Cosa dice il decreto correttivo
Il ministro del lavoro ha affermato che la stretta dei voucher deve essere resa necessaria per evitare ulteriori aggiramenti delle norme stabilite. Un intervento più serio e concreto, che prevede un decreto correttivo del Jobs act, da presentare a breve alla Cdm, il quale verterà sulla tracciabilità dei buoni per il lavoro. Poletti dice:
“Le imprese che li utilizzeranno dovranno comunicare preventivamente, per via telematica, il nominativo ed il codice fiscale del lavoratore i quali verranno utilizzati in associazione alla data e al luogo in cui si svolgerà l’impiego lavorativo e la durata di quest’ultimo”.
Perché è importante un secondo intervento?
Considerata l’importanza dei voucher come strumento utile per far emergere il lavoro nero, nella nuova norma troveremo una modalità di controllo simile a quella già esistente per il cosiddetto “lavoro a chiamata“, puntando sempre ad impedire eventuali comportamenti illegali da parte di aziende.
I voucher del 2015
Nel 2015, l’aumento dei voucher è arrivato a 115 milioni di buoni da 10 euro per lavoratore. Mentre a partire da gennaio 2016 risultano venduti già 9,2 milioni di voucher (destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio), il cui valore nominale rimane sempre di 10 euro, ma con un incremento medio nazionale impressionante rispetto al gennaio 2015, che è pari al + 36%. Chiaramente sono numeri che allarmano e che hanno determinato un pronto intervento da parte del ministero.
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