Che cos’è il baratto amministrativo?
Il baratto amministrativo, disciplinato dall’articolo 24 del Dl 133/2014, prevede la possibilità ad Comune di consentire ai cittadini di eseguire lavori di pubblica utilità riconoscendogli la possibilità di saldare i propri debiti o pagare un numero ridotto di tasse.
Per poter prevedere questa forma di aiuto social, è necessaria una delibera comunale che preveda un regolamento specifico con tutti i criteri e le condizioni del rapporto di collaborazione, nonché gli interventi di pubblica utilità che dovrebbero essere fatti (come la manutenzione delle aree verdi, delle strade, delle piazze o altre finalità di interesse comune).
Il baratto amministrativo, ovviamente, non consente un’esenzione a vita dal pagamento dei tributi, il tempo può essere limitato e la scelta è discrezionale per ogni Comune.
Come funziona il baratto amministrativo?
Per poter beneficiare dei particolari vantaggi che derivano all baratto amministrativo, è necessario che il soggetto interessato dimostri la propria situazione di disagio economico o che abbia concretamente delle tasse da pagare o dei tributi scaduti.
In presenza di tali requisiti, è possibile fare una espressa richiesta al Comune di residenza, che deciderà se accogliere la richiesta ed individuare il lavoro socialmente utile da svolgere. Le condizioni variano da Comune a Comune, e la diffusione dello strumento non è ancora così capillare da ritenere individuato uno schema unico.
Tuttavia uno dei primi Comuni (Invorio) ad applicare questa nuova disciplina ha individuato come requisiti ulteriori:
- la presenza di un debito non superiore a 5000 euro;
- la maggiore età;
- un ISEE massimo di 8.500 euro e
- l’iscrizione dei debiti non pagati a ruolo non ancora pagati.
La reazione degli organi giurisdizionali al baratto amministrativo
Tale pratica sembrerebbe rappresentare un ottimo modo per aiutare i cittadini ricevendo un aiuto importante anche ai fini della riqualificazione sociale. Tuttavia organi giurisdizionali e politici sembrano non aver accolto la questione in questi termini.
Per esempio a Bologna è stato rifiutato dalla Corte dei Conti, che ritiene “di dubbia legittimità chiudere debiti tributari pregressi con lo Sblocca Italia” e questa decisione comporta un problema che si spera verrà affrontata al più presto.
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