Strano ma tecno Comporre musica con l’iPad
Sull’iPad si sono espressi migliaia di giudizi, positivi o negativi, ma raramente ci si è soffermati ad analizzarne le potenzialità e gli utilizzi alternativi.
Per un musicista, ad esempio, la tavoletta della Apple non è altro che un grosso schermo multi-touch capace di far girare applicazioni musicali quali sintetizzatori, drum machines e controlli remoti. Tra le applicazioni musicali più famose c’è Bloom, ideato da Brian Eno, che permette di giocare, ma anche di fare musica seriamente, agendo sulle animazioni grafiche che compaiono sullo schermo e che creano un suono ogni volta diverso.
Più complicati sono invece SrutiBoox e Droneo, che fondono la musica con gli algoritmi matematici, o Audio Palette che consente di interagire con diversi loop preimpostati e, all’occorrenza, di far suonare un’intera orchestra, dal clavicembalo alle percussioni.
Ovviamente esistono anche le applicazioni dedicate ai dj e che danno modo di “scratchare” con le dita sul proprio brano preferito e mixare gli mp3 presenti in memoria. Ma esiste un lato oscuro in tutto questo, che sta alla base del concetto di “open sound control”: la maggior parte delle applicazioni gratuite può infatti memorizzare le canzoni generate degli utenti e utilizzarle a proprio piacimento.
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