Il mese di gennaio apre il nuovo anno facendosi carico, quasi sempre, di novità non proprio positive per il consumatore. Novità , ma anche costanti come il pagamento del canone RAI. Entro il 31 gennaio deve esser versata l’intera quota di 113.50€ oppure richiedere una dilazione in due o quattro mesi; nel caso il saldo venga effettuato dopo la scadenza c’è una sanzione amministrativa che varia in base ai giorni trascorsi, fino ad un valore massimo di 619€. E’ necessario quindi porre molta attenzione alle informazioni che girano sulla tematica. Quest’imposta non gode di buona reputazione tra i cittadini ed il malcontento si amplifica in rete generando delle vere e proprie bufale. Questo è ciò che si è verificato negli ultimi giorni, in modo particolare sui social network e sui siti di aggregazioni news, quando si è diffusa un’ipotetica sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo riguardo il canone RAI.
Abolizione Corte Europea inesistente
Attenzione, la sentenza non esiste! La bufala ha richiamato l’attenzione di moltissimi contribuenti, lieti di risparmiare qualche euro, ma la Corte dei Diritti dell’Uomo ha tenuto a precisare che non sono state depositate sentenze dal 17 dicembre 2103 al 7 gennaio 2014 e in modo particolare nessuna che riguardi il canone RAI. Nessun comunicato da parte delle RAI e/o dal Governo riguardo la vicenda, cosa che avrebbe dato almeno un alone di credibilità alla cosa, ma la notizia si è diffusa come un virus.
L’incipit della vicenda può essere ricondotta ad alcuni siti d’informazione “indipendenti”, alcuni dichiaratamente satirici, i quali hanno messo in evidente un’ipotetica sentenza della Corte Europea del 30 dicembre 2013 che aveva dichiarato illegittimo il canone televisivo in quanto non si attiene alla “materia fiscale, nocciolo duro della supremazia del potere pubblico, essendo dominante il carattere pubblico tra il contribuente e il resto della comunità ”. Secondo i “giornalisti”, che sono riusciti a convincere anche qualche politico, l’Alta Corta si sarebbe pronunciata contro il Governo Italiano che aveva richiesto il pagamento del canone RAI ad un cittadino.
Cos’è effettivamente il canone RAI
Il canone televisivo italiano più comunemente noto come canone RAI è un’imposta sulla detenzione di apparecchiature abilitati alla ricezione di radioaudizioni televisivi nazionali. Quindi è una tassa sul possesso, non sull’utilizzo o meno dell’emittente televisivo come potrebbe indurre a pensare il nome con cui è conosciuta l’imposta, di qualsiasi dispositivo capace di ricevere un segnale radiotelevisivo. Praticamente come il famigerato bollo auto.
Nuove tecnologie e device hanno richiesto un aggiornamento dei criteri di applicazione del canone RAI. Primo punto fondamentale riguarda il fatto che la normativa si applica solo al servizio di radiodiffusione, quindi non va applicata a qualsiasi altra tipologia di distribuzione audio/video (web tv, web radio, IPTV). Secondo punto importante riguarda i criteri con cui vengono tassati o meno i device. Le apparecchiature tassabili, oggi molto più numerose e diversificate del passato, sono quelle atte a ricevere radioaudizioni nativamente (non lo sono i monitor dei computer, gli smartphone, videocitofoni, Pc senza sintonizzatore TV, etc.).
Stefano
Stiamo ancora pagando una tassa su una legge vecchia. E` ancora un regio decreto del 1932 quando iniziarono le trasmissioni radio al tempo del fascismo. E` una vergogna!!!!!
PASQUINO
Credo, al mondo non esista una nazione come la nostra, gestita da politicanti con il principio di accumulare ricchezza, per se e per i loro discendenti. La marea di conduttori addetti a questo servizio che ricevono caché per oltre 5000€ a puntata, per salire alla presidenza e al consiglio di amministrazione e revisori dei conti. Il tutto finalizzato a subire notizie gestite e manipolate, da completare con la pubblicità . Altri introiti che entrano nelle sue casse. La bellezza di tanta intelligenza è che la RAI ha una filiale a S. Marino che costa una marea di soldi e voluta da Da Lema e non si capisce il perché, ma si presume, visto tutto il sistema italico. La partecipazione statale ha un solo fine di essere statale per imporre, e la partecipazione ha tutto il significato di collocare i figli dei figli di papa’ su una comoda poltrona.
Saverio Summa
Da 11 anni mai pagato. Hanno provato in tutti i modi.raccomandate, visite a casa da parte di personale che si spacciavano da finanzieri ma io non pago. Hanno fregato mia moglie con la scusa di consegnare la tassa sui rifiuti, hanno fatto firmare per ricevuta. All apertura della busta canone rai. Che fregatura! Ma vi dico una cosa sono piu incazzato di prima, continuero a non pagare. Auguri a tutti.
mario
ma perchè non controllano a tappeto chi non paga, i 40% e forse anche più degli Italiani non hanno mai pagato e non pagheranno mai, la soluzione era stata proposta (far pagare sulla dichiarazione dei redditi, più alto è il reddito più si sarebbe pagato con un tetto massimo di 80€) ma chi sa perchè, il NOSTRO GOVERNO non ha fatto passare la legge mi viene un dubbio, ma forse LORO IL CANONE LO PAGANO??????????
raffod
E’ vergognoso ed ingiusto voler costringere una badante che lavora con regolare contratto e contribuzione all’assistenza di una persona sola di oltre 93 anni e per giunta invalida con diritto all’accompagnamento a pagare un altro canone RAI nello stesso appartamento dove già la sua assistita provvede a far versare puntualmente ogni anno questa maledetta tassa di possesso. Così si aiutano gli anziani che già non hanno come sbarcare il lunario a dovere pagare un doppio canone? Suggeritemi cosa devo comportarmi per evitare questo doppio pagamento.
Michele
Non paghi, semplicemente la tassa è sul possesso… La badante non ha possesso è ospite in casa della nonna e quindi si attaccano… Contatta il codacons e vedi con loro il da farsi… O quando andiamo al bar a vedere la partita paghiamo il canone al barista?… Suvvia dai… E quando si guardano i gran premi dalle tribune paghiamo il canone all’autodromo (dato i vari maxsi schermi dislocati quá e lá….)