Le urne sono chiuse, i risultati definitivi, l’incertezza tanta. E una “grana” per il nuovo Governo: l’aumento dell’IVA al 22%. Questa una delle peggiori novità fiscali del 2013, una delle più temute da commercianti e consumatori.
L’IVA è un’imposta che colpisce i consumi e quindi i consumatori finali: si dice infatti che l’utilizzatore finale di un bene o servizio rimane “inciso” dall’imposta. L’IVA riguarda il solo valore aggiunto dei prodotti e dei servizi nei diversi passaggi; gli operatori intermedi (tipicamente grossisti e commercianti al dettaglio), che precedono il consumatore finale, devono versare al fisco solo la differenza tra l’IVA delle vendite e quella degli acquisti. L’acquirente finale invece pagherà l’IVA sull’intero valore del prodotto.
- Aumento dell’IVA: quando e perché?
Fatta questa doverosa premessa la notizia è che tra pochi mesi, precisamente a partire dal 1° luglio 2013, l’aliquota IVA ordinaria passerà dal 21 al 22%. Questo quanto prevede la Legge di Stabilità 2013 (quella che una volta si chiamava Legge Finanziaria) al fine di recuperare maggior gettito per coprire la tassazione agevolata su liquidazioni, pensioni e indennizzi di guerra.
- Consumatori ed esercenti
Sulla questione è intervenuta a più riprese la Confesercenti rimarcando che “nel 2012, nel solo commercio al dettaglio, hanno cessato la loro attività più di 64mila imprese, per un saldo negativo del comparto di più di 20mila unità”. Questi dati prospettano un ulteriore calo dei consumi nei mesi futuri, “a scenario invariato, – afferma infatti Confesercenti – riteniamo anzi che nel 2013 possa realizzarsi una nuova forte flessione della spesa, nell’ordine di 10 miliardi di euro”.
Agli esercenti fa eco il Codacons, nota associazione dei consumatori. Il Codacons stima infatti che l’aumento dell’IVA peserebbe su una famiglia di 3 persone 209 euro su base annua. Inoltre, questi dati, sempre secondo l’associazione, mostrano che “gli italiani sono nel baratro” e che “le troppe tasse hanno finito e finiranno per essere controproducenti ai fini del risanamento dei conti pubblici”.
- Una sfida per il Governo che verrà
I soggetti coinvolti direttamente dall’incremento dell’IVA dunque, sperano nella marcia indietro su questo provvedimento da parte del nuovo Governo. È sicuramente opportuna una riflessione da parte del nuovo esecutivo sull’effetto che la nuova imposta avrà sui consumi. Un’evidenza empirica è già stata rilevata nel dicembre scorso sulla vendita dei carburanti, il cosiddetto Effetto Laffer: quando la tassazione supera un determinato livello il gettito fiscale non cresce più perché calano i consumi.
Bisognerà dunque cercare di stimare non solo il maggior gettito di un’IVA al 22%, ma il peso dei minori consumi su tale gettito. Il Governo che verrà è chiamato ad avere una visione di breve e medio periodo per non deprimere consumatori e casse dello Stato e per non lasciar morire le imprese che operano nel commercio al dettaglio.
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