L’insurrezione dei partigiani, la resa dei nazisti, dei fascisti e il ritorno della libertà : il 25 aprile, festa della Liberazione, si ricorda una delle pagine più importanti della storia italiana.
Cosa si festeggia il 25 aprile
Cittadini, lavoratori: sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire.
Con queste parole Sandro Pertini alla radio Milano Libera proclamava l’inizio dello sciopero generale contro l’occupazione nazifascista nelle città del nord Italia. L’inizio dell’insurrezione generale era fissato all’una del 25 aprile 1945, ma gli scontri tra partigiani e occupanti tedeschi andavano avanti già dal giorno prima.
Per convenzione, si considera il 25 aprile anche la data che segna la fine della Seconda Guerra Mondiale. In realtà , la guerra e gli scontri tra partigiani e nazifascisti continuarono per qualche altro giorno. Tra il 25 aprile e i primi giorni di maggio vennero liberate altre città del nord, tra le quali Genova, Venezia e Piacenza.
25 aprile 1945: la liberazione di Milano e Torino
Siamo nel 1945. L’Italia stava vivendo le ultime fasi della Seconda Guerra Mondiale. Mentre gli Alleati anglo-americani risalivano da sud, nelle regioni del nord era ancora forte la presenza delle truppe naziste e fasciste che controllavano le fabbriche, le università e i palazzi delle istituzioni.
Già nei giorni precedenti il 25 aprile i partigiani avevano iniziato una serie di attacchi contro i nazifascisti. Bologna, dopo qualche giorno di scontri, era stata liberata dai partigiani il 21 aprile, con l’aiuto degli Alleati.
Il 25 aprile i gruppi partigiani, coordinati dal CNLAI (Comitato Nazionale di Liberazione Alta Italia), avevano ricevuto l’ordine di attaccare i presidi dell’esercito fascista e dei soldati nazisti in tutti i luoghi ancora occupati. A seguito dell’insurrezione del 25 aprile, i tedeschi e i repubblichini lasciarono Milano e Torino. Simbolicamente, la loro ritirata ha segnato la definitiva liberazione del Paese.
Festa del 25 aprile: dal 1946 festa della Liberazione d’Italia
La data del 25 aprile è stata scelta per festeggiare la Liberazione per la prima volta nel 1946. Allora, il governo guidato da Alcide De Gasperi emanò un decreto legislativo per istituire la festa. Nel testo del decreto si legge:
A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale.
La data del 25 aprile è stata poi mantenuta anche negli anni successivi e dal 1949 è stata fissata stabilmente come festa nazionale civile della Repubblica.
Dopo il 25 aprile: il referendum e la nascita della Repubblica
Il 25 aprile segna la fine della guerra, la caduta del regime fascista e la definitiva liberazione dell’Italia. La data del 25 aprile simbolicamente segna anche l’avvio del processo che poi ha portato alla nascita della Repubblica.
Il 2 giugno del 1946, dopo poco più di un anno dalla Liberazione, si tenne il referendum con cui gli italiani e, per la prima volta anche le italiane, furono chiamati al voto per scegliere tra monarchia e repubblica. Dopo l’esito del referendum e la vittoria della repubblica, si votò per la formazione dell’Assemblea Costituente che ha avuto il compito di redigere la Costituzione.
Manifestazioni del 25 aprile 2019
In tutta Italia sono in programma manifestazioni per celebrare il 25 aprile. A Roma si tiene tradizionalmente la cerimonia più importante, con un corteo che coinvolge l’Associazione Nazionale dei Partigiani Italiani (ANPI), rappresentanti di partiti e associazioni politiche. Il programma della celebrazione prevede anche l’omaggio al monumento del Milite Ignoto da parte del Presidente della Repubblica.
In altre città d’Italia si tengono cortei e manifestazioni, particolarmente sentiti nelle città protagoniste della lotta partigiana. Sono decine le città e le province decorate con una medaglia al valore militare per la lotta di liberazione.
giuseppe sinesi
contento che venga ricordato ,anche se non abbastanza,alle nuove generazioni e dovrebbero capire e forse sapere, che se possono sbandierare a destra e sinistra il loro diritto a poter dire e fare a “sproposito” quello che a loro piace lo devono sopratutto a tutti i sacrifici che hanno fatto i nostri genitori anche a costo della loro vita.Dirò forse una frase fatta ma la libertà va conquistata e difesa con le proprie azioni ogni momento.
Domenico Cutrera
Mi piace questo messaggio.
Salvatore
Sono pienamente d’accordo,comunque non mi sembra che ai giorni di oggi molti cittadini Italiani ricordano e fanno ricordare cosa hanno fatto e dato con la vita i nostri nonni e genitori per dare a noi la libertà in un mondo migliore e sereno.Mi sembra visti gli ultimi avvenimenti di questi ultimi 5 anni che non importa niente a nessuno. Sento nei locali dove spesso mi trovo lamentii di persone che sostengono tanto non cambia nulla sono tutti uguali ecc.ecc. Io credoinvece il contrario, dobbiamo combatte giorno dopo giorno per dare un fututo ai nostri figli in Italia.L’Italia x me e il paese più bello e invidiato del mondo,ed è anche per questo che tutti ci danno addosso, e purtroppo i nostri politici lasciano fare senza mai opporsi ai soprusi e alle angherie che subiamo.
Vincenzo
La libertà è sacra per tutti; ma non si può dire altrettanto per il libertinaggio!
FERRUCCIO TOSELLI
Mi sembra un modo per dividere gli italiani..chi ha vinto e chi ha perso la guerra civile,….Si dovrebbe cambiare la denominazione e lo scopo della festa con la Giornata della Riconciliazione …alcuni pensano che sia stata organizzata una grossa manipolazione politica di massa che ancora oggi crea discussioni fuorvianti della realtà storica.
Denys
Chiedo scusa,però se non sbaglio che seconda guerra mondiale finita 9 maggio 1945 ,quando militare sovietici hanno messo la bandiera a Berlino sul Reihstaih.
Salvatore Russo
Ciao Denys,
la data del 25 aprile, come specificato nell’articolo, è una data convenzionale, simbolica, purtroppo la guerra andò avanti ancora per un certo periodo.
Denys
E puoi e stata 4 fase di seconda guerra mondiale,che è finita 2 settembre,dopo la bomba atomica,lanciata sul Herosima e Nagasaki .Grazie
Ugo
Gentil dott.ssa Galanti
apprezzo sempre molto i suoi articoli e i temi che propone.
Però mi sembra che questo sito sia rivolto alle problematiche tecniche, legali e pratiche in primis dei conducenti di mezzi e veicoli e dei cittadini in genere.
Ho il massimo rispetto per la libertà di pensiero ed espressione, però mi sarebbe sembrato opportuno trattare altrove questo tema che è prevalentemente politico e, per Il ruolo che ebbero le parti al tempo di quella che nella sostanza fu una tragica guerra civile, si rivela sempre più complesso e controverso man mano che il tempo passa; e soprattutto man mano che vengono meno i motivi per sottacere tanti fatti che ai tempi dell’istituzione della ricorrenza non ebbero il giusto risalto (forse anche nell’intento di gettare acqua sul fuoco e accellerare la ricomposizione del tessuto sociale).
Per equità intanto colgo l’occasione per ricordare che il 25 aprile è anzitutto la festa di S. Marco, uno dei patroni della nostra Marina, mercantile, da diporto, e militare, e patrono di una delle città che più ha dato vero lustro alle capacità e intraprendenza degli italiani. Senza con ciò nulla togliere alle altre grandi Repubbliche marinare del nostro passato.
Salvatore Russo
Buongiorno Ugo,
mi fa piacere notare che sei un nostro assiduo lettore. Hai ragione, parliamo solitamente di argomenti utili a risolvere problematiche burocratiche, dalle multe al calcolo del bollo auto, rinnovo patente, codici raccomandata, richiesta di maternità anticipata, etc. In realtà , è da tempo che sviluppiamo anche articoli inerenti dubbi degli utenti su news del momento (vedi articolo “Elenco Banche a Rischio” oppure “Referendum”). In questi giorni ho notato un picco enorme di ricerche del termine “perché si festeggia il 25 aprile” e ho trovato utile realizzare un articolo che risolvesse questo dubbio. Comprendo bene cosa vuoi dire ed è per questo che l’articolo non contiene traccia di opinioni personali, ma solo riferimenti storici che spiegano la nascita di questa festa.
Hai fatto bene a ricordare la festa di S. Marco e il riferimento alla nostra Marina, mercantile, da diporto, e militare.
A presto
Ugo
La ringrazio del suo cortese e sollecito commento (io purtroppo in assenza dell’auspicato,e altrove suggerito, sevizio di “alert” posso monitorare solo saltuariamente queste pagine).
Chiarissima la precisazione su Banche rischio ecc (ma in effetti io includevo anche quegli argomenti nelle tematiche “tecniche e legali”) ed anche di avermi chiarito i criteri di scelta dei temi.
Ho apprezzato la neutralità del testo della sua collega.
Dai primi garbati commenti (ove tutti a mio parere hanno la loro fetta di ragione) si coglie la complessità del tema che rischia di innescare un infinito dibattito.
Personalmente ho avuto la fortuna di conoscere tanti testimoni e protagonisti di quell’epoca. E nelle famiglie dei miei genitori sedevano alla stessa tavola persone che la pensavano assai diversamente sul regime. Dopo l’8 settembre in quella di mio padre vi furono lutti per atti criminosi di soggetti d’entrambi gli schieramenti. Così come si verificarono situazioni che possono sembrare incongrue a quei giovani che magari hanno appreso la storia solo da docenti troppo “impegnati”, o da libri e documentari: un padre capitano di complemento del Regio Esercito espulso dal PNF perchè non voleva rinnovarne la tessera (e che pure assolse al suo compito in guerra), i “fascisti” o simpatizzanti tali che per solidarietà umana aiutavano altri giovani a raggiungere i partigiani per sottrarli al reclutamento della RSI ecc ecc. Insomma un bel campionario delle tante sfaccettature di quei tragici momenti, che unite al grande disorientamento e alle comunicazioni frammentarie e manipolate da entrambe le parti fecero il resto.
In ogni caso è davvero singolare come l’Italia sia riuscita a metabolizzare in festa nazionale l’ultima tragica e intricata fase di quella che per tutti, a conti fatti, fu una sonora batosta militare, economica, ed umana. Batosta in un certo senso meritata per l’acriticità con cui la grandissima maggioranza, poi volatizzatasi, aveva aderito alle pretese espansionistiche di abili istrioni, minimizzandone in cuor suo certe scelte inaccettabili, quali le leggi razziali.
Purtroppo ne fecero le spese anche tanti innocenti.
E concludo, in risposta anche al sig. Massimo Praderio, con una frase dal film “La guerra di Roses” a proposito delle cause di divorzio (= guerra civile): “In un contesto simile non esistono vincitori, solo diversi gradi di sconfitta”.
Costanzo Ajello
Certi eroismi dovrebbero essere commentati. La Resistenza in Italia secondo certi storici, si maifestò soltanto dopo la caduta del regime fascista e dopo l’occupazione nazista. In altri Paesi europei occupati, era già attiva e nonostante l’invito agli italiani di insorgere contro il fascismo, la reazione fu sempre tiepida e indifferente, a parte la fronda in certi salotti mondani conniventi, che faceva moda.
Salvatore
Da quanto raccontatomi da parenti,e gente che ha vissuto e combattuto lasciandoci anche la vita,per il tricolore,e per dare un futuro migliore a noi seconda generazione, in quei tempi non mi risulta che tutti i partigiani combattevano contro i tedeschi e i fascisti,ma bensi hanno partecipato e si sono macchiati di reati come razzie nelle case di Italiani violenza sulle donne,omicidi di connazionali che si ribellarono contro di loro.Quindi io dico che una buona parte di partigiani insieme alle forze armate si è opposto al nazifascismo per la liberazione, non certo solo per il loro contributo.
stefano
Da sempre è una festa che divide malgrado le autorità ogni anno ci facciano credere il contrario. La guerra civile ha lasciato in molti italiani morti da ambo le parti ma quelle per mano partigiana sono state taciute per troppo tempo. Non parliamo poi degli italiani di Istria Fiume e Dalmazia che a partire dal 25 aprile hanno subito stragi, saccheggi, atroci infoibamenti da parte delle squadre partigiane e comuniste di Tito, italiani costretti al triste esodo ( almeno 350000 !) abbandonando, loro malgrado, le terre che vivevano da generazioni. La loro colpa era solo quella di essere italiani. Il 25 aprile è festa da sopprimere e sostituire con altra che riconcili davvero le due fazioni. Altrimenti continuerà ad essere la festa di alcuni ma non di tutti.
Alessio
In tutte le guerre civili, e la nostra lo è stata, ci sono sempre tati episodi di violenza gratuita o anche interessata.
Sicuramente ci sono state prevaricazioni e violenze anche da parte dei partigiani, e mia mamma qualcuna me l’ha raccontata.
L’accaduto in Istria è stata una cosa abominevole però bisogna anche pensare che una parte dell’Italia, forse la maggioranza, ha voluto la guerra di invasione e quindi è normale che i “conquistati” possano avere reazioni sconsiderate sui “conquistatori” una volta che la guerra volge a loro favore.
Al giorno d’oggi esistono ancora situazioni come quella istriana anche senza necessità di guerre.
Basta pensare a quello che accade in Birmania con i rohingya.
Comunque la storia la scrivono i vincitori e, perlomeno inizialmente, la tolleranza e la verità scendono in secondo piano, inutile imbastire polemiche.
Io sono personalmente felice che i vincitori siano stati i partigiani e gli alleati, anche se la loro coscienza non è forse perfettamente pulita.
Il contrario mi fa rabbrividire.
massimo praderio
Il 25 Aprile è una festa per tutti gli italiani, o almeno per tutti quelli che apprezzano la pace, la libertà e la democrazia.
In quella data, simbolica certo, si è concretizzata la voglia di porre fine ad una terribile guerra voluta dalla dittatura fascista, partita male e finita malissimo, ad una occupazione nazista che ha portato in Italia l’assassinio di donne, vecchi e bambini già perseguitati dal Fascismo solo perché Ebrei.
Nessun difetto o dettaglio di chi si oppose a tutto ciò può incrinare il senso della Guerra di Liberazione e la gioia del 25 APRILE.
Viviana
Bisognerebbe spiegarlo anche a chi ha permesso che il 25 Aprile si lavorasse , come il 1 maggio e tutte le altre festività . Stanno uccidendo la memoria storica in nome di un guadagno di pochi, se poi davvero c’è, ormai è diventato tutto una festa del consumismo , e nessuno ricorda il perché
Ugo
La ringrazio del suo cortese e sollecito commento (io purtroppo in assenza dell’auspicato,e altrove suggerito, sevizio di “alert” posso monitorare solo saltuariamente queste pagine).
Chiarissima la precisazione su Banche rischio ecc (ma in effetti io includevo anche quegli argomenti nelle tematiche “tecniche e legali”) ed anche di avermi chiarito i criteri di scelta dei temi.
Ho apprezzato la neutralità del testo della sua collega.
Dai primi garbati commenti (ove tutti a mio parere hanno la loro fetta di ragione) si coglie la complessità del tema che rischia di innescare un infinito dibattito.
Personalmente ho avuto la fortuna di conoscere tanti testimoni e protagonisti di quell’epoca. E nelle famiglie dei miei genitori sedevano alla stessa tavola persone che la pensavano assai diversamente sul regime. Dopo l’8 settembre in quella di mio padre vi furono lutti per atti criminosi di soggetti d’entrambi gli schieramenti. Così come si verificarono situazioni che possono sembrare incongrue a quei giovani che magari hanno appreso la storia solo da docenti troppo “impegnati”, o da libri e documentari: un padre capitano di complemento del Regio Esercito espulso dal PNF perchè non voleva rinnovarne la tessera (e che pure assolse al suo compito in guerra), i “fascisti” o simpatizzanti tali che per solidarietà umana aiutavano altri giovani a raggiungere i partigiani per sottrarli al reclutamento della RSI ecc ecc. Insomma un bel campionario delle tante sfaccettature di quei tragici momenti, che unite al grande disorientamento e alle comunicazioni frammentarie e manipolate da entrambe le parti fecero il resto.
In ogni caso è davvero singolare come l’Italia sia riuscita a metabolizzare in festa nazionale l’ultima tragica e intricata fase di quella che per tutti, a conti fatti, fu una sonora batosta militare, economica, ed umana. Batosta in un certo senso meritata dall’acriticità con cui la grandissima maggioranza, poi volatizzatasi, aveva aderito alle pretese espansionistiche di abili istrioni, minimizzandone in cuor suo certe scelte inaccettabili, quali le leggi razziali.
Purtroppo della sconfitta fecero le spese anche tantissimi innocenti.
E concludo, in risposta anche al sig. Massimo Praderio, con una frase dal film “La guerra di Roses” a proposito delle cause di divorzio (= guerra civile): “In un contesto simile non esistono vincitori, solo diversi gradi di sconfitta”.
Alessio
Ho letto le votre considerazioni con interesse ma ho notato una importante inesattezza.
Riguarda la liberazione da parte dei partigiani delle città del nord Italia.
L’unica città liberata dai partigiani è stata solo Genova (unico caso in tutta Europa) con una firma apposta da Meinhold alle ore 19h30 del 25 Aprile 1945.
Per questo motivo si festeggia il 25 Aprile come giorno della Liberazione.
Tutte le altre città sono state liberate successivamente con la collaborazione delle forze alleate.
Vi pregherei di verificare la cronologia ed i fatti sui libri di storia e di dare a Cesare ciò che è di Cesare.
Grazie.
Alessio Savio
Elio
Giusto festeggiare la liberazione anche se per gli italiani ha coinciso con la sconfitta della guerra.
Ma perché invece la festività del 4 novembre che è l’anniversario della Vittoria è stata abolita?
Noi italiani siamo un popolo strano. Dimentichiamo le vittorie e festeggiamo le sconfitte.
Luciano turcato
MAi dimenticare !!!!!!!!!!!
Viviana Marcandalli
Peccato che con le liberalizzazioni delle aperture questa ricorrenza stia passando quasi inosservata, chi lavora nelle fabbriche la considera solo un giorno in più di vacanza per andare al centro commerciale dove ci sono lavoratori che purtroppo non possono permettersi di ricordare perché il 25 aprile “dovrebbe” essere festa , per tutti. Perché se abbiamo tutte queste libertà , lo dobbiamo solo a chi si è battuto perché potessimo averle . Tutti.