Nuova soglia, innalzata, per i ricavi delle partite IVA in regime forfettario. Questa e altre importanti novità nella Flat Tax per le partite IVA per il 2019.
Flat Tax: il nuovo regime forfettario per le partite IVA
La Flat Tax nel 2019 è già una realtà per i lavoratori a partita IVA.
La tassazione unica al 15% tocca infatti tutti i soggetti già in attività e/o i soggetti che iniziano un’attività di impresa, arte o professione.
La Flat Tax per le partite IVA, introdotta con la Legge di Bilancio 2019, è un intervento che ha modificato il preesistente regime forfettario (aggiornamenti sul regime forfettario 2020), un regime fiscale agevolato per le piccole attività che prevedeva già una tassazione sostitutiva dell’IRPEF fissata al 15%, ma con dei requisiti molto stringenti che sono stati ampliati.
Requisiti regime forfettario
I requisiti per aderire al vecchio regime forfettario erano molteplici, dalle diverse soglie di fatturato a seconda dell’attività svolta fino ai compensi per i collaboratori passando per i limiti agli acqusti di beni strumentali. Con il nuovo regime tutti questi vincoli cadono e ne resta in piedi uno solo: nell’anno precedente i soggetti interessati non devono aver superato il limite di 65mila euro di ricavi o compensi.
A tali ricavi viene poi applicato un coefficiente di redditività (al momento diverso a seconda delle attività esercitate) grazie al quale si determina il reddito a cui applicare l’aliquota unica del 15% che va a sostituire le aliquote progressive IRPEF e le addizionali comunali e regionali.
Coefficienti regime forfettario
I coefficienti di redditività , che potrebbero essere modificati in corso d’anno attraverso i decreti attuativi per l’introduzione della Flat Tax, al momento i cui si scrive sono i seguenti:
- Industrie alimentari e delle bevande 40%;
- Commercio all’ingrosso e al dettaglio 40%;
- Commercio ambulante di prodotti alimentari e bevande 40%;
- Commercio ambulante di altri prodotti 54%;
- Costruzioni e attività immobiliari 86%;
- Intermediari del commercio 62%;
- Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 40%;
- Attività professionali, scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, servizi finanziari ed assicurativi 78%;
- Altre attività economiche 67%.
Facciamo un esempio concreto.
Un gelataio ambulante che ha totalizzato nell’anno ricavi per 30.000 euro, deve applicare il coefficiente pari al 40%, questo significa che i suoi costi determinati a forfait sono pari a 18.000 euro (il 60% dei ricavi) e che la tassazione al 15% verrà calcolata sulla differenza tra ricavi e costi pari a 12.000 euro (il 40% dei ricavi, appunto). Il commerciante dovrà quindi all’Erario imposte per 1.800 euro.
Quando si esce dal regime forfettario?
Una delle novità più interessanti del nuovo regime e che lo rende particolarmente utile nelle valutazioni di convenienza, riguarda l’uscita dall’agevolazione.
Mentre in passato se lo sforamento del limite dei ricavi andava sanato in corso d’anno, e quindi se si superava la soglia di fatturato occorreva rientrare immediatamente nel regime ordinario dovendo provvedere a ravvedimenti e adempimenti notevoli, adesso il superamento della soglia comporta semplicemente il passaggio al regime ordinario nell’anno successivo. L’anno in corso non viene toccato e verrà chiuso in regime forfettario anche se si è superata la soglia.
Partita IVA: regime dei minimi
C’è un particolare gruppo di soggetti che ha diritto ad un regime ancor più vantaggioso con tassazione pari al 5%: chi è in fase di startup e quindi apre la partita IVA con regime forfettario.
Occorre però rispettare i seguenti requisiti:
- non devi aver esercitato, nei 3 anni precedenti l’apertura della nuova partita IVA, un’attività d’impresa, arte o professione;
- l’attività non deve costituire mera prosecuzione di attività precedente (in sostanza non puoi lavorare come autonomo per gli stessi soggetti di cui eri dipendente)
Flat Tax partite IVA: vantaggi
Il regime forfettario prevede, oltre alla tassazione agevolata, una serie di semplificazioni. I soggetti interessati sono infatti esonerati da:
- fatturazione elettronica;
- registrazione delle fatture emesse/corrispettivi;
- registrazione degli acquisti;
- tenuta e conservazione dei registri e dei documenti (questa previsione non vale per le fatture di acquisto e le bollette doganali);
- dichiarazione e comunicazione annuale IVA;
- comunicazione delle operazioni rilevanti IVA (lo spesometro, insomma);
- comunicazione black list;
- registrazione e tenuta delle scritture contabili;
- applicazione degli studi di settore e dei parametri;
- applicazione le ritenute alla fonte in qualità di sostituto d’imposta;
- applicazione della ritenuta alla fonte sui ricavi/compensi conseguiti.
E tu, quale regime fiscale hai scelto per la tua attività ? Raccontaci la tua esperienza.
Massimo
Buonasera mi chiamo massimo ne ho parlato con il commercialista di passare dal regime ordinario al forfettario lui insiste nel dire che non conviene il mio fatturato si aggira intorno ai 70-90mila euro perché non conviene vi chiedo grazie