Affitto in nero: imposta e sanzioni
Il primo passaggio consiste nell’individuazione della data in cui il contratto di affitto, seppure solo verbale ed in nero, ha avuto inizio. Definita la data bisognerà poi regolarizzare seguendo determinati passaggi:
- calcolo degli importi ricevuti a titolo di canoni di locazione;
- calcolo dell’imposta di registro su detti importi, pari al 2% del canone annuo per il numero di anni in cui è stato omesso il pagamento (per semplicità parliamo esclusivamente di immobili ad uso abitativo);
- calcolo di sanzioni e interessi per il ritardo nel pagamento.
Per quanto concerne sanzioni ed interessi, il calcolo deve avvenire seguendo le regole del ravvedimento operoso, considerando come base imponibile il 120% dell’imposta omessa, in modo da determinare gli importi esatti sulla base della data in cui si decide di regolarizzare la posizione.
Affitto in nero: il contratto
Versate le imposte dovute e le relative sanzioni con gli interessi, occorre fare altri due passaggi: la redazione del contratto e la registrazione dello stesso presso l’Agenzia delle Entrate previa presentazione della ricevuto di versamento dell’imposta di registro.
Apriamo qui una parentesi: proprietario ed inquilino potrebbero non essere d’accordo circa la regolarizzazione della situazione. Nel caso in cui sia il solo inquilino a voler regolarizzare il contratto, può recarsi autonomamente presso l’Agenzia delle Entrate, con il contratto da registrare e le prove della locazione di fatto, dalle utenze energetiche e telefoniche alle mail intercorse con il proprietario.
Precisiamo che la Legge di Stabilità 2016 ha introdotto un aggravio per i proprietari degli immobili in affitto in nero: gli stessi, oltre alle sanzioni e agli interessi per le imposte evase, devono anche restituire all’inquilino tutto quanto ricevuto a titolo di affitto. Questo per avere un quadro dei rischi che si corrono.
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