La crisi Apple e la rinascita di Google
I titoli dell’azienda di Tim Cook perdono per la prima volta così tanto terreno da scendere sotto la quota di 90 dollari per singola azione, cosa che non accadeva da almeno due anni. Ma non è tutto: nell’ultimo mese Apple ha chiuso in negativo ben sedici sedute di Borsa su venti, eguagliando il proprio personalissimo record di otto giornate consecutive in contrazione, stabilito per la prima volta nel 1998. Questi risultati si sono tradotti in una perdita di oltre sessanta miliardi di dollari. Una debacle clamorosa che ha portato la capitalizzazione della società a 492,2 miliardi di dollari, sotto la quota monstre di 500 miliardi e, sopratutto, sotto Google.
Le motivazioni di questo crollo sono da ricercarsi nella preoccupazione degli azionisti circa la capacità di rinnovarsi di Apple, preoccupazione senza dubbio collegato agli scarsi risultati in termini di vendite ottenuti dagli ultimi prodotti usciti dai laboratori che furono di Steve Jobs.
Titoli Google in estasi
Di questa crisi ne approfitta Big G. Il colosso di Mountain View mette la freccia e sorpassa Apple, accumulando un momentaneo vantaggio di poche centinaia di milioni di dollari in termini di capitalizzazione della società , destinati ad aumentare se Apple non dovesse cambiare rotta. Quella che al momento è una situazione ancora in divenire, con continue oscillazioni tra le due posizioni, rischia di diventare definitiva in caso di un ulteriore mese nero per l’azienda di Cupertino.
Prove tecniche del sorpasso si erano già avute a fine febbraio, quando Google si era portato avanti a Apple grazie alla pubblicazione dei conti positivi che avevano momentaneamente lanciato alle stelle il valore delle azioni. Proprio questa crescita e le successive, immediate, prese di beneficio da parte degli investitori avevano però permesso a Apple di riprendersi il primato.
La corsa di Amazon
Se la tendenza negativa non dovesse essere invertita al più presto Apple prima ancora che alla vetta dovrà guardare alle proprie spalle. Infatti al crollo verticale dell’azienda degli iPhone è corrisposta una crescita, altrettanto vertiginosa, da parte di Amazon. Al momento il colosso dell’e-commerce si trova in sesta posizione, con un valore di 340 miliardi di dollari, ma è avviata su un trend positivo che dura da diversi mesi e sembra destinata a insediare presto le primissime posizione.
Il primo imminente obiettivo per l’azienda di Jeff Bezos sarà il superamento di Berkshire Hathaway, in quinta posizione per una capitalizzazione di 352 miliardi, e di Exxon Mobil e dei suoi 371 miliardi che valgono la quarta posizione, stabile. Poi si punterà al podio che, oltre Google e Apple, vede la presenza dell’eterna Microsoft, la quale con una capitalizzazione di 401 miliardi di dollari è anch’essa in contrazione.
Il duello tra Google e Apple, iniziato nel 2008, quando entrambe le attuali potenze valevano meno di duecentomila dollari, potrebbe presto arricchirsi quindi di un terzo, lanciatissimo, concorrente.
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