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Multe non pagate: costano il 10% in più

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La Cassazione torna ad occuparsi di multe stradali e questa volta cala un colpo parecchio duro sui conducenti smemorati, che si ritroveranno a pagare somme più alte della multa iniziale. La Corte ha infatti riconosciuto validità a quella norma che consente di aggiungere un 10% in più ogni 6 mesi successivi alla scadenza della multa.

Proprio sulla legittimità di questi aumenti si fondava la causa portata sino davanti alla Corte di Cassazione, che inaspettatamente ha dato ragione all’ente che multava.

Multe non pagate: cosa dice la Cassazione

La Cassazione, con l’ordinanza n. 27887/2017, ha sancito l’applicabilità dell’art. 27 della l. 689/1981 anche alle sanzioni per violazioni al Codice della Strada, ovvero alle comuni multe. Ma cosa prevede esattamente questo articolo, il cui titolo recita “Esecuzione forzata”?

“Salvo quanto previsto nell’art. 26, in caso di ritardo nel pagamento la somma dovuta è maggiorata di un decimo per ogni semestre a decorrere da quello in cui la sanzione è divenuta esigibile e fino a quello in cui il ruolo è trasmesso all’esattore. La maggiorazione assorbe gli interessi eventualmente previsti dalle disposizioni vigenti.”

La norma non è affatto nuova e la legge è del 1981. Come mai la Corte ne parla soltanto ora? Perché negli anni si era diffuso l’orientamento, ribadito dalla stessa Cassazione nel 2007, per cui questa norma non era da riferirsi alle multe per violazione del Codice della Strada.

Fidandosi di questo indirizzo giurisprudenziale, una signora ha ritenuto di impugnare la cartella esattoriale che le richiedeva il saldo di una multa non pagata e di altre somme addebitate per ogni semestre successivo alla scadenza, ottenendo vittoria piena davanti al Giudice di Pace.

Il Comune di Bari, quale ente che aveva emesso la multa, ha impugnato la sentenza prima davanti al Tribunale, ottenendo una parziale vittoria, poiché il Giudice riteneva comunque che la cartella fosse da annullare proprio per la parte in cui addebitava le somme ai sensi del citato art. 27. Poi, non soddisfatto, ha portato la causa sino in Cassazione, ottenendo questa volta una vittoria piena e il diritto all’aumento del decimo per ogni semestre.

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Multe non pagate: via libera all’aumento del 10%

Sicuramente non se lo aspettava la ricorrente che ha impugnato la cartella, ma questa volta la Cassazione ha ribaltato le decisioni precedenti e ammesso la legittimità dell’incremento previsto dall’art. 27 citato. Quindi è legittimo che chi non paga una multa veda il proprio debito lievitare del 10% ogni sei mesi.

La Corte spiega il perché: lo scopo della norma non è addebitare costi, interessi o ottenere il risarcimento di un presunto danno. Lo scopo della norma, coerentemente con il testo normativo in cui è inserita, è di punire chi non paga le multe entro i termini. Come dire: hai violato il Codice della Strada, hai omesso di pagare la sanzione prevista, ben ti sta che la multi ti cresca come un panettone ben riuscito.

Attenzione alle scadenze

L’interpretazione della Corte è pienamente condivisibile? Forse non del tutto: il comma dell’art. 27, che riporta l’aumento del 10%, precisa che tale aumento assorbe gli interessi, dunque il Comune può scegliere tra addebitare gli interessi o questo 10%. Dal che se ne potrebbe dedurre e argomentare che non è forse così esatto che quel 10% abbia natura di sanzione ulteriore per chi non paga.

Resta il fatto che ora c’è un motivo in più per prestare attenzione alle multe ricevute e alle loro scadenze, soprattutto se si è deciso di non impugnarle immediatamente.

Certo non è difficile immaginare che, ricevuto l’ok di una Corte così importante, i Comuni faranno a gara ad addebitare l’aumento sanzionatorio, con un occhio alla legge e uno ai propri conti che, come noto, sono spesso sostenuti dalle entrate delle multe.

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