L’aumento dell’IVA è previsto dalla legge di Bilancio per il 2019. Qui si stabilisce che, per garantire l’equilibrio dei conti pubblici italiani tra entrate e uscite, l’IVA ordinaria salga dal 22% al 25,2% nel 2020 e al 26,5% nel 2021 e l’IVA agevolata dal 10% al 13% nel 2020.
Per disinnescare l’aumento, il governo dovrebbe trovare risorse per 23 miliardi di euro nel 2020 e quasi 29 miliardi nel 2021.
Ad aprile il ministro Tria, nel corso di un’audizione, in Parlamento aveva affermato: “la legislazione vigente in materia fiscale è confermata in attesa di definire, nei prossimi mesi, misure alternative” e poi ha aggiunto “Secondo la legislazione vigente l’IVA aumenterà se la legge non verrà cambiata, ma io vi dico che con il prossimo Bilancio verranno adottate misure certamente finalizzate ad evitare le clausole”.
Ma ora che c’è aria di crisi di governo, cosa accadrà ?
Cosa comporta l’aumento dell’IVA nel 2020?
I primi ad intervenire sul tema sono i commercianti, che lanciano l’allarme, Mariano Bella, responsabile del Centro Studi di Confcommercio afferma:
Gli ultimi due aumenti Iva sono stati nel 2011 e nel 2013, e quei tre anni sono stati tra i peggiori della nostra storia economica in termini di consumi. Ma nella situazione attuale di domanda debole i produttori potrebbero decidere di evitare una traslazione completa sui prezzi, e in quel caso l’imposta graverà in parte anche sui redditi dei produttori, diventando ancora più nociva per l’economia perché avrà un impatto su tutta la filiera produttiva, dall’agricoltura all’industria.
Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha affermato che l’aumento dell’IVA “a parità di consumi darà vita ad una stangata che, solo per i costi diretti, il Codacons stima a regime in 1.200 euro annui a famiglia, senza considerare i costi indiretti legati agli aumenti per imprese, industria, energia e trasporti“. È prevedibile un calo nei consumi e sempre Rienzi a tal proposito afferma: “il ritocco delle aliquote e delle accise provocherà una contrazione dei consumi del -0,7% e una caduta degli acquisti che raggiungerà quota -27,5 miliardi di euro, con effetti a cascata sul Pil, sull’occupazione e sull’intera economia nazionale“.
Aumento IVA: quali conseguenze? Click To TweetAumento IVA: clausole di salvaguardia
L’IVA non aumenterà solo se se si troveranno le risorse necessarie (la stima è di 40 miliardi) per garantire l’equilibrio dei conti pubblici, così da rispettare i parametri europei ed evitare procedure di infrazione, nonché possibili conseguenze negative sui titoli di Stato.
Nella tarda serata del 18 aprile, la Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza sul Documento di Economia e Finanza 2019 (DEF 2019) che mette nero su bianco la “sterilizzazione” delle clausole di salvaguardia che prevedono l’aumento dell’IVA. Risoluzione che impegnano il Governo a:
- adottare misure per il disinnesco delle clausole di salvaguardia fiscali del 2020.
- continuare, nel disegno di legge di bilancio per il prossimo anno, il processo di riforma delle imposte sui redditi [Ndr flat tax] e di generale semplificazione del sistema fiscale, alleviando l’imposizione a carico dei ceti medi.
In pratica: è stato scongiurato l’aumento dell’IVA nel 2019 ma è tutto ancora in gioco per il 2020.
Aumento aliquota ridotta dal 10% al 13%
Come detto, nel 2020 l’aliquota ridotta potrebbe passare dal 10% al 13%, vediamo quali sono i prodotti e servizi che potrebbero ricevere di conseguenza un aumento dei prezzi:
- Carne, salumi e altri prodotti a base di carne.
- Pesce fresco o surgelato.
- Prodotti da forno, pasticceria e cereali.
- Latticini, latte conservato e uova.
- Oli di tipo alimentare.
- Zucchero, sale, spezie ed erbe aromatiche.
- Marmellate, miele, cioccolato, gelati, salse di pomodoro e altri condimenti.
- Alimenti per bambini.
- Caffè, tè, cacao e cioccolato in polvere e birra.
- Materiali e opere per la ristrutturazione edilizia.
- Fornitura acqua, luce e gas.
- Farmaci.
- Biglietti autobus, treni, metropolitane, navi e aerei.
- Cinema, teatri e concerti.
- Ristoranti e Hotel.
- Canone RAI.
Carlo Dalla
Benissimo!! Così ci sarà uno smisurato aumento dell’evasione. Già ora ti propongono di “non fare la fattura” e di pagare in nero per “non pagare l’Iva”m chissà poi. E li ho pure votati questi. Credo che le prossime elezioni, di qualunque tipo siano, me ne resterò a casa. Tanto pare siano tutto gli stessi, anzi, alcuni sono peggiori di altri. Mi sa che andando avanti di questo passo arriverà un altro “salvatore della PATRIA” e saremo davvero sistemati.
Ugo
Condivido. La disonestà di coloro che propongono il nero è triplice:
-nei confronti della collettività per l’evasione nel suo complesso, ch einnesca il circolo vizioso dell’aumento delle tasse,
-nei confronti del cliente perchè non rilasciandogli ricevuta lo privano della garanzia di DUE ANNI sul lavoro svolto (prometterla sulla parola è aria fritta se per caso vi sono poi cambi di gestione ecc)
-e ancora nei confronti del cliente perchè, pur nella disonestà di fondo dovrebbero quantomeno riconoscergli un’ulteriore sconto, considerando quanto non pagheranno di IRPEF.
In alcuni casi il “modus evadendi” tocca il virtuosismo. Un esempio (tra i tanti, anzi tra i troppi): tra i volantinaggi nelle periferie di Brescia che promettono sconti a chi mostrerà alla cassa il volantino (metodo legittimo per sondare il ritorno di una campagna pubblicitaria) v’è una ditta di spurghi il cui sconto è del 20%. Anzitutto sarebbe corretto precisare le varie tariffe cui esso s’applicherà , perchè se non si ha l’accortezza di chiedere un preventivo si rischia un consuntivo gonfiato per lasciare margine allo sconto stesso.
Ma anche col preventivo la sorpresa si avrà comunque al pagamento, presentando il volantino: per sconto s’intendeva IVA non applicata all’importo preventivato, naturalmente rinunciando alla ricevuta (tanto su uno spurgo che garanzia vuoi , si vede subito che le fogne scaricano nuovamente bene !). E qui la fregatura è triplice perchè al privato non si possono fare preventivi iva esclusa e perchè pochi sanno che lo spurgo di una casa privata è prestazione per manutenzione di fabbricato abitativo quindi soggetta al 10%. Perciò anche lo sconto che fingono d’applicarti sarebbe comunque la metà di quanto promesso.
Quanti tra coloro che leggono sono incappati in furbi siffatti?
mezzvinc
Le risorse necessarie vi sono e basta fare un accurato controllo su quanto viene mensilmente raggranellate dalle Pensioni del personale Statale, in particolare quelle dei Militari Ufficiali inferiori e Sottufficiali avviati in pensione nel 1996-2000! Visionare un qualsiasi cedolino e controllando l’importo della Indennità Integrativa Speciale, congelata al 1998/99, e quella che risulta ufficialemente indicata nella Circolare n.122 del 2712/2018, allegato n.2 – Tabella! Anche il Cedolino è stato nel giugno 2009 per permettere simile truffa ai danni dei tantissimi che devono percepire separatamente questa Indennità per aver compiuto oltre 40anni di servizio alla data del 31/12/1995! Una vergogna per chi si professa integerrimo amministratore della previdenza e sfoggia il suo , forse ricevuto quale regalo da ! Altro ibroglio è la quantificazione della annuale NON applicata secondo il disposto dell’art.3 dell’annuale Decreto ministeriale, ossia separatamente prima sulla I.I.S. qualora compete e POI sulla pensione! E’ sciocco dubitare della sua competenza, visto quanto prevede la legge 324/1959, art.2!
Ugo
Penso di interpretare il pensiero di tanti chiedendole, per cortesia, di riformulare il tutto con termini meno tecnici, e integrando le parti mancanti, per rendere comprensibile il problema anche a noi profani, non dipendenti pubblici. Grazie
Giuseppe
L’aumento dell’iva porta ancora di più il lavoro nero perche voglio vedere acquistare un bene specie per le catagorie che non possano detrarre. pagare l’iva al 26% ma quanto costa con la moneta che gira.
Giovanni
Grazie, movimento 5 stelle, ogni volta che ripenso che vi ho votato maledico quel momento, siete tutti uguali, solo promesse, il reddito di cittadinanza un flop, invece di regalare i soldi ,bisognava tagliare i costi del lavoro un esempio elementare dare i soldi del reddito di cittadinanza a chi assume un disoccupato a tempo indeterminato, così ragiona un buon padre di famiglia, con l’aumento dell’iva verranno colpiti le fasce più deboli, classe politica fate schifo vergogna, avrei altri aggettivi ma mi fermo qui.
sabrina
Una soluzione per trovare i 40 miliardi di copertura sarebbe dimezzare gli stipendi dei parlamntari.
Sono un esercito e prendono dai 20.000,00 ai 50.000,00 euro al mese (e sono stata brava) per rovinare la vita della gente comune.
Ma ci rendiamo conto che ancora una volta andiamo ad interessare i beni primari (carne, uova, latte, utenze domestiche) di cui non si può fare a meno? E chi paga sono sempre i lavoratori che già fanno fatica ad arrivare a fine mese.
Chissà perchè i nostri politici non sono mai d’accordo su niente, però se si vota per aumentare i loro stipendi già ricchi il voto è subito unanime, ed è sempre un SI!!
Allora perchè qualcuno non ha il coraggio di proporre il dimezzamento degli stipendi? Perchè non indiciamo un referendum su questa cosa?
Via a tutti i vitalizi e stipendio massimo per qualunque parlamentare di 15.000, euro mensili. E sono comunque tanti soldi.
In questo modo saremmo il paese più ricco dell’Unione Europea.
Salvatore Russo
Ciao Sabrina,
se teniamo conto di tutte le voci come stipendio dei parlamentari e dipendenti, compreso le pensioni, la spesa totale è di circa 1 miliardo l’anno. Sicuramente nel resto di Europa si spende molto meno.