Incidenti stradali:
Nel mondo una persona su quattro che perde la vita in un incidente stradale è un pedone.
Sono circa 270 mila i pedoni che, in tutto il mondo, ogni anno perdono la vita sull’asfalto. L’Italia si classifica terza in Europa per numero di passanti uccisi, il 15% delle vittime stradali, subito dopo Polonia e Romania. Ogni settimana sulle strade italiane perdono la vita 11 pedoni, sono state 589 le vittime registrate lo scorso anno e oltre 20 mila i feriti.
Numeri che chiariscono la gravità della situazione. Un’emergenza internazionale che colpisce paesi industrializzati e non, causando perdite umane impressionanti. Cercando di attirare l’attenzione sulla problematica, l’Onu ha dedicato la seconda Settimana mondiale delle Sicurezza Stradale, indetta dal 6 al 12 maggio.
Sono proprio i pedoni gli “utenti più indifesi” della strada, proprio perché non hanno delle strutture meccaniche a proteggerli in eventuali sinistri stradali, a pagare in modo salato il cattivo comportamento degli automobilisti. Una carneficina che si presenta sulle strade spagnole, portoghesi e anche svizzere (30 pedoni morti ogni milione di abitanti).
Sono davvero numerose le situazioni di pericolo per chi si sposta a piedi, soprattutto in grandi città come Roma. Le persone anziane sono quelle più in pericolo, i dati Istat mostrano che il 62% dei pedoni morti hanno superato i 65 anni (360 su 589 nel 2011) e le cose non vanno meglio nella fascia over 80 (54 vittime ogni milione di abitanti). Non si tratta assolutamente di un fenomeno da “giustificare” con la carenza del rendimento fisico e/o mentale delle persone, basti pensare che un terzo dei pedoni morti in Italia era in fase di attraversamento pedonale o nelle prossimità delle strisce pedonali.
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I pedoni rischiano la vita ogni giorno sulle strade italiane http://bit.ly/12PT8n0 via @6sicuro
La sicurezza sulle strade resta una priorità per tutte le istituzioni europee, che corrono ai riparti potenziando le infrastrutture ed educando gli utilizzatori delle strade al rispetto delle categorie più “deboli”. Rendere le strisce pedonali un “territorio protetto” sembra la priorità di molte nazioni, che progettano isole spartitraffico, nuove modalità di segnalazione per gli automobilisti e utilizzo di sistemi di assistenza alla guida che presto monteranno molte vetture.
Gli interventi alle infrastrutture (hardware) della mobilità andranno ad affiancarsi a quelli “software”. La corretta educazione degli individui al volante, basata sul rispetto di tutti gli utenti della strada, sembra la strada principale da percorrere per rispettare l’impegno preso dall’Onu per il Decennio della sicurezza stradale 2011-2020. Salvare 5 milioni di vite umane, riducendo sensibilmente il numero di sinistri stradali, è probabilmente la sfida più dura delle Nazioni Unite in questi anni 2000.
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