All’alba dello scontro diretto tra Roma e Juventus, la Roma ha scoperto di avere qualcosa da recriminarsi. Con una Juve palesemente stanca per gli impegni europei, i giallorossi approfittano per la prima volta di un passo falso della truppa di Allegri, ma lo fanno troppo tardi. Quando i punti di distacco sono già sette e non basterà al 99% una vittoria contro i bianconeri per sperare nella rimonta. Perdono ancora Milan e Inter, che gareggiano per non qualificarsi in Europa League.
Chi ha fatto più punti nel girone di ritorno, invece, è il Crotone che supera anche il Pescara, ma vede ridurre ulteriormente le speranze di salvezza per via dell’ennesima vittoria dell’Empoli.
Roma rimpiangerà Spalletti
“Tornando indietro non accetterei di allenare la Roma”: Luciano Spalletti è esasperato. È un allenatore umanamente stressato dal clima che si è venuto a creare attorno a lui. Era tornato per tirare fuori la Roma dalla mediocrità e per alcuni versi ci stava riuscendo. Certo, qualcosa in più si poteva ottenere, ma non definire positiva la stagione della Roma sarebbe un’esagerazione bella e buona. Il problema è che Spalletti paga il fatto di aver troppo rispetto per Totti.
Perché la scelta di trattare Totti come ogni altro calciatore della rosa è indicativo di quanto Luciano consideri il suo capitano per quello che è e cioè un giocatore che ha fatto la storia, ma che oggi non ha più il passo di un tempo. E invece nonostante la Roma si sia brillantemente ribellata al k.o nel derby con un sontuoso 1-4 a San Siro, Spalletti ha vissuto un post-partita immerso nella polemica-Totti. Perché non lo ha fatto entrare nella sua ultima a San Siro? Perché vuole vincere.
Perché vuole il bene della Roma. E sull’1-3, in un momento di potenziale difficoltà , ha preferito abbottonarsi. Ha preferito non essere mediocre, ma ha capito che Roma spesso sente la necessità di addormentarsi nella sua stessa mediocrità . E lui non ci sta. Questo a Roma non lo capiscono e tutto ciò porterà Spalletti a interrompere prematuramente un lavoro iniziato su ottime basi. E ricominciare da capo, senza Totti e senza Spalletti, potrebbe essere troppo difficile.
Effetto domino
A proposito di panchine, il calciomercato partirà proprio da lì quest’estate. L’impressione è che basterà un movimento per scatenarne altri a raffica e generare un effetto domino molto interessante. L’Inter potrebbe iniziare il giro: Suning chiuderà con Pioli e pensa ad offerte mostruose per Conte (14 milioni di euro). Ci viene difficile credere che il leccese lasci il Chelsea al ritorno in Champions e sieda sulla panchina dei rivali della Juventus, ma se le cifre dovessero essere confermate sarebbe folle escludere del tutto la pista.
Come non è da escludere che Allegri lasci i bianconeri dopo anni vincenti. Se dovesse vincere il triplete, non avrebbe oggettivamente motivazioni per proseguire. Chissà che a quel punto il nome di Spalletti non possa prendere corpo, data l’imminente rottura con la Roma. C’è di certo che basterà muoverne uno per scatenare una reazione a catena.
Caso Acquah: il regolamento
Il derby è Juve-Torino e l’episodio è il rosso di Acquah. Il centrocampista granata prende “anche il pallone”. Che è molto diverso da dire “prende il pallone”. Un intervento imprudente può avvenire anche se si colpisce il pallone. Imprudente, ovvero meritevole di ammonizione, significa “comportarsi con noncuranza nel contrastare un avversario in azione di giuoco”. Che poi l’entità vada giudicata dal campo è un’altra questione (quindi faccio davvero fatica a dare un giudizio oggettivo).
Sempre per precisione: il famoso intervento di Reina su Cuadrado è altrettanto imprudente (rigore e giallo), quello di Mandzukic su Icardi negligente (rigore, senza ammonizione). Solo per amore del regolamento.
Padrone della fascia
Nella generazione in cui scarseggia il ruolo del terzino, Giampiero Ventura può contare su una fortuna: la naturalizzazione di Emerson Palmieri. Il c.t della Nazionale ha già incontrato l’amico Spalletti per visualizzare il calciatore e constatare doti tecniche che lo porteranno a vestire la nostra maglia. La prestazione di Milano incorona la sua stagione. Cos’ha in più delle altre? Il fatto di aver giocato a destra, la corsia opposta rispetto a quella di competenza. E si sa che invertire la fascia per un attaccante può essere naturale. Per un terzino no.
Emerson non ha pagato lo scotto, ha frenato Deulofeu e ha fatto sentire la sua presenza anche in fase offensiva, giocando praticamente da ambidestro. Per Ventura sarà solo un grande lusso.
L’Italia torna a far gol
Dopo anni poco fertili in zona gol, questa è la stagione in cui si è segnato di più da quando c’è il campionato a 20 squadre. La media-reti si è alzata sui 2.86 a partita, proiettando la Serie A al secondo posto nei maggiori campionati europei dopo la Liga. I gol stanno fioccando (Lazio-Sampdoria 7-3 il match con più reti in una sola gara) e anche i centravanti ne hanno beneficiato. Sono addirittura 6 i calciatori che hanno superato le venti segnature personali in stagione: da Dzeko a Belotti, passando per Immobile, Icardi, Higuain e la sorpresa Mertens.
Se lo spettacolo può averne guadagnato (basti vedere Fiorentina-Inter 5-4), è anche vero che quest’anno si sono presentate difese inadeguate che sono state costrette a incassare risultati severi, tesi a svalutare la competitività del torneo che nei piani alti invece sta cercando di guadagnare credito a livello europeo.
Lamanna dal cielo
Eugenio Lamanna non ha vissuto una stagione facile. Ha dovuto sostituire Mattia Perin, che a Genova gode di parecchia considerazione. Ha sbagliato qualche intervento ed è finito nell’occhio del ciclone insieme a una squadra che ha oggettivamente disputato un girone di ritorno pessimo. Ma oggi ha parato il rigore che probabilmente sancirà la salvezza. Ha dimostrato di avere i riflessi pronti, perché il penalty su Candreva è il quarto che para su sei ricevuti contro in Serie A. Mica una brutta media.
A proposito di portieri, segnaliamo la follia di Pigliacelli – uno che a Trapani ha contribuito a fare parecchi punti – che nella disperazione dello svantaggio di Frosinone, ha preso palla dalla sua area di rigore e dopo una serie di dribbling è finito nei pressi dell’area di rigore avversaria. Cose da play-station.
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