Di quanti giorni di lavoro hanno bisogno le piccole e medie imprese per pagare le tasse? A rispondere a questa domanda è l’analisi fatta dall’Osservatorio permanente della CNA sulla tassazione delle PMI. I dati, oltre a dirci quand’è il tax free day per le imprese, sottolineano le differenze tra città e zone d’Italia.
Tax free day per le PMI: lo studio della CNA
Se i cittadini hanno lavorato fino al 3 giugno per pagare le tasse, alle PMI va peggio. L’Osservatorio permanente della CNA sulla tassazione delle PMI ha analizzato 124 Comuni italiani, capoluoghi di regione e di provincia, per determinare la pressione fiscale sulle piccole e medie imprese da nord a sud.
La classifica è basata sulla tassazione di un’azienda tipo: un’impresa individuale con 5 dipendenti, un fatturato di 430.000 euro e un utile di 50.000 euro. I risultati dello studio sui redditi 2017 sono riassunti nel progetto taxfreeday.it.
La città più a misura di PMI è Trento, con una tassazione complessiva del 54,1%. In città le imprese “si libereranno” dal Fisco il prossimo 19 luglio. La peggiore è Reggio Calabria, con una tassazione che arriva al 73,4% e dove gli imprenditori dovranno lavorare fino al 24 settembre per far fronte a tutti gli adempimenti fiscali.
Tassazione PMI: il confronto tra le capitali europee
L’Osservatorio della CNA ha esteso la sua analisi anche a diverse capitali europee. Dal confronto tra la tassazione delle PMI di Roma e le PMI con le stesse caratteristiche ma con sede all’estero emergono diverse differenze.
Tra le città prese in considerazione, la capitale europea in cui si pagano meno tasse è Londra. Qui la percentuale di reddito usata per coprire gli adempimenti fiscali è pari al 32%, con una pressione tributaria che è solo del 25,8%. A Roma il total tax rate è del 69,3%, con una pressione tributaria che arriva al 49,1%. A fare peggio è solo Parigi, dove una PMI impiega il 77% del reddito per pagare le tasse e i tributi sono il 51,6% del totale.
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