Nuovo ravvedimento operoso 2016
Il ravvedimento operoso è uno strumento che il Fisco concede al contribuente per regolarizzare mancati o insufficienti versamenti dei tributi, prima che vengano attivate le operazioni di recupero da parte del Fisco stesso, con sanzioni che possono andare dal 10 al 100% dell’importo omesso a seconda dei tributi o contributi coinvolti.
Dal 1° gennaio 2016 questo strumento diventa ancora più conveniente; nel dettaglio l’importo omesso va versato applicando le seguenti sanzioni:
- 0,1% se si paga entro 14 giorni;
- 1,5% se si paga tra il 15° ed il 30° giorno;
- 1,67% se si paga entro il 90° giorno;
- 3,75% se si paga entro 1 anno;
- 4,29% se si paga entro il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo;
- 5% se si paga oltre due anni.
Si tratta di sanzioni molto convenienti per chi si trova in una fase temporanea di ristrettezze economiche e non riesce a pagare in tutto o in parte il proprio debito con il fisco.
Il Fisco concede indirettamente la possibilità di crearsi una sorta di piano di ammortamento del debito, considerando il breve termine.
E gli interessi? Un esempio pratico
Ovviamente i versamenti effettuati in ritardo portano con sé anche gli interessi oltre alle sanzioni illustrate nel paragrafo precedente.Per il 2016 gli interessi giornalieri da conteggiare sono pari allo 0,2%.
La formula da applicare è la seguente: tributo da regolarizzare x giorni dal mancato pagamento x interessi / 365
Vediamo un esempio:
- tributo non versato pari a 100;
- ravvedimento effettuato 45 giorni dopo la scadenza;
- interessi 0,2%;
- sanzione 1,67%;
In questo caso andremo a pagare:
- 100, che è l’importo omesso;
- 100×1,67%=1,67, che è la sanzione;
- 100x45x0,2%/365=0,02, che sono gli interessi.
In sostanza per un’omissione pari a 100 €, se il ravvedimento avviene il 45° giorno, andremo a versare un totale di 101,69 €.
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