“Una patrimoniale sui più poveri per aiutare i poteri più forti” così Alberto Foà ha etichettato il meccanismo introdotto dal governo Monti, con il decreto Salva Italia e rivisto a maggio di quest’anno, che tasserà i conti correnti di ogni italiano.
Una tassazione annuale – l’1 per mille nel 2012 e passerà all’1.5 per mille a fine 2013 – che andrà ad aggiungersi a quella già versata sui guadagni conseguiti. Un’imposta bollo che andrà a colpire circa 20 milioni di italiani, ma che in percentuale diventerà una stangata soprattutto per i piccoli e piccolissimi risparmiatori. Questi ultimi saranno tassati fino al 34,2% del capitale depositato sul conto: questo perché è previsto un minimo invalicabile di 34,20€. Come può accadere una cosa simile? Risparmiamocelo.it mette in chiaro come ci si trovi in una situazione in cui i veri “vincitori” saranno le banche, ma anche chi dispone di strumenti e consulenze che gli eviteranno di pagare la tassa.
La situazione è complessa, visto che è stata prevista una differente tassazione. Da un lato ci sono i conto correnti bancari, postali e libretti di risparmio e dall’altro i prodotti finanziari: i primi saranno tassati come accadeva fino a oggi di 34.20€ (pagano 100€ le società e le persone giuridiche) con un’esenzione per depositi inferiori a 5 mila euro, mentre per quanto riguarda i secondi è prevista una tassazione che ammonta all’uno per mille. In breve chi ha un conto corrente con meno di 5 mila euro non dovrà pagare nulla, chi possiede più delle soglia minima prevista sarà soggetto a un prelievo standard e nel caso in cui si corra il rischio di vincolare i soldi su conto deposito o si investano fondi in qualsiasi strumento di rendiconto sarà soggetto a un ulteriore prelievo come disposto dalla mini-patrimoniale.
Un “Robin Hood all’inverso” questo meccanismo, visto che si troveranno a pagare un’imposta più della soglia minima i soli investitori con un portafoglio superiore ai 22.800€, ovvero il 30% degli investitori. Foà lancia un alert che ha del paradossale. Trattandosi di un prelievo da pagare sui depositi al 31 dicembre, le banche potrebbero prevedere degli strumenti finanziari che farebbero pagare l’imposta minima anche a chi possiede un patrimonio milionario. Un meccanismo che potrebbe mettere in crisi l’intera struttura del risparmio, costituita da circa 6 milioni di italiani, beneficiando esclusivamente banche, poste e le assicurazioni.
Questa imposta potrebbe non portare ai risultati tanto sperati, visto che alla lunga i piccoli risparmiatori potrebbero evitare i depositi bancari e i grandi con “manovre particolari” potrebbero raggirare il prelievo. Una situazione che si è già verificata ona la tassazione sulle barche e yacht di lusso, ormeggiati al largo delle coste italiane per evitare di pagare tasse.
Voi cosa ne pensate? Come finirà questa storia?
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