Fuorigioco: la tredicesima giornata di serie A
Nel giorno del derby è successo tanto altro in Serie A. Per esempio è successo che la Juve dopo aver condannato il Pescara al quinto k.o consecutivo ha fatto esordire Kean, un classe 2000, e ha finalmente convinto i suoi tifosi che Hernanes è un giocatore importante.
È successo che la Roma ha fallito l’ennesimo test di maturità ed è successo che Bernardeschi – incubo dei giocatori di Fantacalcio della passata stagione – ha iniziato a vedere la porta. E la vede pure bene. È tornata la Sampdoria, che in 5′ ha ribaltato come un calzino il Sassuolo, ed è tornato il solito Palermo: aggressivo all’inizio e timido alla resa dei conti (3-1 a Bologna).
E poi è tornato il derby. È tornato per davvero, davanti ad 80.000 spettatori, e con uno spettacolo finalmente degno di esser definito tale.
Cardinale Insigne
Paolo Sorrentino, napoletano doc, ha confezionato una delle serie TV più belle degli ultimi anni, The Young Pope. Il cardinale Voiello, interpretato da un magistrale (e napoletano) Silvio Orlando, è ai ferri corti con il nuovo Papa per la maggior parte del tempo. Ma poi stringe i denti, si mette a lavoro, sbaglia tanto e costruisce altrettanto. Con tanto cuore. Ed è per questo che come Voiello ha saputo conquistare anche la stima dell’enigmatico Papa, anche il Napoli di Sarri non ha voglia di arrendersi e lascerà il sangue in campo prima di darsi per vinto.
Nessuno si azzardi a fare il funerale a questa squadra. Il napoletano è duro a morire e la sua squadra di calcio può permettersi di fare tutto tranne che arrendersi. Può essere più scarsa o più sfortunata, ma mai arrendevole la squadra di calcio del Napoli. La vittoria di Udine era tutt’altro che semplice, ma senza dubbio indispensabile. Chi l’ha firmata? Insigne, un napoletano.
Leicester d’Italia
Gasperini ha detto no alla scaramanzia e ha alzato l’asticella: vietato pensare solo alla salvezza. Chapeau. L’Atalanta è una trita-grandi e dopo i k.o inflitti a Napoli e Roma guarda già alla sfida dello Stadium tra due settimane. C’è la Juve e la versione italiana del Leicester ha voglia di emulare Vardy e soci.
Comunque andrà i bergamaschi hanno messo su una squadra giovane e di livello. Tradotto: il patrimonio è alto, non solo qualitativamente, ma anche economicamente. Caldara, Gomez, Kessie, Gagliardini, Petagna sono solo alcuni dei nomi che nel giro di una stagione potrebbero diventare protagonisti del calciomercato e fonte di sostegno per le casse di Percassi. Intanto il sogno continua e l‘Atalanta ha imparato a volare.
Una pacca sulla spalla a Pioli
Il derby è tornato per davvero e questo è un punto di partenza. Ha avuto una cornice di pubblico importante (80.000 spettatori) e ha registrato un match gradevole: ritmi alti, occasioni da rete e intensità . È finita in pari ed è stato giusto così. Perché l’Inter ha chiuso il primo tempo in svantaggio nonostante abbia rinchiuso il Milan nella propria metà campo per 44 minuti su 46. E i rossoneri, che furbescamente si erano riportati avanti con l’immarcabile Suso, hanno amministrato bene per tutta la ripresa.
L’ultima azione è stata beffarda, ma ha riportato giustizia a San Siro. Il pareggio che ha ottenuto l’Inter è frutto di una partita studiata bene e giocata intelligentemente. La classifica piange ancora, ma un punto del genere può valere oro ed essere propedeutico ad una crescita che Pioli deve imporre ai suoi. L’Inter c’è e non molla.
- Note sparse in casa Inter: Candreva è un fenomeno, Medel in difesa è durato poco, ma promette bene e Perisic è un giocatore sempre più importante.
- Note sparse in casa Milan: Suso è il genio che accende le notti rossonere e Montella è il regista perfetto che sa perfettamente come far finire il suo film.
Il più bravo e il più talentuoso
Belotti è l’attaccante più forte d’Italia, oggi. È completo, sa fare tutto. Sa rapinare le aree di rigore, sa giocare il pallone, sa dribblare ed è decisivo. Ha nelle mani il termometro della partita e nei piedi la lucidità per segnare tanto.
L’ennesima doppietta è arrivata al fotofinish della gara di Crotone e ha rialzato ulteriormente le quotazioni già alte del suo Toro. Ventura ha trovato l’elemento che non deve mancare in nessuna squadra di calcio: l’attaccante completo. Il c.t. ha però trovato un’altra freccia che lotta per diventare tra i più talentuosi in Italia. Bernardeschi è stato l’incubo di ogni allenatore del Fantacalcio lo scorso anno. Non segna mai, dicevano. Ed era vero. Peccato che quest’anno abbia imparato a colpire la porta e lo fa quasi sempre con grande stile.
Il velo di Inzaghi
Tanto per citare Schopenauer, la Lazio può finalmente tirare giù il velo di Maya e concentrarsi sulla realtà : e la realtà dice che Simone Inzaghi ha vinto tutte le sue scommesse, ha recuperato tutte le pecorelle smarrite e ha dato loro motivi per rendere al di sopra delle proprie possibilità .
Ha preso un progetto che palesava lacune su lacune e le ha cancellate tutte. Una ad una, come se fosse la cosa più facile del mondo. Anche oggi l’Olimpico biancoceleste sorride e lo fa con un’altra prova di reale forza che a questo punto non può non permetterci di inserire la Lazio come seria candidata per le prime quattro posizioni.
Carburante esaurito
L’Europa League ha ammazzato il Sassuolo. La squadra di Di Francesco ce la sta mettendo tutta, ma il doppio impegno si sta rivelando devastante. Il fatto di giocare ogni tre giorni da fine luglio ha per ovvi motivi costretto i neroverdi ad un avvio talmente sontuoso da diventare controproducente in queste settimane.
La splendida squadra ammirata da luglio a settembre ha lasciato spazio ad un gruppo che fisicamente è in difficoltà e lo sarà almeno fino a dicembre. Anche la sfortuna ha fatto la sua parte: a Genova si è consumata un’altra clamorosa rimonta dopo quella di San Siro. Con due lunghezze di vantaggio, Acerbi & Co. hanno amministrato male e raccolto un pugno di mosche. Senza dimenticare l’esagerata mole di infortuni, Berardi in testa.
Ricette per gennaio: acquisti pronti e un richiamo della preparazione perfetto.
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