Fuorigioco: la dodicesima giornata di serie A
È la giornata in cui l’Inter torna a vincere e il Milan (con l’affanno) e cerca di tenere il passo di una Juventus che ancora una volta con il minimo sforzo incamera tre punti. È la giornata che sancisce il momento top di Atalanta e Torino e la conferma che l’Europa League al Sassuolo ha fatto più danni che resto.
Il Napoli è entrato nell’inferno e ha dantescamente perso ogni speranza di agganciare le prime. Adesso dovrà cambiare obiettivi e dovrà essere bravo Sarri a restituire fiducia ad una squadra palesemente demoralizzato. Bravo Simone Inzaghi a strappare punti che alla lunga torneranno utili.
La mattonella e la panchina
Ci sono due riflettori in Serie A perennemente puntati su due calciatori della Juventus. Miralem Pjanic e Gonzalo Higuain sono investiti da un bagliore di luce più luminoso dei tamarri palazzi di Trump a Las Vegas. Il primo ha risolto una partita che sembrava destinata ad un pari che avrebbe scatenato più di una polemica. Ha giocato male anche oggi, come spesso ha abituato i tifosi della Juve in questa prima parte di stagione.
Sembra palesemente fuori dagli schemi di Allegri che richiede al centrocampo meno palleggio rispetto a quello che Pjanic vedeva fare a Roma. Ma poi capita una punizione dal limite dell’area e il tempo si congela. Quando il gioco si ferma e la palla viene posizionata su quella mattonella, sulla mattonella di Pjanic, la brutta prestazione passa in secondo piano. Non è più questione di testa, ma di arte. Pjanic ha risolto la partita della Juventus perché ha un destro artistico e basta una pennellata per cancellare tutto e gridare al capolavoro.
Higuain, invece, è uscito sbuffando. L’uomo più atteso della festa è stato scalzato da Mandzukic che ha corso anche sulla luna e gli ha rovinato la scena. La realtà è che Higuain non è più al centro dell’attacco come era a Napoli. Adesso deve giocare in coppia e la sensazione è che questa cosa gli riesca un po’ meno. Quando Allegri ha scelto di richiamarlo in panchina per chiudersi con Evra, paradossalmente la Juve ha iniziato a costruire le prime vere palle gol del match. E probabilmente non è un caso.
Toro, Miha male
Spesso ci concentriamo troppo sul miracolo  dell’Atalanta e ci dimentichiamo che sull’altra sponda di Torino, c’è una squadra – quella di Mihajlovic – che si sta divertendo molto. Con la goleada inflitta al Cagliari, i granata sono la squadra più prolifica del campionato. Belotti è fatto e finito per la Nazionale, Ljajic sta dimostrando che se fosse stato integro sin dall’inizio avrebbe accompagnato la squadra sino alle primissime posizioni.
E poi Baselli, Benassi, Boye, Iago Falque; fucine di talenti che stanno sfiorendo come rose a maggio. Chissà dove sarà a maggio la rosa del Torino. Scommettere sull’Europa non è un azzardo eccessivo.
Inter Factor è finito
L’imbarazzante casting dell’Inter è finito e possiamo ben dire che se non fosse per l’assenza di Alessandro Cattelan, avremmo potuto credere di essere finiti all’interno di un X-Factor calcistico. A prescindere dal fatto che la società nerazzurra è talmente confusionaria da non farci capire chi comanda cosa e a chi, la spettacolarizzazione di qualcosa che più che una scelta seria di un allenatore è apparsa come un incrocio tra il Grande Fratello e lo show musicale sopra citato è stata a dir poco ridicola.
L’Inter ha lasciato scorrere questa tiritera nella settimana di una partita europea importante (persa) e ha selezionato profili spesso incomprensibili. Marcelino, per quanto bravo sia, avrebbe avuto gli stessi (comprensibili) alibi di De Boer. Pioli è la scelta saggia in questa tempesta: conosce il campionato e sa dove mettere le mani. Chissà se è attrezzato anche per i miracoli.
Pulp Napoli
L’annata del Napoli sembra frutto di uno di quei giochi narrativo-temporali che fa Tarantino nei suoi film. Non sembra vero ciò che succede al San Paolo e l’impressione è che, se ci fosse un regista dietro, questa stagione andrebbe collocata in una sequenza precedente.
Il Napoli è tornata una squadra che lavora in prospettiva (Diawara e Zielinski i prossimi a esplodere) e non una che vuole vincere il campionato. Ha fatto un passo indietro dopo l’uscita di Higuain ed è stata schiaffeggiata dalla fortuna. Ma la fortuna è degli audaci e se l’alternativa a Milik è il nulla, c’è un problema di fondo. Il Napoli gioca bene, a tratti benissimo, e non merita i risultati che sta collezionando. Avrebbe potuto battere la Lazio, avrebbe potuto battere il Besiktas e senza dubbio avrebbe meritato di pareggiare contro la Juventus.
Ma il Napoli sembra aver smarrito la personalità e la mentalità che lo scorso anno avrebbero portato in dote punti come quelli persi nelle ultime settimane. Oggi a Fuorigrotta sperano solo che ci sia il regista di Pulp Fiction dietro questa stagione e che presto l’ordine temporale si potrà ricomporre per presentare il Napoli come competitor per il titolo.
Noi siamo gli immortali
Che storia fantastica, la nostalgia calcistica. Ne è nata una pagina Facebook e non a caso. Quando vedi Maran che getta nella mischia Pellissier per recuperare la Juventus ti chiedi come mai lui giochi ancora. E invece gioca, Pellissier. Eccome se gioca. Entra, si danna, battaglia, crea la prima palla gol, si procura un rigore, lo batte e va a sbandierare la sua immortalità sotto la curva. E se ve lo state chiedendo, sì, il Chievo ha dei tifosi.
A Pescara (unica squadra senza vittorie sul campo) va in scena il ritorno dal passato di Big Mac Maccarone. Dai suoi piedi nasce la doppietta che amplifica uno 0-4 rotondo a favore dell’Empoli. Clamoroso come una squadra che abbia segnato solo due reti in 10 partite, decida di farne quattro in un colpo solo. Merito della nostalgia. Merito di Maccarone.
Lapadula style
Lapadula fa solo gol fighi. Il Pescara (che quest’anno non solo non vede gol fighi, ma non vede gol e basta) se lo ricorda bene. Ne ha segnati trenta in Serie B, uno più bello dell’altro. Rovesciate, posizioni impossibili e chi più ne ha più ne metta. Si sta dannando per il Milan perché vuole dimostrare di poterci giocare in una squadra che sta sperando nelle prime posizioni.
Ha Bacca davanti; uno meno stiloso di lui, ma efficace come pochi in Europa. Invece oggi la copertina è tutta per Lapadula che tre minuti dopo il suo ingresso in campo corregge in rete un tiro di Suso con un colpo di tacco magistrale. Come se fosse una storia scritta ad hoc per la sua prima volta in Serie A.
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