Hai ottenuto quel lavoro per cui ti sei candidato e ti hanno proposto un contratto part time, ma non sai quali sono i tuoi diritti, come regolarti per ferie o permessi, straordinari e tanto altro ancora. In questo articolo cerchiamo di capire intanto cos’è, quanti tipi di contratto part time ci sono, la retribuzione, se si può mai passare a full time o viceversa e, in generale, tutto quello che c’è da sapere.
Contratto part time cos’è e come funziona
Il contratto part time, conosciuto anche come tempo parziale, è un tipo di contratto che, come dice la parola stessa, ha un orario ridotto, ossia una “parte” rispetto a quello previsto dal contratto full time che è in generale di 40 ore settimanali (o eventuale orario minore secondo quanto fissato dai cosiddetti CCNL, contratti collettivi nazionali lavoro). Pertanto, se vieni assunto con un contratto di tale tipo, sai già che le tue attività lavorative avranno un orario che non potrà mai essere uguale a quello previsto dal full time.
Di contro, la tua retribuzione sarà proporzionalmente ridotta sulla base delle ore effettivamente lavorate.
A regolare il part time è il D. Lgs 81/2015 (articoli 4 – 12), meglio conosciuto come Jobs Act, che ha recepito alcune modifiche che sono state fatte negli anni passati e soprattutto è andato a “sistemare” una legislazione che affonda le sue radici nel 1984.
Una cosa importante che devi sapere: il contratto part time può essere sia a tempo determinato che indeterminato.
Esistono sostanzialmente 3 tipologie di contratto part time:
- part time di tipo orizzontale;
- part time di tipo verticale;
- part time di tipo misto.
Vediamole nel dettaglio in modo da chiarirti meglio come devi gestire il tuo lavoro e come comportarti.
Contratto part-time orizzontale
Per part time di tipo orizzontale, si intende sostanzialmente un tipo di contratto in cui è prevista la riduzione dell’orario rispetto alle 40 ore del tempo pieno e che, come suggerisce la parola, sarà spalmato per tutta la settimana (da qui “orizzontale”).
Per chiarirci: se hai un contratto di questo tipo, dovrai andare tutti i giorni al lavoro (dal lunedì al venerdì, ma potrebbe anche essere da martedì a sabato e così via) ma farai un numero inferiore di ore rispetto ai tuoi colleghi del full time, potrai per esempio lavorare dalle 9 alle 13 o dalle 14 alle 18.
Contratto part-time verticale
Un rapporto di lavoro a tempo parziale di tipo verticale, invece, prevede che l’attività lavorativa venga svolta a tempo pieno, ma solo in periodi prestabiliti, ossia in alcuni giorni della settimana, del mese o alcuni mesi l’anno.
Un esempio? Puoi avere un contratto part time di tipo verticale e andare al lavoro nei giorni dispari o solo la prima settimana del mese o ancora lavorare solo 6 mesi all’anno. In ogni caso, si parlerà, a meno che non si tratti di lavoro stagionale, di contratto part time verticale.
Contratto part-time misto
Lo suggerisce la parola stessa: in questo caso c’è la combinazione delle tue tipologie precedenti, questo ovviamente per venire incontro alle esigenze dell’azienda e magari garantire una certa flessibilità anche al lavoratore. Per farti un esempio: un contratto part time misto può prevedere che tu vada al lavoro da lunedì a giovedì ma che faccia martedì e giovedì 8 ore e gli altri giorni 4 ore. Per un totale, comunque, di 20 ore. In questo modo, hai sia un orario pieno che full time.
Importante: nella regolamentazione concreta del part time, hanno un ruolo fondamentale i contratti collettivi pertanto molti aspetti di come sarà svolto il tuo lavoro dipenderanno dal tipo di CCNL che ti verrà fatto, esempio: commercio, metalmeccanico, turistico ecc…
Quante sono le ore minime?
È una domanda che in molti si fanno e anche in questo caso, vale il CCNL di settore: è infatti nel contratto collettivo che viene indicato l’orario minimo settimanale con cui svolgerai il tuo lavoro. In generale, le ore minime per un part time sono 16 settimanali e in tal caso si parla di un part time al 40% (che è la percentuale di ore rispetto a un lavoro full time).
La forma del contratto part time
Per essere valido questo tipo di contratto, così come altri, va sempre stipulato sempre per iscritto. Se così non fosse, il contratto non è nullo, ma manca la prova che in effetti ci sia un rapporto di lavoro tra te e il tuo datore. Per quel che riguarda il contenuto del contratto devono essere chiariti per iscritto:
- durata della prestazione lavorativa (se a tempo determinato o indeterminato)
- collocazione temporale dell’orario con riferimento a giorno, mese e anno
Il datore di lavoro non può modificare a suo piacere gli orari (per esempio in caso di picchi di lavoro), a meno che non ci siano accordi preventivi – le cosiddette clausole elastiche di cui ti parlerò sotto – che devono comunque essere previste anche nel contratto collettivo.
E se questi aspetti non dovessero essere chiariti nel contratto? Il contratto non è nullo, ma se manca la durata della prestazione lavorativa, su richiesta del lavoratore, può essere dichiarata la sussistenza di un lavoro a tempo pieno.
Se, ancora, manca la collocazione temporale dell’orario, il giudice può determinare delle nuove modalità temporali di svolgimento della prestazione che tengano conto delle responsabilità familiari del lavoratore, della sua necessità di integrare il reddito svolgendo un’altra attività e delle esigenze del datore di lavoro.
Per altro, in entrambi i casi, per il periodo antecedente alla sentenza – quel lasso di tempo in cui hai lavorato senza contratto – il giudice può riconoscere una somma a titolo di risarcimento per il danno subito.
Part-time e straordinari: cosa dice la legge
Ok, sugli orari è tutto chiaro, ma se il tuo datore ti chiede delle ore in più? In quel caso occorre fare una differenza tra lavoro supplementare e straordinario.
Il lavoro supplementare è pari alla differenza che c’è tra l’orario part time concordato tra le parti e quello di una normale giornata di lavoro. Mettiamo che tu lavori 4 ore al giorno e faccia un part time orizzontale, se ti chiedono di fare 4 ore in più si tratta di lavoro supplementare. Se invece le ore richieste eccedono il normale orario di lavoro, parliamo di lavoro straordinario.
Nel primo caso, non è necessario il consenso del lavoratore se il contratto collettivo prevede e disciplina queste ore in più. Se invece il CCNL cui appartieni, non lo prevede è necessario che il datore di lavoro chieda il tuo ok.
Da sapere sulla retribuzione: il Testo Unico dei contratti di lavoro prevede, in questo ultimo caso, che il tuo lavoro supplementare debba essere retribuito il 15% in più rispetto alla retribuzione globale orario (così come previsto dalle clausole elastiche) e che non possa essere effettuato oltre il 25% dell’orario contrattuale settimanale concordato. Un esempio? Se il tuo contratto part time è di 25 ore, non potrai sforare, per quella settimana, per più di 6 ore e 25 minuti.
Per quanto riguarda il lavoro straordinario, invece per la retribuzione si applica la disciplina generale valida per i lavoratori a tempo pieno.
Le clausole di elasticità
Detto questo, un ruolo molto importante, come dicevano hanno le cosiddette clausole di elasticità che altro non sono che dei patti per garantire una maggiore flessibilità all’azienda e consentirle di aumentare l’orario lavorativo o di modificarlo.
A differenza di come avveniva prima, dal 25 giugno 2015, con l’entrata in vigore del Testo unico dei contratti, per l’azienda non è più possibile indicare nei contratti part time tali clausole, se queste non sono previste dal tuo contratto collettivo o non sono state concordate con te al momento della firma.
Tale accordo poi – fai attenzione – per essere valido, deve essere convalidato davanti a una commissione di certificazione che è possibile trovare presso la Direzione Territoriale del Lavoro, nei sindacati e anche presso i Consigli provinciali dei Consulenti del lavoro. Altra cosa da sapere: se l’azienda vuole chiederti delle ore in più, deve comunicartelo con un preavviso di almeno 2 giorni, a meno che non sia stato concordato un termine diverso tra le parti.
Come detto sopra, l’aumento delle ore, prevedono un 15% in più rispetto alla retribuzione oraria.
È possibile avere più part time contemporaneamente?
La risposta è sì, ma con dei limiti. Si possono infatti avere due o più contratti part time con diversi datori di lavoro, purché appunto questi non superino il limite di 40 ore settimanali come stabilito dal D. Lgs. N.66 del 2003. Per fare un esempio, puoi tranquillamente avere un part time che inizia alle 9 e finisce alle 13 e un altro che va dalle 14 alle 18. Questo per quanto riguarda due contratti part time, va da sé che se hai un part time e un co.co.co o svolti lavoro autonomo, tali limiti non sono da considerare.
Come per tutti i lavoratori, è fondamentale che vengano garantiti i diritti di riposo giornaliero e settimanale.
Eccoli nel dettaglio:
- il riposo minimo settimanale, pari ad almeno 24 ore consecutive ogni 7 giorni (inteso come media da rispettare nell’arco di 14 giorni);
- il riposo giornaliero, pari ad 11 ore consecutive ogni 24 ore (in questo caso non è possibile considerare alcuna media).
Se per esempio, stai facendo due part time contemporaneamente ma non hai avvertito di questo il tuo datore di lavoro, sappi che se non rispetta i riposi, non è colpa sua quindi non sono previste sanzioni nei suoi confronti. Altra cosa importante: per svolgere due part time con due datori di lavoro differente è importante che tu rispetti il patto di non concorrenza quindi che non vada a lavorare per aziende che sono competitor.
Part time e apprendistato
Puoi essere assunto con contratto part time anche se stai facendo un apprendistato o se hai un contratto di inserimento. Inoltre, tale tipo di contratto può essere utilizzato anche per inquadrare i dirigenti e i lavoratori soci di una cooperativa. Con contratto part time possono essere assunti anche i lavoratori in mobilità e chi fa sostituzione maternità o eventuale paternità.
Part time e disoccupazione Naspi
Ovviamente se il tuo contratto part time si conclude perché magari era a tempo determinato o perché sei stato licenziato, hai diritto all’indennità di disoccupazione Naspi. Così come per chi lavora full time, i requisiti per ottenerla sono i seguenti:
- stato di disoccupazione involontario, non spetta dunque nei casi in cui il rapporto di lavoro sia cessato a seguito di dimissioni o risoluzione consensuale;
- requisito contributivo, sono necessarie almeno tredici settimane di contribuzione contro la disoccupazione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione;
- requisito lavorativo, sono necessarie almeno trenta giornate di lavoro effettivo, a prescindere dal minimale contributivo, nei dodici mesi che precedono l’inizio del periodo di disoccupazione.
Contratto part time: la retribuzione
Fin qui tutto chiaro, ma quanto guadagnerò? È probabilmente quello che ti starai chiedendo. Dirti ovviamente l’ammontare esatto della tua retribuzione è impossibile, quello che conta dirti per me in questa sede è che non esiste differenza tra chi svolge lo stesso ruolo in modalità full time e chi lo fa part time.
Infatti, la legge prevede per questo contratto il principio di non discriminazione: a te lavoratore part time spettano gli stessi diritti dei tuoi colleghi a tempo pieno e lo stesso trattamento economico: uguale. Ovviamente, la retribuzione è proporzionata alle ore lavorate. Tutto questo è precisato dal Decreto n. 81/2015, che all’art. 7 disciplina il trattamento economico e normativo del lavoratore a tempo parziale. Più precisamente “il lavoratore a tempo parziale non deve ricevere un trattamento meno favorevole rispetto al lavoratore a tempo pieno di pari inquadramento” (principio di non discriminazione).
Stessi diritti anche nei casi di sospensione del rapporto di lavoro per malattia o infortunio sul lavoro o maternità.
Il contratto part time e le ferie
Quanto alle ferie, se sei un lavoratore con contratto part time orizzontale le maturerai allo stesso modo di un lavoratore a tempo pieno ossia – a meno che non ci siano specifiche indicazioni del CCNL – maturerai un rateo di 2,166 giornate al mese arrivando dunque ad avere 4 settimane di ferie in un anno. La sola differenza è che a ogni giornata di ferie corrisponde un minor numero di ore.
Se invece il tuo è un contratto part time verticale o misto, sappi che il discorso ferie è diverso: per arrivare a maturare un rateo devi avere lavorato almeno 15 giorni in un mese e si dovrà tenere conto delle giornate in cui hai effettivamente prestato attività. Se vuoi saperne di più, ti consigliamo di guardare la tua busta paga dove puoi vedere le ferie maturate fino a questo momento.
Da full time a part time: l’azienda è obbligata a darlo?
La risposta è no. Il part time nasce per venire incontro alle esigenze delle aziende, ma anche dei lavoratori: madri, padri o persone che hanno una situazione particolare di salute o familiare o altro. Ci sono comunque dei casi in cui hai una sorta di priorità:
- se hai coniuge, figli o genitori affetti da patologie oncologiche o da gravi patologie cronico-depressive;
- se stai assistendo una persona convivente che ha una inabilità totale o permanente cui è stata riconosciuta una percentuale di invalidità del 100%
- hai un figlio convivente di età non superiore ai 13 anni o disabile
Questo non vuol dire però che la tua azienda debba per forza concederlo. Se i capi ritengono che sia necessario il tuo impegno 8 ore al giorno per 5 giorni a settimana, difficilmente riuscirai a fare cambiare loro idea. Puoi però motivarlo bene, fornendo una documentazione valida e cercando di far capire che il tuo apporto non sarà da meno ma che, anzi, in questo modo potresti essere più produttiva.
Magari l’azienda può concederti un part time a 6 ore – ossia 30 settimanali – e quelle due ore in meno per te possono diventare fondamentali. Allo stesso modo, un’azienda non può farti passare da part time a full time senza il tuo consenso.
Il diritto di precedenza quando l’azienda assume full time
Però, attenzione se l’azienda sta facendo nuove assunzioni a tempo e tu sei assunto part time hai una sorta di diritto di precedenza ossia una corsia preferenziale per far sì che tu, interno all’azienda, possa avere un orario di lavoro prolungato. Diciamo: una sorta di priorità che fa sì che scelgano te prima di cercare un’altra persona, esterna, per quello stesso ruolo.
Part time agevolato
Oltre al part time esiste un altro tipo di part time, il cosiddetto part time agevolato, che è una misura sperimentale introdotta dall’articolo 1, comma 284 legge 208/2015 che viene incontro a chi, in attesa della sospirata pensione e magari abbastanza provato dal lavoro, non esiterebbe a ridurre, in maniera del tutto volontaria, l’orario di prestazione.
Una misura creata per favorire la flessibilità nel mondo del lavoro e, almeno in teoria, aiutare l’entrata di chi ancora un lavoro non ce l’ha già. Con questa tipologia di part time gli interessati possono passare da full time a part time per massimo 3 anni fino al raggiungimento della pensione. Per maggiori approfondimenti ti rimandiamo all’articolo Part time agevolato: cos’è e come funziona ai fini della pensione.
Alex
Salve, nella azienda in cui lavoro vorrebbero far passare i dipendenti da full-time a part-time. La domanda è questa: possono farlo senza il nostro consenso?
Inoltre, un contratto part-time di quante ore al massimo può essere firmato? Se ad esempio da 40 si passasse a 30ore potrebbe esser considerato part-time?
Grazie
Nunzia
Salve, io lavoro part time 19 ore settimanali come assistente scuolabus e prendo 200 euro al mese,volevo sapere se è giusto lo stipendio?Grazie
ioan nistor
sono disposto a dialogare
Rosanna
Buongiorno mi hanno proposto un contratto a tempo determinato part-time 16 h settimanali(da venerdì alla domenica) in un azienda metalmeccanica, mi chiedevo se mi maturano i contributi per la pensione? So che le altre colleghe nonostante il contratto delle 16 ore settimanali , ne lavorano sempre 40 ore con il preavviso sul fine settimana…..quanto devono essere pagate queste ore in Più? Grazie
Michela Evaristo
Buona sera io lavoro nella grande distribuzione,ho un contratto part time verticale di 24 ore ,il mio datore di lavoro mi può fare un orario spezzato nello stesso arco della giornata?? ..
Es. 6 -9 / 17-21
Grazie
Luisa Carannante
Buon giorno laboro in una azienda alimemtare 4 ore e mezza al giorno da lunedi a venerdi mi concedono la metà di un buono pasto dei lavoratori full time e me lo tolgono se x vari motivi gaccio solo 4 ore e giustoquesto? Se poi faccio 8 ore per esigenze della ditta quindi straordinari non mi concedono il buono pasto per intero. E giusto anche questo?
Paolo
Buongiorno vorrei sapere con un contratto parte time determinato con 20 ore settimanali, quante ore al giorno devo lavorare x legge al giorno?
Alessandro
Per i contratti Part time in apprendistato e’ vero che il minimo orario e’ di 24 ore a settimana e non 16/20? Mi hanno riferito così
Alessandro
Buongiorno Io ho un’agenzia funebre vorrei assumere il personale con un contratto part-time che mi va dalla domenica alla domenica per esigenze di lavoro però non lavorerebbero tutti i giorni solo al necessario. Esiste un contratto del genere?
Alessandro
Si tratterebbe di 2-3 giorni al massimo a settimana
Valeria
Salve, ho un contratto part time di 25 ore settimanali, potrei trovarne un altro per le restanti 15 ore?
GABRIELA
Buon giorno,per 24h a settimana,continue da lunedi-sabato come si deve pagare.
Pasquale
buon giorno, sono assunto da una ditta di autonoleggio con contratto part time a tempo indeterminato da tre anni e 25 ore settimanali , vorrei sapere se hai fini pensionistici avro’ gli stessi diritti dei contratti full time,o meglio ci saranno differenze sulla mia pensione se continuo fino ad allora con questo tipo di contratto? grazie
Bruno Corvo
Buongiorno, tutto mi sembra spiegato chiaramente. Solo che né le leggi né i contrati nazionali prevedono norme sull’orario di svolgimento del tempo parziale.
Se un lavoratore opta per passare dal tempo pieno al tempo parziale è perché possono insorgere particolari esigenze familiari. E a queste vorrebbe veder corrispondere il proprio orario di lavoro.
Il CCNL Commercio prevede, ad esempio, che il lavoro a tempo parziale debba corrispondere sia alle esigenze dell’azienda che a quelle del lavoratore. Ma nulla più.
Se l’azienda, nell’accettare una richiesta di modifica al tempo parziale, tiene conto soltanto delle proprie esigenze, stabilendo un orario non corrispondente alle esigenze del lavoratore (ad es. 9-15 anziché 8-14) costui cosa può fare?
Grazie