Il Senato vota la fiducia sul decreto fiscale e i relativi provvedimenti diventano definitivi. Moltissime le novità per i contribuenti, anche su quello che riguarda la rottamazione delle cartelle: vediamo le principali.
Decreto fiscale: Equitalia addio
Dopo mesi di annunci, si può definitivamente dire addio ad Equitalia. A partire dal 1° luglio 2017 l’ente di riscossione non esisterà più e al suo posto avremo l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, già ribattezzata Agenzia Riscossione. Il nuovo ente seguirà gli indirizzi dettati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e sarà sotto il diretto controllo dell’Agenzia delle Entrate.
Cosa cambierà per i contribuenti? Sicuramente i controlli saranno più rapidi, avendo accentrato le banche dati, ma l’intento del governo è anche quello di costruire un nuovo rapporto tra i cittadini e chi si occupa di riscossione, riducendo fino all’eliminazione la fama vessatoria dell’ente.
Decreto fiscale: rottamazione cartelle Equitalia
Confermata in via definitiva anche la rottamazione cartelle Equitalia. Vediamone in sintesi le caratteristiche:
- la rottamazione riguarderà i debiti affidati ad Equitalia fino al termine del 2016;
- le rate saranno un massimo di 5;
- il 70% dell’importo ricalcolato senza sanzioni ed interessi dovrà essere versato entro il 2017;
- le rate verranno distribuite nel numero di tre nel 2017 e due nel 2018;
- l’ultima rata potrà essere pagata entro settembre 2018.
Decreto fiscale: voluntary disclosure bis
Riapertura dei termini per la voluntary disclosure, una procedura che ha riscosso un notevole successo nel 2016 e che riguarda l’emersione volontaria di capitali detenuti all’estero. Capitali all’estero sconosciuti al Fisco italiano e che producono redditi che andrebbero tassati nel Belpaese. Si tratta dunque di un sistema che, attraverso una fiscalità di vantaggio, punta a recuperare gettito.
Rispetto alla prima versione, il nuovo provvedimento ricomprende tra i capitali esteri anche contanti, gioielli, oro e altri valori, detenuti nelle cassette di sicurezza presenti nei caveau di banche o intermediari finanziari.
Decreto fiscale: maxi sanzioni per piccoli errori
La controversa norma sulle maxi sanzioni per piccoli errori è stata definitivamente ridimensionata. La polemica era montata quando tra le pieghe della prima versione del decreto, era emersa una norma che andava a punire con una sanzione massima di 50mila euro errori di dimensioni ridotte, addirittura di un solo euro, nelle comunicazioni trimestrali IVA.
Le sanzioni ridimensionate dalla Camera, con un importo massimo delle sanzioni che adesso raggiunge i 2 mila euro, sono state confermate. In merito alle comunicazioni IVA trimestrali e allo Spesometro trimestrale, permane però lo stato di agitazione dei sindacati dei commercialisti che confermano le serrata e la manifestazione di protesta a Roma, previste per il 14 dicembre 2016.
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