Il sistema delle banche tedesche e la sua sopravvivenza sembrano essere in pericolo, nonostante all’apparenza sembri che la Germania sia la nazione economicamente più solida di tutta l’Unione Europea. Cosa succede?
L’effetto domino delle banche tedesche
In realtà , come ha fatto presente anche il Ministro dell’Economia della nazione teutonica, il terrore della Germania è proprio che le banche e le compagnie di assicurazione entrino in crisi. Se anche solo un ente finanziario entrasse in crisi, l’intero modello economico rischierebbe di crollare. Negli ultimi mesi, questa paura si è fatta sempre più concreta considerando che le casse di risparmio tedesche delle piccole e medie banche cooperative hanno perso moltissimi soldi.
Su cosa si basa il modello delle banche tedesche?
Nel modello delle banche tedesche sono centrali i tassi di interesse nominali positivi e, in assenza di questi, si potrebbero verificare notevoli problemi. Non a caso il Fondo Monetario Internazionale non ha mancato di sottolineare come Germania e Portogallo hanno dei tassi negativi che tendono a penalizzare, e continuano a farlo, i profitti delle banche.
Ciò ha conseguenze negative anche sulle compagnie di assicurazione tedesche, che risultano attualmente a rischio visto che sono costrette ad assicurare un tasso di rendimento minimo, attualmente fisso all’1,25% annuo. Obiettivo che non è facile conseguire in una situazione come questa in cui il rendimento dei buoni del Tesoro sui dieci anni tedeschi è soltanto dello 0,13 per cento.
Il Fondo Monetario ha sottolineato inoltre che la Svezia e Germania sono i due Paesi membri dell’UE in cui è più largo il gap fra i tassi di mercato e quelli garantiti quindi, per realizzare i rendimenti che lo Stato richiede, è necessario che gli assicuratori si assumano sempre maggiori rischi.
E se si verificasse una nuova crisi?
Stante la situazione attuale in Germania, qualora giungesse un’altra crisi finanziaria, ciò determinerebbe una variazione nella valutazione delle attività bancarie e assicurative, mettendo alla scoperta una quella zona del settore finanziario tedesco che risulterebbe insolvente.
Infatti, le banche tedesche, le Sparkassen (casse dei risparmiatori) e le banche cooperative sono quelle più colpite e a rischio in quanto sono strutturate come i tipici istituti di credito e di risparmio, che sopravvivono a livello locale grazie ai risparmi dei clienti. Una sorta di situazione simile a Banca Etruria, che tanti danni ha provocato nel nostro paese a fronte di una domanda di credito più o meno fissa.
In una situazione di domanda tale però, nella quale i prestiti sono ampiamente superati dai risparmi, le banche finiscono per depositare la parte in eccesso presso la BCE con tassi negativi (che nel paese tedesco sono definiti «tassi penalizzanti») e conseguente crack finanziario. Ciò verrebbe causato dal fatto che le banche non riuscirebbero a reintegrare le perdite riducendo i tassi di interesse sui conti dei risparmiatori perché, nel caso in cui andassero sotto lo zero, i risparmiatori porterebbero via i soldi e non li depositerebbero più.
La Germania starebbe cercando, solo in apparenza, di indirizzare la politica monetaria per difendere i propri interessi commerciali nel settore finanziario. La reale motivazione potrebbe esser da ricercarsi nella ferma volontà di non essere obbligata a cambiare radicalmente il proprio sistema bancario e assicurativo.
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