Fuorigioco: la diciannovesima giornata di serie A
Se la Serie A giocasse in contemporanea, la classifica si sarebbe ridisegnata tutta alle 16.55 di una domenica di gennaio. Perché fino al ’90 di questa prima giornata del 2017, Napoli, Lazio, Milan e Inter erano inchiodate sul pari.
Poi un colpo di coda ha rimesso i pezzi del puzzle al loro posto e ha dato tre punti a tutti. Anche alla Roma, che grazie all’autorete di Izzo e una partita caparbia non ha dovuto aspettare i minuti di recupero per restare sulla scia della Juventus. Il primo gol dell’anno, invece, porta la firma di Big Mac Maccarone ed è un gol pesante perché sigla il +7 dell’Empoli sulla terzultima e vuol dire solo una cosa: a meno di colpi di scena clamorosi la Serie B ha già tre nuove iscritte.
Tra gli auguri di buon anno, il più grande va a Mattia Perin che dopo pochi minuti ha lasciato il campo per un brutto infortunio al ginocchio. Si teme l’interessamento (di nuovo) del crociato. Forza Mattia!
La pazienza di Tonelli
Lorenzo Tonelli è stato il primo acquisto richiesto da Maurizio Sarri in estate. Si conoscevano dai tempi di Empoli e a luglio tutto lasciava presupporre che il numero cinquantadue dei partenopei avrebbe potuto fare il salto di qualità al fianco di Koulibaly.
Le cose non sono andate così e, fino a sabato, Tonelli è stato un oggetto misterioso risparmiato al campo. Sarri è uno che pazienta molto prima di inserire pezzi nuovi nel suo scacchiere programmato come una macchina scientifica (vedi i tardivi esordi di Rog e Diawara) e dopo “due mesi con passi da giganti”, ha deciso che con la Samp sarebbe scoccata l’ora-Tonelli. E lui non ha deluso. Si è proiettato spesso in avanti e dopo aver fallito il gol del pari, ha atteso la firma (a proposito di ritardi) di Gabbiadini e al ’95 ha timbrato il sorpasso. Esordio e gol: cosa chiedere di più dopo quattro mesi di anonimato puro?
Il centravanti meno centravanti di tutti
Se la Serie A vanta un centravanti atipico, questo è Andrea Petagna. Perché? Ha il fisico di un bisonte d’area di rigore che deve solo spingere la palla in porta e colpire di testa. Invece Petagna non fa niente di tutto ciò. Petagna dei gol non ne vuole sapere proprio.
Forse è la sua struttura corporea ad ingannare tutti, ma lui macina gioco per gli altri. Non solo fa a sportellate, ma torna proprio qualche metro indietro per rifinire i compagni e aprire praterie. In teoria dovrebbe essere Gomez a servirlo e invece accade, come al solito, il contrario. Come un normale numero dieci traccia la strada e manda in porta El Papu. Replica sul quarto gol con assist fantacalcistico a Freuler.
Il centravanti più centravanti di tutti
Carlos Bacca? L’esatto opposto di Petagna. Spesso sembra così svogliato che ti chiedi cosa ci faccia su un rettangolo verde. Il colombiano offre spesso il volto imbronciato di chi è in un posto e non vorrebbe esserci. Ecco, tutto ti aspetti tranne che il gol decisivo – al fotofinish – lo segni lui.
E tutte le volte che lo pensi, è come se Bacca lo sapesse. Si fa pungere nell’orgoglio e si ritrova lì, a dar del tu al pallone, e regalare tre punti che sanno di benefica iniezione al Milan dopo il successo di Doha. Un sequel perfetto. Il gemello diverso del lottatore Lapadula è uno che con l’80% del lavoro in meno (forse anche di più) insacca il doppio delle volte. È la fortuna che hanno solo i campioni.
Prove di fuga pre-Champions
La Juventus archivia il k.o in Supercoppa e ripropone il tango argentino Higuain-Dybala. Le altre vincono di misura (e a fatica) e lei si sbarazza del Bologna in un tempo solo. L’abisso con le concorrenti resta e l’idea di un campionato riaperto appare sempre più lontano dalla realtà .
In attesa del miglior Dybala, il Pipita non perde il senso del gol e raggiunge quota dodici a gennaio. Il record dei 36 sembra un miraggio, ma girare su numeri altrettanto alti non è utopia. In attesa della Champions, il tentativo di allungo è iniziato bene. Della serie: non ci fa paura nessuno.
Lentamente sale
Bum bum Perisic. Da quando De Boer è andato via, l’Inter non ne sbaglia una. E ha ritrovato uno dei più grandi talenti della sua rosa: Perisic è letale quando si accende, fantasioso ed estroso sulla fascia e decisivo sotto porta quando ce n’è bisogno.
Sente sulla testa il sangue freddo del pallone che scotta nel finali di gara e lo schiaccia in porta per spianare all’Inter la strada del dodicesimo punto nelle ultime quattro (100% del risultato, bravo Pioli!). Adesso la ghiottissima possibilità di incamerare altri nove punti (Chievo-Palermo-Pescara, due su tre in casa) nelle prossime tre gare. E arrivare allo scontro con la Juventus in una posizione privilegiata.
Lista di buoni propositi per il 2017: Berardi e Iturbe
Tra il minuto 67 e il minuto 72 di Sassuolo-Torino ci sono due buoni propositi del 2017: uno si chiama Domenico Berardi e l’altro si chiama Juan Manuel Iturbe. Il primo dopo essere partito in quinta con i neroverdi è sparito dal campo per un infortunio apparentemente semplice che si è acutizzato settimana dopo settimana e ha lasciato lui in infermeria e il Sassuolo a sprofondare in una classifica che l’avrebbe visto già condannato alla Serie B se le avversarie fossero state degne di tal nome.
Ma siccome Crotone, Palermo e Pescara vanno più piano di un tre ruote in mezzo alla neve, Berardi può recuperare con calma e far rifiorire tutto il suo talento. Iturbe, invece, è il gran flop della Roma. Le bellezze ammirate a Verona sono lontane e il semestre piemontese serve a recuperare minuti e fiducia. Per ora venti minuti di ordinaria amministrazione e tante buone speranze. Auguri ad entrambi.
Lascia un commento