L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha scelto di abolire le offerte telefoniche su rete fissa, telefono, ADSL o fibra ottica a 28 giorni. Secondo il comunicato stampa emanato questo tipo di fatturazione comporta, per i clienti, un rincaro annuo dell’8,6% e la presenza di tariffe meno trasparenti. I canoni quindi dovranno essere mensili, ma le compagnie telefoniche sono pronte a fare ricorso.
Bollette telefono fisso: l’AGCOM impone la tariffazione mensile
Con una la delibera numero 201/17/CONS, l’AGCOM ha introdotto un’importante novità per ciò che riguarda le tariffe proposte dagli operatori telefonici per la linea fissa. Secondo l’Autorità Garante per le Comunicazioni le compagnie telefoniche non potranno quindi più calcolare i consumi di 4 settimane per le bollette del telefono fisso, ma dovranno tornare ad applicare delle tariffe mensili.
“L’unità temporale per la cadenza di rinnovo e fatturazione dei contratti di rete fissa deve essere il mese, affinché l’utente possa avere la corretta percezione del prezzo offerto da ciascun operatore e la corretta informazione sul costo indicato in bolletta per l’uso dei servizi. Alla luce dell’evoluzione dei mercati della telefonia fissa e mobile, l’Autorità ha infatti ravvisato la necessità di garantire una tutela effettiva degli utenti avendo riscontrato problemi in termini di trasparenza e comparabilità delle informazioni in merito ai prezzi vigenti, nonché di controllo dei consumi e della spesa, determinati anche dal venir meno di un parametro temporale certo e consolidato per la cadenza del rinnovo delle offerte e della fatturazione. Tenuto conto delle differenze in termini di trasparenza e controllo della spesa da parte dell’utenza tra il settore della telefonia mobile (in cui la maggior parte del traffico è prepagato) e quello della telefonia fissa (contratti in abbonamento e costi post-pagati), l’Autorità ha dunque individuato nel mese il periodo temporale minimo per consentire all’utente di avere una corretta e trasparente informazione sui consumi fatturati e un tempo di invarianza nel rinnovo offerto dagli operatori.”
Le prime compagnie a introdurre la tariffazione ogni 28 giorni sono state Vodafone e Wind, seguite poi anche da TIM e Fastweb che avevano da poco annunciato la decisione di iniziare ad applicare la stessa tariffazione. Ora lo stop imposto dall’AGCOM costringe tutti i gestori a fare un passo indietro. La delibera è già entrata in vigore, ma gli operatori hanno 90 giorni di tempo per adeguare la propria offerta commerciale e tornare alla tariffazione mensile.
Ad appoggiare la proposta è anche Mina Busi, presidente dell’associazione consumatori della Cisl di Bergamo:
“AGCOM ha inflitto una battuta d’arresto allo stravolgimento del calendario operato in questi ultimi mesi dalle aziende telefoniche con il cambio della fatturazione da 30 a 28 giorni con grave nocumento per le famiglie, che in pratica avrebbero pagato una bolletta mensile in più ogni anno. Con questa misura commerciale, infatti, le aziende hanno realizzato un cartello operativo allineandosi tutte quante sulla fatturazione a 4 settimane, rendendo quindi di fatto vano il diritto di recesso del consumatore e il conseguente cambio di compagnia, perché anche tutte le altre hanno adottato la stessa misura temporale dei 28 giorni”
La decisione presa dall’AGCOM risponde all’esigenza di garantire maggiore trasparenza e una più semplice confrontabilità delle tariffe. La presenza di tante offerte diverse con una durata non omogenea rappresenta un ostacolo per l’immediato confronto dei costi. Non solo: il passaggio dagli addebiti mensili a quelli ogni 4 settimane si è tradotto per i consumatori in un aumento dei costi dell’8,6%, poiché la fatturazione avviene 13 volte in un anno.
Avere delle tariffe che fanno tutte riferimento a uno stesso parametro temporale, secondo l’AGCOM, aiuta i consumatori a scegliere con maggiore trasparenza i servizi telefonici e permette di tenere meglio sotto controllo le spese per la linea fissa, l’ADSL o la fibra.
Nessuna variazione per la telefonia mobile
La delibera AGCOM non modifica la cadenza del rinnovo delle tariffe applicate alla telefonia mobile. L’Autorità specifica comunque che il rinnovo non potrà avvenire con una cadenza inferiore a 4 settimane e che gli operatori dovranno avvisare i propri clienti tramite SMS della scadenza per il rinnovo dell’offerta.
“Per quanto riguarda invece la telefonia mobile, Agcom ha previsto che la cadenza non possa essere inferiore ai 28 giorni, ritenendo dunque necessario individuare una frequenza minima di fatturazione al fine di garantire, anche in questo caso, trasparenza e periodo minimo di invarianza delle condizioni economiche dell’offerta. L’Autorità ha altresì stabilito, nei casi di offerte di telefonia mobile che abbiano cadenza diversa da quella mensile, l’obbligo per gli operatori di informare l’utente, tramite l’invio di un sms, dell’avvenuto rinnovo dell’offerta”
Per le tariffe che includono sia il traffico sulla linea mobile che sulla linea fissa dovrà essere applicata la tariffazione su base mensile.
E per le offerte fisso+mobile?
“Nel caso di offerte convergenti che coinvolgano la telefonia fissa, prevale la cadenza prevista per quest’ultima, ovvero su base mensile. Agcom ha stabilito un periodo temporale di novanta giorni per consentire agli operatori di adeguarsi alle nuove regole. Con misure di carattere generale, infine, il Consiglio dell’Autorità è intervenuto in materia di conoscibilità del credito residuo. A tale proposito Agcom ha deciso che gli utenti debbano conoscere gratuitamente il proprio credito tramite una pagina ad accesso riservato consultabile nel sito web dell’operatore o tramite applicazioni dedicate, nonché attraverso un messaggio informativo inviato dal numero telefonico di assistenza clienti o via sms gratuito”.
Anche per quello che riguarda le offerte che comprendano un piano fisso+mobile, si dovrà mantenere la scadenza mensile.
Il ricorso di Asstel
Gli operatori telefonici hanno già annunciato che ricorreranno al TAR del lazio contro la decisione imposta dall’AGCOM. Dina Ravera, presidente di Asstel (associazione di categoria) ha dichiarato:
“Ci troviamo di fronte a un caso clamoroso: un’autorità , che dovrebbe avere come missione il funzionamento del libero mercato, cerca di riportare il settore, che in Italia già vede prezzi fra i più bassi in Europa, ai tempi delle tariffe. Tuteleremo i diritti dei nostri associati nelle sedi più opportune con l’obiettivo di ripristinare il diritto degli operatori al libero esercizio dell’attività di impresa.”
Aggiungendo:
“Asstel ricorda che gli operatori telefonici hanno agito sempre nel pieno rispetto delle disposizioni legislative e del quadro regolamentare vigente alla luce del quale gli interventi prospettati dall’Autorità non trovano alcun fondamento giuridico e arrecano peraltro gravi e irreparabili danni a carico degli stessi”
Non resta che aspettare per sapere chi la spunterà e quale sarà il destino delle tariffe del telefono fisso.
Giuseppe Giacco
Ancora non riesco a comprendere il perché della cadenza a 28 giorni anziché su base mensile a 30 giorni per la telefonia mobile.Quali fatti sono intervenuti o i motivi che hanno indotto tutti i gestori di telefonia mobile e fissa ad adottare questa linea.
Gli utenti hanno di fatto subito questo rincaro senza poter fare un ricorso di qualche efficacia al fine di cambiare questa vergognosa situazione che vede ancora l’utente subire e tacitarsi.
Fabio
Con la frase “mercato libero” le compagnie telefoniche e non solo si riempiono la bocca. Si nascondono dietro questa frase per trovare SEMPRE il modo di aumentare le tariffe quando invece “mercato libero” vuol dire concorrenza e quindi diminuzione delle tariffe.
Ottima, oggettiva e logica la decisione dell’AGCOM.
GRAZIE
Stefano
Le tariffe debbono essere a mensile e non a 28 gg.Se necessario chiedere la collaborazione degli utenti per il rispetto degli accordi, fare una raccolta firme per non dare spazio alle furbizie delle COMPAGNIE TELEFONICHE.
Enzo Bandini
Ritengo che gli operatori di gestione telefonica, oltre ritornare al sistema di di tariffazione mensile, siano costretti rimborsare gli utenti ed essere anche sanzionati per operazioni di cartello fra le varie compagnie.
In fede
Enzo Bandini
Giovanni
Era ora,Io me ne accorsi subito che la Vodafone fu la prima che fece questa fatturazione,che in pratica i mesi da pagare diventavano 13.Mi chiedevo quando sarebbe intervenuta l’autorità preposta a far cessare questo inganno.
m.m
E tutta una buffonata, uno tiene il bandone all’altro; hanno così certificato che la telefonia
mobile sia fatturata a 28 gg e noi paghiamo…. anche l’AGICOM per queste geniali
soluzioni difensve del consumutore. eE li paghiamo pure…
m.m
Antonio
Trovo giusto che ci sia una tutela per i consumatori per il semplice fatto che i contratti con i gestori sono al 100 x 100 a loro favore .In caso di mancato collegamento di adsl causa loro certificata non si e mai visto una nota sulla bolletta in base al accaduto cioè un rimborso .Ti tengono sotto ricatto con penali .Nel energia il mercato e libero nessuno ti fa pagare penali ,se il gestore non ti soddisfa cambi senza penali.Se si usasse lo stesso sistema coi gestori di telefonia le cose per l’utente sarebbe molto ma molto.meglio.Più servizio più serietà saluti