Le Legge di Bilancio 2018 ha introdotto l’APE rosa (detta anche APE social donne): si tratta di una variante dell’APE social, con vantaggi aggiuntivi per le donne che rispettano determinati requisiti. Vediamo quali.
APE rosa: cos’è e come funziona
L’APE rosa, di cui si parla spesso anche come APE social donne, è una novità contenuta nella Legge di Bilancio 2018 che ha introdotto uno sconto contributivo per le donne con figli che rispettano i requisiti per richiedere l’APE social.
In pratica le donne che hanno svolto lavori faticosi oppure che si trovano in uno stato di bisogno (perché disoccupate, invalide o che si prendono cura di familiari con gravi malattie o handicap) possono richiedere l’anticipo pensionistico gratuito prima di tutti gli altri. Lo sconto contributivo riconosciuto dalla legge è di:
- un anno per le donne con un figlio;
- due anni per le donne con due o più figli.
Le condizioni per poter richiedere l’APE rosa sono due: rispettare tutti i requisiti richiesti per l’accesso all’APE social e aver avuto almeno un figlio.
APE rosa: i requisiti per l’accesso
L’APE rosa permette alle donne di ottenere l’anticipo pensionistico gratuito con un una quantità di contributi minore. Si può ottenere il beneficio solo se si è iscritti all’assicurazione generale obbligatoria dell’INPS (AGO). Non vengono quindi considerati i contributi versati nelle casse professionali.
Le categorie che possono accedere all’APE social (e quindi anche all’APE donna) sono divise in due gruppi e per ciascuno sono previsti diversi requisiti.
APE rosa per donne disoccupate, invalide e caregiver
La prima categoria di beneficiari dell’APE social comprende:
- persone disoccupate, che hanno presentato dimissioni per giusta causa o che hanno perso il lavoro a seguito della risoluzione consensuale del contratto nell’ambito di una procedura di conciliazione obbligatoria. Dal 2018 sono inclusi anche i lavoratori disoccupati alla scadenza di un contratto a termine, se nei tre anni precedenti hanno lavorato per almeno 18 mesi. Chi appartiene a questa categoria può chiedere l’APE social solo se non percepisce l’indennità di disoccupazione NASPI da almeno tre mesi;
- persone invalide, per le quali è stata accertata un’invalidità superiore al 74%;
- caregiver, cioè persone che si occupano di familiari con handicap o con gravi malattie ai sensi della Legge 104.
Chi rientra in una di queste categorie può richiedere:
- l’APE social con 63 anni di età e 30 anni di contributi (è il caso degli uomini o delle donne senza figli);
- l’APE rosa, solo per le donne con figli, con 63 di età e 29 o 28 anni di contributi.
APE rosa per donne che hanno svolto lavori gravosi
Un’altra categoria di persone che ha accesso all’APE social è formata da chi ha svolto lavori gravosi. In questa definizione rientrano diverse attività , tra le quali:
- conduttori di camion e mezzi pesanti;
- addetti alle pulizie;
- operai impiegati nell’edilizia, nella manutenzione di edifici e nell’industria estrattiva;
- insegnanti;
- persone addette all’assistenza di persone non autosufficienti;
- operai nell’argicoltura, nella zootecnia e nella pesca;
- operatori ecologici;
- professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche.
L’elenco cita soltanto i lavori più comuni a cui si fa riferimento. In totale i lavori gravosi riconosciuti per l’accesso all’APE social sono 15. Per poter richiedere l’APE social è necessario aver svolto uno di questi lavori gravosi o rischiosi per almeno sei anni nell’arco degli ultimi sette anni oppure per almeno sette anni nell’arco degli ultimi dieci.
I requisiti per l’accesso all’anticipo pensionistico gratuito sono:
- per l’APE social 63 anni di età e 36 anni di contributi;
- per l’APE rosa 63 anni di età e 35 o 34 anni di contributi.
L’indennità non è compatibile con altri redditi, ad eccezione delle pensioni di invalidità e delle pensioni di riversibilità . Quindi può richiedere l’APE social solo chi non riceve indennità di disoccupazione, pensioni dirette o redditi da lavoro superiori a 8.000 euro in caso di lavoro dipendente o 4.800 euro in caso di lavoro autonomo.
Tutti i chiarimenti in merito agli aggiornamenti del 2018 e i requisiti in dettaglio sono contenuti nella circolare INPS n. 34/2018.
APE rosa: cos'è, a chi spetta e come fare domanda per l'APE social donneClick To TweetAPE rosa al posto dell’Opzione donna
L’APE rosa ha preso il posto dell’Opzione donna. Entrambe le misure sono state pensate per permettere alle donne di andare in pensione in anticipo, tenendo conto di due aspetti strettamente legati:
- nel nostro Paese le donne hanno versamenti contributivi meno regolari rispetto agli uomini;
- in molti casi le donne si sono trovate a dover mettere da parte il lavoro per la gestione della famiglia e dei figli.
Mentre Opzione donna permetteva di andare in pensione a tutte le donne che avevano 57 anni e almeno 35 di contributi, accettando una pensione calcolata esclusivamente con il metodo contributivo, l’APE rosa riconosce lo sconto soltanto ad alcune categorie di lavoratrici.
L’APE rosa è una misura sperimentale che, al momento, è valida fino al 31 dicembre 2018. Se avrà un buon riscontro potrà essere prorogata per i prossimi anni. Rimane però una questione aperta: l’Unione Europea non vede di buon occhio i provvedimenti che stabiliscono regole diverse tra donne e uomini. Lo sconto contributivo solo per le donne madri potrebbe essere bocciato.
APE social donne: quando fare domanda per il 2018
Chi rispetta tutti i requisiti per l’APE social donne può fare richiesta dell’anticipo pensionistico entro il 31 marzo. La seconda finestra temporale dell’anno entro quando fare domanda è il 15 luglio. Infine, si può fare domanda anche fino al 30 novembre, ma le richieste saranno accettate solo se saranno rimasti fondi disponibili.
Una volta ricevute le domande, l’INPS le analizzerà e darà una risposta rispettivamente entro il 30 giugno, il 15 ottobre e il 31 dicembre.
Le persone alle quali viene riconosciuto l’APE social donne inizieranno a ricevere l’assegno mensile a partire dal 1° maggio (per chi ha fatto domanda entro il 31 marzo). L’assegno viene erogato fino a quando non si raggiungono i requisiti per andare in pensione.
L’anticipo pensionistico viene riconosciuto fino a un massimo di 1.500 euro lordi al mese, per 12 mensilità . L’importo effettivo dipende dalla pensione che si riceverà a partire dal momento del pensionamento vero e proprio. Trattandosi di un sussidio statale, a differenza dell’APE volontario, chi riceve l’assegno non deve restituire nulla.
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