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Fusione Opel-Peugeot: tutto quello che c’è da sapere

fusione opel peugeot
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fonte: www.panorama.it

Fusione Opel-Peugeot: quella che era fino a poco tempo fa soltanto un’ipotesi  si sta trasformando, con il passare dei giorni, in una vera e propria realtà che sta destabilizzando non poco l’intero settore automobilistico mondiale per via delle ripercussioni politiche ed industriali che, si teme, possano abbattersi sul comparto industriale ed occupazionale.

Se da un lato le trattative procedono spedite, è stata confermata la presenza dell’amministratrice delegata di GM nella sede centrale della Opel in Assia, dall’altro il governo francese e quello tedesco riuniscono i rispettivi Consigli dei Ministri per discutere sugli eventuali effetti della fusione Opel-Peugeot.

Dal punto di vista industriale le due case automobilistiche condividono già dei progetti comuni sulle quali basi si svilupperà quello che tende a diventare uno dei primi produttori al mondo.

Come affermano in PSA: “Stiamo valutando con General Motors una serie di iniziative strategiche con l’obiettivo di aumentare la redditività e l’efficienza operativa, tra cui la possibilità di acquisire Opel”, parole che, nonostante le due case automobilistiche tendano a minimizzare, sembrano il preludio all’operazione di fusione Opel-Peugeot.

Fusione Opel-Peugeot: i dettagli dell’operazione

Da un punto di vista meramente numerico ed in riferimento alle ultime notizie riportate da PSA, non saranno oggetto della fusione Opel-Peugeot le attività del gruppo GM al di fuori dei confini europei. Questo consentirebbe al nuovo gruppo industriale di salire, sempre su base europea, al 16,3% del mercato diventando di fatto il numero due, secondo solamente alla Volkswagen che si conferma anche come primo produttore al mondo.

Finanziariamente, infatti, PSA vedrebbe consolidarsi una quota di mercato confermata dagli ottimi numeri del 2016 che, anche se ancora non presentati ufficialmente, sembrano essere decisamente positivi.

La cura dei manager francesi ha infatti permesso un ritorno alla redditività grazie ad un utile netto attestatosi ad 899 milioni di euro ed un aumento del giro d’affari annuo del 6% in controtendenza rispetto ai risultati della prossima “sorella” tedesca che non sono stati particolarmente entusiasmanti.

Le preoccupazioni politiche

La vera incognita di questa operazione è decisamente rappresentata dal comparto occupazionale, motivo per cui i vari governi si stanno vedendo costretti a studiare eventuali piani d’emergenza nonostante non sia ancora stato dichiarato alcun esubero. Il gruppo PSA ha 184.000 dipendenti  mentre Opel conta 34.500 unità di cui la metà nella sola Germania e la scure dei licenziamenti che si teme possa abbattersi su quest’ultima è la vera preoccupazione che la politica sta provando a scongiurare.

Francia e Germania hanno avviato delle consultazioni partendo da una sola base d’intesa: la vigilanza sugli aspetti occupazionali derivanti dalla fusione Opel-Peugeot messi a rischio da due aziende che “producono gli stessi prodotti nella medesima fetta di mercato con un eccesso di produzione” così come dichiarato dai sindacati tedeschi.

Una volta definita questa fondamentale questione, e solo dopo aver rassicurato i mercati ed i governi, l’operazione potrà andare in porto.

Fusione Opel-Peugeot: FCA resta alla finestra

L’interessamento del gruppo FCA non è del tutto inaspettato, da tempo infatti, sia per dimensioni che per capitalizzazione il gruppo italo-americano aspetta che accada qualcosa per poter avviare una partnership industriale con un’altra casa automobilistica.

I soli rumors della fusione Opel-Peugeot hanno avuto ripercussioni tra le diverse case produttrici, FCA inclusa che, sulla Borsa Italiana, guadagna attualmente più del 2,6% nonostante le preoccupazioni dovute ad un potenziale scandalo emissioni che la vede protagonista.

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