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Autovelox: pagare la multa o fare ricorso?

Ogni giorno riceviamo tantissimi commenti ai post del blog che alimentano la discussione, magari coinvolgendo più tematiche ed eventuali soluzioni, ma per alcune domanda è difficile fornire una risposta immediata e/o efficace. Il caso che affronteremo oggi parte dal commento di un nostro lettore, che dopo aver ricevuto una contravvenzione per eccesso di velocità, ci chiede cosa può fare per contestare la multa e se è possibile creare un’associazione per la tutela dei cittadini multati. Partiamo dalla riflessione del nostro lettore Cesare:

“Questa estate (2012) sono stato multato per aver superato di 10 Km/h il limite massimo di velocità. Volete sapere quanto era il limite di velocità? Era di 60 Km/h dove invece, non essendoci nessuna pericolosità, potrebbe essere benissimo di 80 Km/h. La strada dove è posizionato l’autovelox ha un leggera pendenza per cui, pur viaggiando a bassissima velocità, si rischia quasi certamente di oltrepassare il limite dei 60 Km/h specialmente se uno non è del posto. Sistemato in quel punto “strategico” serve solo a rimpinguare le finanze del comune che lo ha installato, mentre non è affatto utile alla sicurezza stradale. In breve, mi è stata notificata una contravvenzione, rilevata da un autovelox sulla strada di Coccia di Morto (località vicino a Fiumicino Roma), per aver superato il limite di velocità di 3 km/h oltre i 5 Km/h di abbuono. Non so Voi cosa ne pensiate ma a me sembra una cosa molto offensiva, ridicola e restrittiva della libertà personale. Ho fatto ricorso alla Prefettura di Rieti, adducendo al fatto che non ho la possibilità di pagare tale cifra in quanto viviamo io e mia moglie con la mia pensione di vecchiaia di € 450 e quindi una multa di € 165 euro sconvolgerebbe moltissimo le mie finanze. Al momento la risposta è stata che non esiste nessun possibile ricorso che possa scagionarmi dal pagamento della multa. Uno potrebbe dire “Ma con quella pensione come fai a mantenere un’auto?” e subito gli rispondo che la macchina è di mia figlia e quel giorno me l’aveva prestata per accompagnare un amico che doveva andare vicino Rieti e da quel favore avrei potuto ricavare € 20 di ricompensa. Se qualche  lettore sa come posso difendermi da questo pagamento, che non potrei sostenere, lo pregherei di scrivermi una email (cesaremarinucci@libero.it). Io sarei propenso a creare un’associazione che possa difendere chi incappa in queste situazioni, patrocinando solo ed esclusivamente chi supera le velocità consentite di pochissimi chilometri. Voi che ne pensate? Cordiali Saluti”
Cesare Marinucci

La vicenda mette in luce come il signor Marinucci sia cosciente di aver superato la tolleranza del 5% prevista per il superamento dei limiti di velocità, che resta di 5 km/h sotto i 100k/h, quindi della regolarità della multa ricevuta. Emerge che l’autista viaggiava a più di 70km/h in una strada in discesa, potenzialmente suburbana, in cui il limite è di 60km/h e che quindi la contravvenzione è difficilmente impugnabile.

La “difficoltà” del caso nasce dalle “prove” fornite dall’autista sia riguardo al posizionamento della strumentazione che dalla motivazione economica. Per quanto riguarda il dispositivo esistono delle regole precise, che se non rispettate possono essere contestate, invece per la motivazione possiamo solo suggerire al signor Marinucci di far ricorso al Giudice di Pace.

Infine il signor Cesare vorrebbe realizzare un’associazione, magari con l’aiuto degli altri lettori, che possa tutelare e difendere chi viene multato “illegalmente”. Noi consigliamo di rivolgersi alle associazioni di tutela dei consumatori già esistenti, che hanno esperienza e professionisti per ogni settore,  altrimenti nel caso ci siano persone e voglia concreta di creare una nuova associazione c’è bisogno di un atto pubblico necessario per il riconoscimento giuridico. Non può mancare una sede legale, magari anche una fisica che possa semplificare le relazioni con i consumatori, e un minimo di iscritti. Notaio e commercialista sono quasi obbligatori.

Sperando di aver dato una mano a tutti voi, vi lasciamo con l’ultima domanda del signor Marinucci: “Voi che ne pensate?”.

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