Reddito famiglie: potere d’acquisto in aumento
L’ISTAT rende noti i dati dei conti sul secondo trimestre 2016. Rispetto al trimestre precedente, le famiglie consumatrici hanno visto crescere il reddito disponibile dell’1,3%, i consumi sono invece cresciuti dello 0,2%.
Ma il dato più interessante riguarda il potere di acquisto, che per la prima volta torna a livelli pre 2007, l’anno di inizio della crisi economica.
Sul quotidiano la Repubblica, il commento di Loredana Federico, capo della ricerca economica sull’Italia di Unicredit:
“Oggi si conferma un miglioramento dei fondamentali, ma i consumi mostrano che qualcosa è successo tra primo e secondo trimestre e va tenuto d’occhio”
E ancora:
“il miglioramento del mercato del lavoro – superiore alle attese nella prima parte dell’anno – ha portato a un recupero del reddito disponibile nominale. Quest’ultimo – in un contesto di bassa inflazione – si è trasmesso in un rapporto di uno a uno sulla crescita del potere d’acquisto”
L’ISTAT registra poi un lieve calo della pressione fiscale, che con un 42,3% segna un calo dello 0,4% rispetto al secondo trimestre del 2015.
Reddito famiglie: migliora la propensione al risparmio
Sempre nel secondo trimestre 2016, in salita anche la propensione al risparmio, con un +0,9% rispetto al primo trimestre dell’anno in corso. Anche in questo caso citiamo le osservazioni di Loredana Federico:
“dal secondo trimestre dell’anno il maggior reddito disponibile si è trasformato in un aumento della propensione al risparmio”.
Tra le cause di questo nuovo atteggiamento dei consumatori, si cita l’incertezza internazionale, con l’avvento della Brexit e la reazione dei mercati finanziari.
È indubbio che l’aumento del risparmio ha come risvolto negativo la contrazione dei consumi, che da soli rappresentano il 60% del PIL. Si prospetta insomma un’ulteriore frenata dell’economia del Paese. Conclude, infatti, Federico:
“tutti gli elementi straordinari, che fin qui hanno sostenuto i consumi, lasceranno spazio a un ritorno alla normalità : rivedremo l’inflazione e l’occupazione – in assenza di una spinta economica vera e propria – perderà slancio”
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