzo minimo stimato di vendita delle fusti: 12€ – 15€ al pz.
- Stima 5.000 pz. fusti € 60.000
- Stima 10.000 Kg Germogli € 20.000
- Totale guadagno annuale stimato: 80.000 euro
Il guadagno dipende ovviamente dai prezzi dei fusti e germogli (al momento a dire il vero molto conservativi, quindi il guadagno potrebbe essere superiore) e che i costi rimangano quelli stimati.
Aspetti da prendere in considerazione
- Tutte le lavorazioni devono essere fatte a mano. Non esistono infatti macchinari per la piantumazione o la raccolta. I germogli devono essere tagliati a mano, così come le canne. Nella pianificazione del campo bisogna prevedere sentieri e passaggi per uomini e mezzi, in modo da agevolare la raccolta.Andrea Menini ci tiene a precisare che siamo nella fase pionieristica e quindi nel tempo i macchinari arriveranno. Infatti Agostino Manzoni ha già realizzato un macchinario per provvedere alla piantumazione del suo campo, mi ha detto che per il suo ettaro con 1.200 piante ha impiegato un giorno di lavoro.
- Il bambù gigante è una pianta infestante e “dura a morire”. Da considerare certamente come un enorme vantaggio, visto che non ha parassiti naturali e non ha bisogno di agrofarmaci. I suoi rizomi non stanno mai fermi e si propagano sotto terrà, quindi bisogna avere l’accortezza di delimitare il campo con un solco profondo 50 centimetri. Proprio come quello che ho visto a Bussero.
A chi può interessare questo business?
Se ti stai chiedendo se questa opportunità di business è rivolta esclusivamente a chi possiede del terreno, la risposta è no. Chiunque può partecipare a progetti legati alla coltivazione del Bambù gigante Onlymoso, pur non avendo terreni o nozioni di botanica. Infatti è possibile investire in questo business tramite una partecipazione economica per dei terreni che saranno gestiti da esperti qualificati. Nell’immagine potrai vedere il campo di 16 ettari scelto dal Consorzio Bambù Italia per la coltivazione di bambù tramite il sistema a “quote”.
Ecco cosa dice in merito Andrea Menini durante la conferenza
È un terreno non “stressato” da coltivazioni precedenti, ma sarà comunque ulteriormente concimato. Saranno piantumate 1.200 piante per ettaro così da avere la massima densità e accorciare i tempi per avere un ritorno sugli investimenti.
Conclusioni
Ci sono da fare in merito diverse considerazioni.
- Feedback online, non ci sono commenti negativi su questo business. Ho cercato anche bambuseti non gestiti dal CBI e al momento sono tutti molto fiduciosi.
- Mercato promettente. Effettivamente le applicazioni del bambù sono tantissime. Quindi anche se un mercato dovesse, per qualsiasi motivo, fermarsi ce ne sono tantissimi altri.
- Coltivazione poco impegnativa in termini di manutenzione.
- Ritorno dell’investimento notevole e abbondantemente superiore a qualsiasi coltivazione tradizionale con tutti i mercati “maturi” e competizione alle stelle.
Il mio consiglio è quello di controllare sul sito Consorzio Bambù Italia quando sarà organizzato il prossimo evento e di iscriverti. Così potrai fare le tue considerazioni. Come diciamo sempre: se ti informi, scegli il meglio per te.
salvatore
Ho un terreno di circa 26000 mq in provincia di Lecce a quanto si aggira l’investimento per impiantarlo? grazie