Siamo ormai abituati a sentir parlare di crisi, economia in calo, banche in difficoltà. Beh, se pensi che il peggio sia passato ti consiglio di continuare a leggere. Il tuo prossimo grattacapo potrebbe chiamarsi prestito sociale.
Prestito sociale: cos’è
Il prestito sociale è una forma di autofinanziamento utilizzata dalle cooperative, conferito dai soci ai sensi di legge. Per queste realtà è (o dovrebbe essere) uno strumento per portare avanti la loro mission mutualistica e la realizzazione dell’oggetto sociale.
Sono regolamentati e il CdA ne definisce l’emissione stabilendone, conseguentemente, durata e remunerazione. Modalità e termini sono stabiliti nel bando di emissione e nel contratto di sottoscrizione.
Una forma diffusa e ampiamente utilizzata, in particolar modo dalle realtà cooperative più grandi e rilevanti, Coop su tutte. Un investimento che, nonostante le apparenze, in realtà si dimostra più pericoloso di quanto si pensi.
Prestito sociale: il caso Coop
Lo sanno bene i 19 mila soci delle cooperative di Udine e Trieste arrivate in fase di concordato che, con molta probabilità, vedranno restituiti solamente una parte dei 129 milioni investiti. Una cifra considerevole che però è solo una goccia sui 12 miliardi di questo tipo di risparmi su cui in pochi vigilano.
Il 31 dicembre scorso la CoopCa, gestore di oltre 40 supermercati in Carnia, ha chiuso i battenti portando con lei i risparmi dei soci. Tremila le persone che avevano investito (circa 27 milioni totali) e che non sanno se e quando riusciranno a recuperare anche solo una parte di essi. Una condizione che vede da vicino coinvolti anche i 16 mila risparmiatori triestini ed i loro 102 milioni affidati alla Coop Operaie.
A far riflettere è soprattutto la scarsa attenzione dimostrata verso una situazione che vede parte lesa semplici risparmiatori e che, secondo previsioni, presto potrebbe allargarsi ad altre realtà. Poca attenzione dicevamo, come nel caso di Coop Alleanza 3.0, pronta a coprire metà delle perdite dei soci CoopCa, ma lasciando nei guai fornitori e gran parte dei lavoratori rimasti per strada.
Per tanti le cose non quadrano: il prestito sociale, secondo le parole di Legacoop, dovrebbe finanziare l’attività diventando, per definizione, un investimento a rischio (ancor di più delle discusse obbligazioni subordinate). Nonostante ciò, il concordato preventivo proposto da CoopCa e omologato dal tribunale di Udine, vede, come detto, i titolari del prestito sociale rimborsati in maniera maggiore rispetto ai fornitori. Situazione preoccupante, ma non troppo per le istituzioni, ancora in silenzio sulla questione.
Prestito sociale peggio delle obbligazioni bancarie?
Sembra proprio di sì, soprattutto a guardar le regole. I supermercati di Legacoop rivestono infatti le funzioni di una vera banca, pur non venendo per questa riconosciuta. Non una semplice precisazione, ma un punto basilare questo, che porta tali realtà a non essere vigilate da Bankitalia.
È bene ricordare (parola del governatore Ignazio Visco) che l’esercizio abusivo dell’attività di raccolta del risparmio tra il pubblico è un reato penale, un reato che sembra non interessare troppo le istituzioni. Sulla stessa posizione Bankitalia, che dichiara a riguardo: “Alle cooperative, (…), è fatto divieto di effettuare raccolta rimborsabile a vista”.
Problemi quindi? Nessuno. Alle Coop è bastato eliminare la dicitura “depositi a vista” sostituendola con “preavviso di almeno 48 ore”, aggiungendo però nel nuovo regolamento che “la Cooperativa, qualora ne abbia la disponibilità, può rimborsare anche prima del termine suddetto”. Un cambio che sistema la situazione legale, ma lascia per lo più invariato l’utilizzo quotidiano che migliaia di persone fanno delle Coop.
Purtroppo neanche i fatti appena accaduti in Friuli sembrano aver portato all’attenzione questo caso pronto ad esplodere.
angelo
e’il momento di tornare ai vecchi materassi dove si potevano depositare i risparmi.meditate gente meditate
Ale
Si, certo, con la criminalità dilagante e istituzioni totalmente menefreghiste e punitive solo nei confronti di chi si difende….
E’ il momento di emigrare….