Benefici fiscali del welfare aziendale
Il welfare aziendale finora riguardava poche multinazionali e il raggio di azione delle aziende private era limitato, con la Legge di Stabilità invece cresce la convenienza per imprese e dipendenti nell’introdurre questo tipo di remunerazione.
I servizi di welfare aziendale sono esenti dalle tasse entro un limite di 2.500 € l’anno per ciascun lavoratore, un importo quindi che va considerato al netto. Inoltre, il welfare aziendale, può andare a sostituire parte dei salari dei dipendenti ma, questi ultimi, avranno la libertà di scegliere se riscuotere il premio produttività in denaro oppure ottenere dei servizi.
Welfare aziendale o premio produttività ?
In termini di convenienza economica, il lavoratore dovrà considerare che il premio di produttività in denaro subisce un’imposta sostitutiva del 10%, mentre il servizio di welfare aziendale è esente da tasse.
Facendo un esempio numerico: se il premio di produttività è pari a 100 € si può scegliere se:
- accreditare 90 € sul proprio conto;
- usufruire dei 100 € per servizi come l’asilo nido.
L’azienda infatti, non è tenuta ad istituire i servizi di welfare aziendale esclusivamente al proprio interno, ma può erogare dei voucher ai dipendenti per l’acquisto dei servizi stessi presso fornitori convenzionati. Il provvedimento ha probabilmente tenuto conto delle piccole dimensioni delle imprese italiane, per le quali sarebbe oneroso erogare direttamente dei servizi di welfare ai propri dipendenti.
Il nodo dei contributi
Sul fronte del welfare aziendale rimane aperta la questione relativa ai contributi.
Se appare chiaro che i contributi a carico del lavoratore che ha optato per i servizi di welfare aziendale non vanno trattenuti, ci sono ancora dubbi sulla quota spettante alle aziende.
Per questo motivo si attende un decreto del Ministero del Lavoro che andrà a regolamentare nel dettaglio le novità introdotte dalla Legge di Stabilità .
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