La riforma del Terzo Settore: le premesse
La riforma, che vede coinvolti sia gli aspetti giuridici che quelli finanziari e fiscali, dovrà essere presentata per l’approvazione alla Camera dei Deputati. La nuova normativa deve essere ben valutata dal momento che riguarda più di 800mila lavoratori, più di 10mila imprese sociali e cooperative e circa 400mila organizzazioni, per un giro d’affari che tocca quasi i 74 miliardi di euro, ossia il 4% del PIL nazionale.
I principali cambiamenti
Alcuni cambiamenti apportati alla legge precedente sono particolarmente importanti. Tra questi ci sono la formalizzazione di cosa s’intende per settore terziario e quella di alcuni criteri base che vanno ad identificare più nello specifico alcune garanzie previste per coloro che fanno parte di quel settore.
Categoria particolarmente colpita dalla riforma è quella dei volontari e del servizio civile che, per la prima volta, aprirà le porte agli stranieri, purché regolarmente residenti in Italia. Inoltre i centri di servizio per il volontariato non solo potranno essere gestiti da organizzazioni di volontariato, ma anche da tutti gli altri enti che rientrano nel terzo settore.
Il Codice del Terzo Settore
La principale novità in questo senso è la redazione di un codice destinato appositamente a questo settore, il Codice del Terzo Settore, che raccoglierà tutte le norme e le disposizioni riguardanti i facenti parte del settore.
Vengono evidenziate il divieto di ripartizione degli utili e le normative riguardanti la trasparenza, ma anche i lavoratori vengono premiati, con un ampliamento delle tutele che li riguardano. In più il nuovo Codice garantisce la creazione del Registro Nazionale del Terzo Settore, i modi e le caratteristiche di coloro che devono iscriversi a questo e anche le modalità di creazione delle politiche pubbliche.
Lascia un commento