È un decreto ministeriale del 2015 quello che consente al Fisco di valutare gli acquisti fatti dalle persone fisiche e di trarne informazioni per dedurre la reale capacità economica e calcolarne il reddito. Quindi attenzione se siete stati particolarmente generosi con amici e parenti, perché il Fisco trova che fare regali spropositati rispetto al proprio reddito non sia semplicemente segno di un cuore grande.
Ecco quali sono gli acquisti da tenere sotto controllo e come fare perché tutto sia perfettamente trasparente.
Fisco e acquisti: è il decreto ministeriale che lo dice
Il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 16 settembre 2015 ha un titolo chiaro: “Accertamento sintetico del reddito complessivo delle persone fisiche, per gli anni d’imposta a decorrere dal 2011”.
Il senso è abbastanza chiaro: il Fisco valuta gli acquisti fatti dai contribuenti e le spese sostenute per il proprio mantenimento, le raffronta con il reddito dichiarato e ne ricava informazioni sulle reali possibilità economiche, e dunque sulle reali entrate, dei cittadini.
Il risultato può essere una diversa quantificazione dei redditi effettivamente tassabili, se il Fisco giunge alla conclusione che ci siano disponibilità economiche maggiori di quelle dichiarate. Attenzione dunque alle spese pazze.
Fisco: gli acquisti controllati
Il decreto ministeriale del 2015 reca con sé un Allegato A, rappresentato da una tabella che riporta i tipi di beni o di servizi, nonché le spese ordinarie, che possono essere valutati al fine di quantificare quale sia effettivamente il reddito a disposizione del contribuente.
Le categorie sono diverse: si va dai consumi alimentari, incluse le bevande, all’abbigliamento, alle spese sostenute per la casa, tra cui spicca anche la voce mutuo. E se certe spese sono quasi scontate, come quelle relative ai mezzi di trasporto usati o posseduti e quelle per arredare la casa, altre lasciano più perplessi, in particolare quelle mediche, per la cura della propria salute.
Entrano in gioco anche le spese per assicurazioni, bollo, tempo libero, con un elenco di passatempi che va dagli ordinari soggiorni in albergo o costi per viaggi, fino ai cavalli. Ancora figurano lotterie, giochi on-line, libri e il costo del mantenimento e della cura dei nostri amici animali.
Infine, la voce “Altri beni e servizi” raggruppa una serie di altri costi, forse difficili da ricondurre ad un’unica categoria. Troviamo qui:
- Assicurazione danni, infortuni e malattia;
- Contributi previdenziali obbligatori;
- Barbiere, parrucchiere ed istituti di bellezza;
- Prodotti per la cura della persona;
- Centri benessere;
- Argenteria, gioielleria, bigiotteria e orologi;
- Borse, valige ed altri effetti personali;
- Onorari liberi professionisti;
- Alberghi, pensioni e viaggi organizzati;
- Pasti e consumazioni fuori casa;
- Assegni periodici corrisposti al coniuge.
Attenzione perché l’elenco non è tassativo, per cui le spese che non si trovano contenute nell’allegato possono comunque, all’occorrenza, essere valutate allo stesso fine di quelle riportate.
Lo conferma anche la Corte di Cassazione, la quale si è pronunciata più volte positivamente a favore della valutazione di spese che non risultavano comprese nell’elenco del decreto.
Come spiegare le spese al Fisco
Ovviamente la regola è che le spese debbano essere proporzionate ai guadagni dichiarati, meglio se inferiori agli stessi. Un superamento dei costi rispetto ai guadagni risulta sospetto, ma l’allarme scatta definitivo se i primi superano i secondi di un importo pari almeno ai 20%.
Capita talvolta, soprattutto di fronte a redditi bassi, che vi sia l’aiuto di parenti dietro gli acquisti che possono sembrare eccessivi, come una casa o una macchina nuova, che rimangono in testa alla classifica delle spese più monitorate.
Che fare in tali casi? Se l’acquisto è fatto con intestazione al contribuente ma pagamento del parente, nessun problema: quindi se la macchina la pagano i genitori utilizzando assegni o bonifici, pur intestandola a voi, potete dormire sonni sereni.
Rimane traccia di chi ha veramente sostenuto la spesa e vale come una sorta di donazione indiretta di denaro, caso riconosciuto dallo stesso decreto del 2015 e che esclude un ricalcolo del reddito.
Se invece i soldi vengono dati al contribuente affinché faccia il proprio acquisto, attenzione che tale donazione sia verificabile ed evidente, meglio con un bel bonifico sul vostro conto.
Anche in questo caso la cifra sarà tracciabile, riconducibile ad una persona in grado di sostenere la spesa e, quanto in meno in caso di parenti, per la quale si può escludere il sospetto di pagamenti non dichiarati.
Fisco e tracciabilità delle risorse
Ora è chiaro: il Fisco ha il potere di curiosare negli acquisti dei contribuenti, soprattutto in quelle spese che risultano dall’Anagrafe tributaria, quelle presentate per deduzione o detrazione.
Quindi attenzione alle spese effettuate e attenzione a tenere traccia di tutte quelle somme che vi vengono regalate da genitori e nonni o elargite dal coniuge, per le quali un bel bonifico rimane senz’altro la soluzione migliore, magari con tanto di causale che specifica la destinazione della somma.
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